Disturbi bipolari: THE OFFERING – Home


Ricordo bene che quando sono entrato qua dentro, una delle prime cose di cui mi venne in mente di scrivere fu questo EP omonimo scritto da cinque debuttanti della costa orientale degli Stati Uniti: i The Offering. Dopodichè li lasciai perdere, pensando che non gliene sarebbe fregato niente a nessuno. Anche perché avevano parecchi riff alla Nevermore, che al solo nominarli in questa sede, vieni circondato da numerosi cani da combattimento che attendono solo l’ordine del Messicano per scagliarsi contro di te.

Da adoratore dei cani quale io sono, non ho certo potuto richiudere un occhio ora che i The Offering si sono ripresentati sul mercato con intenzioni più serie, leggasi Century Media, e un disco intero da ascoltare. Si intitola Home, e nel suo caso mi trovo seriamente in dubbio sul da dirsi. Vediamo di fare un po’ d’ordine: per loro fortuna Alex Richichi ripropone lo stesso cantato di scuola metal americano (Control Denied e simili, in particolar modo) infilato però in un contesto sempre più sfacciatamente moderno. Che poi sarebbe la stessa identica solfa dei Protest The Hero, solo che qui ci sono tutte le varianti del caso. Queste ultime mi preoccupano un po’, e se già nell’ EP trovavamo un growl che non mi esaltava affatto, qua Alex tende ad esasperarne l’utilizzo, abusandone, passando per qualche urlaccio e per una ricerca della varietà a tutti i costi con cui la pagherà a caro prezzo in termini di personalità. Sostanzialmente si tratta di un interprete dall’ottima tecnica esecutiva: cantasse pulito e non stesse a rompersi il cazzo, se c’è già ciò che gli riesce al meglio, e se appunto quest’aspetto si fonde come meglio non si potrebbe con la sua musica.

L’altro cambiamento è il parziale distaccamento dall’heavy metal classico tipico del dischetto di debutto. I riff alla Jeff Loomis che potevamo percepire nell’EP erano quelli dei primi tempi dei Nevermore. Qua dentro ritroviamo cose ricollegabili all’epoca di Dead Heart In A Dead World, o al limite di Enemies Of Reality. È la varietà di Home a fregarlo un po’, dato che si passa dal pezzo che vuole ammiccare agli Slipknot (Ultraviolence) ad altro materiale che combatte un po’ con l’identità stessa del disco. Identità che nell’EP era fortissima, qua un po’ meno. In ogni caso Home è ugualmente buono, come in occasione della suite che gli dà il titolo e di brani di punta come Lovesick.

Bipolari nati, i The Offering soli due anni fa si potevano considerare una band heavy metal con gradevoli sfaccettature da cogliere all’interno delle loro gradevoli composizioni. Ora li ritroviamo in balia di due distinte anime dominanti, a darsi il cambio ripetutamente e cozzare l’una contro l’altra. Questo è il discrimine che stabilirà se potrete preferire Home al più priestiano ed omogeneo EP di debutto, oppure viceversa. In ogni caso un nome da tenere d’occhio. (Marco Belardi)

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