Avere vent’anni: ENDSTILLE – Operation Wintersturm

Quando si parla di fast black metal a tematiche guerresche il primo disco che viene preso come riferimento da chiunque è Panzer Division Marduk, credo non ci siano dubbi. Così, quando vent’anni fa i tedeschi Endstille uscirono con l’esordio Operation Wintersturm e vennero immediatamente inquadrati nel filone war black metal (tra parentesi, l’ottavo pezzo del disco si chiama War Metal, giusto per ribadire gl’intenti), i più incauti li considerarono cloni dei Marduk, ci misero una pietra sopra e facendo questo marchiarono a fuoco la carriera di una band che ha fatto dell’estremismo sonoro una bandiera producendo una serie di album più che meritevoli. Il fatto è che in Operation Wintersturm di musica ispirata dai Marduk non ce n’è: qui il suono è 100% Dark Funeral che con il war black metal, concorderete con me, c’entra come i cavoli a merenda. Allora la questione qual è? Me lo sono sempre domandato: tutti quelli che suonano fast black metal e nei testi scrivono di guerre, conflitti, battaglie, zuffe e strategie militari sono gruppi war black metal oppure lo sono solo quelli che, parlando di queste tematiche nei loro testi, hanno un approccio alla musica magari ugualmente violento ma distante dai monocorda di scuola svedese? Blasphemy, Archgoat, Conqueror, Revenge e soci sono completamente diversi da quanto suonano gli Endstille, non penso sia nemmeno il caso di stare a discuterne troppo, ed anche quando questi ultimi cambiano improvvisamente impostazione, come nell’ossessiva Discovering Rapture as an Art, portata in spalle da basso e batteria e con chitarre quasi death metal, non assomigliano per nulla al war black metal delle band di cui sopra, che hanno influenzato decine e decine di altri gruppi che suonano uguali a loro a tal punto che l’interesse verso il sottogenere negli anni è scemato a causa dell’eccessiva standardizzazione delle proposte; ma questo NON riguarda gli Endstille.

Quando i tedeschi hanno varato il detto Deutschland Uber Alles credo lo abbiano fatto prevedendo la loro scena heavy metal, perché in Germania sono effettivamente convinti di suonare qualunque tipo di metal meglio di chiunque altro sulla faccia della terra senza tema di smentita. Di conseguenza i tedeschi adorano praticamente ogni gruppo che la loro prolifica terra dà alla luce e gli Endstille non sono esclusi da questo modus pensandi, tanto sono venerati in patria tanto sono ignorati – quando non schifati senza remissione – nel resto del mondo e, mi ripeto, si stenta a comprenderne il motivo: i pezzi sono tutti costruiti bene, suonati con una ferocia ossessiva che mette a dura prova i timpani dell’ascoltatore, picchiano praticamente senza pausa dalla prima all’ultima nota come facevano i Dark Funeral dei primi anni di vita (i loro migliori), solo un po’ più grezzi e con meno concessioni alle armonie dei riff. Impossibile che un disco come questo possa non piacere a chi gradisce il black metal velocissimo sparatutto, che oltretutto rende davvero bene quando viene suonato dal vivo. A proposito di ciò, gli Endstille sono stati protagonisti di concerti memorabili alla fine dei quali era davvero difficile che ci fosse qualcuno sotto il palco privo di lividi, contusioni, escoriazioni, traumi più o meno significativi e con ancora qualche goccia di sudore in corpo. L’intuizione di includere nella tracklist anche due brani solo apparentemente meno violenti (la già citata Discovering Rapture e Ballad of Frostbitten Heart) per diversificare l’intero risultato finale è vincente, spezzando il massacro senza fine degli altri brani che invece martellano senza sosta con il malcelato intento di togliere il respiro. 30 minuti d’apnea, se ne esce esausti. Il tutto prodotto e confezionato con gran cura e con uno dei suoni di basso più nitidi e spettacolari sentiti in ambiti così crudi e violenti.

Questo peculiare modo di suonare black metal diventò per loro un marchio di fabbrica e negli anni successivi a questo esordio hanno pubblicato dischi con cadenza quasi regolare fino a raggiungere il quantitativo di tutto rispetto di 8 full-length e 2 split, grossomodo tutti sulla falsariga di questo furioso primo passo. Alcuni album sono complessivamente più melodici di altri ma grandi stacchi tra un disco e l’altro non ce ne sono mai stati, quindi, se non sapevate chi fossero ed apprezzerete Operation Wintersturm, assai probabilmente vi piacerà recuperare l’intera produzione. Inoltre, nel prosieguo della carriera, gli Endstille hanno cercato di parlare il più possibile di episodi storici realmente accaduti, mettendo l’atmosfera della musica al servizio di quanto raccontato nelle liriche e risultando sempre più intensi e credibili man mano che passava il tempo. La loro corsa si è interrotta nel 2013 dopo l’uscita dell’ultimo CD (ad oggi) Kapitulation 2013, anche se mi risulta che suonino ancora dal vivo ed abbiano pure un mini-tour estivo in programma in madrepatria. Era pianificato un nuovo album più o meno nel 2016 ma lo stiamo ancora aspettando. (Griffar)

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