“Mike Sifringer sta bene” ma il Mad Butcher qualche problemino pare averlo

Alcuni mesi fa avrete letto che Mike Sifringer è uscito dai Destruction, gruppo che ha poco da dire da Inventor of Evil in poi, anche se qualche alzata di testa alla Born to Perish l’abbiamo vista. I Destruction sono un gruppo alimentato più da costanti melodrammi e scenate che dai fatti, come dimostrarono i gran casini alle date di Calenzano e Foggia. Sottraete ora Mike Sifringer, ovvero l’anima, l’unico membro fondatore apparso in tutte le pubblicazioni, pure le più insulse, a un gruppo che già aveva poco da offrirci.
Siamo stati tempestati da comunicati stampa ai limiti del comico, tipo quello in cui Schmier insisteva che “tranquilli, Mike sta bene, è che non risponde più alle mie mail”. Un fan dei Destruction, a patto che oggi ne esistano, in risposta a una frase del genere dovrebbe più preoccuparsi per la totale mancanza di comunicazione fra Schmier e Sifringer che della frase di circostanza in apertura: innanzitutto, se non si fa sentire non hai idea di come possa stare. Ma diamo ulteriore sfogo e paziente ascolto al cantante: “C’è stato un problema e non è stata una mia decisione, ma di Mike, e stiamo andando avanti con un altro chitarrista dopodiché spiegheremo tutta la situazione. Thrash ‘till Death”.
Ad agosto 2021 Sifringer viene descritto come una sorta di Zephyrous che entra nel bosco e non si fa più vedere: “Entravamo in studio per incidere le demo ma lui non c’era, non era rintracciabile ed avrà qualche problema personale del quale non sono a conoscenza, ma la porta per lui resta aperta”. Anche perché Mike Sifringer è i Destruction, come la chiuderesti?
A due anni da Born to Perish, ecco l’annuncio di Diabolical nonché un ulteriore buon motivo per Mike Sifringer per restarsene dove è: un brutto videoclip. Ecco inoltre l’ennesima dichiarazione ufficiale, stavolta ad opera del suo sostituto, Martin Furia, d’origini argentine come Martin Palermo. “Diabolical sarà un album estremo e brutale e allo stesso tempo più melodico, pieno di adrenalina”.
Ma cazzo di un Budda, Martin. Molto presto qualche sicario della Germania Est riporterà – non senza qualche livido e trenta lunghi secondi di sacchetto trasparente sulla faccia – Mike alla corte di Schmier, e a quel punto tu, Martin, coda fra le gambe ritornerai ad allevare ottimo bestiame giù all’emisfero opposto: insomma, a parer mio non lo vedrai mai il Ferry to Shititaly. Eppure, a vederti nelle foto ufficiali che circolano, mi sembri grande. Nel senso, un adulto. E, dato che sei grande, dovresti aver capito che questa dichiarazione ufficiale un Michael Amott o un Petrozza già la facevano nel 2001, e che da allora l’hanno riciclata anche i rivenditori d’automobili usate. E poi devi dire Thrash Till Death! alla fine, Martin, altrimenti quello ti fa saltare tutte le nocche con un martello la prossima volta che ti vede. Domandalo a Foggia che è successo con Schmier, oppure, molto più facilmente, domandalo a Sifringer, che a quest’ora sarà chiuso dentro a un portabagagli per non aver preso parte alle registrazioni di quel video.
Diabolical, stando alle uscite ufficiali di Schmier, è una title track in pieno spirito old school, motivo per il quale s’è deciso (o più precisamente ha deciso) di includervi il Mad Butcher.
Ora, che cos’è il Mad Butcher? Non quello sopra, lui è Martin Palermo che esulta.
All’epoca in cui i Destruction incidevano brani meravigliosi quali Eternal Ban o United by Hatred, l’EP Mad Butcher uscì sul mercato, in data 1987, per poi finire inglobato nel precedente album, Eternal Devastation, in un’unica e goduriosa esperienza di undici tracce. Fra cui una cover dei Plasmatics di cui non mi è mai fregato un cazzo. In copertina era possibile ammirare il Mad Butcher come un caricaturale macellaio atto a vender carne di dubbia provenienza o rintracciabilità su filiera, prevalentemente salsicce e wurstel.
Sicché hanno trovato un tizio identico al Mad Butcher di quella copertina e lo hanno messo a fare le facce buffe mentre rimorchia tipe fuori portata sul Badoo tedesco, le invita a cena, le macella e le serve ai soliti due bambini che a inizio video l’avevano preso per il culo per il suo inglorioso aspetto. Il pezzo è ordinario come un po’ tutti i Destruction dopo The Antichrist, e, per quanto debba ammettere che Schmier ce la mette tutta, e Randy Black pure, per quanto si possano tappare le falle con lo scotch da pacchi è evidente che è finita. Il video è un atroce atto di tortura nei confronti di chi non vorrebbe vedere l’heavy metal mercificato e snaturato e del tutto privato della sua carica occulta e negativa, ma tant’è, da veterani sessantenni da cui evidentemente Mike Sifringer ha plausibilmente optato per distaccarsi, questo e nient’altro che questo dovremmo aspettarci, se non il ritiro.
Disponibile anche la action figure in resina, dalla lunghezza non casuale di 25 centimetri e dal peso (difficilmente estraibile in situazioni pararettali al pronto soccorso) approssimativo di un chilogrammo. Se non sarà un successo, ho paura che saranno dolori. (Marco Belardi)