THE MONOLITH DEATHCULT – Tetragrammaton (Season Of Mist)

the-monolith-deathcult-tetragrammaton-2013Ho sempre faticato a comprendere l’adorazione nei confronti di questa band: acclamati da molti come i nuovi Morbid Angel, considerati capaci di fondere in modo eccellente l’assalto tipico del death metal con le atmosfere dell’industrial e dell’elettronica in genere. Personalmente, non sono mai riuscito ad arrivare in fondo ad un loro album senza sbadigliare prepotentemente, e purtroppo questo Tetragrammaton non fa differenza.

I The Monolith Deathcult nascono in Olanda nel 2002 e dopo due dischi che francamente non ho mai sentito nemmeno per sbaglio pubblicano, nel 2008, Trivmvirate, l’album del botto che li proietta (chissà perché poi) nell’Olimpo delle nuove divinità del death metal. Va detto che se non altro Trivmvirate aveva qualche idea interessante come Deus Ex Machina e Wrath Of The Ba’ath ma la questione si chiudeva lì. In Tetragrammaton non c’è invece nulla di memorabile o anche solo lontanamente interessante: produzione bombastica che neanche i Five Finger Death Punch; blastbeat un tanto al chilo e orchestrazioni buttate là per cercare di dare un tono epico ad un album che di epico non ha nemmeno l’artwork.

Ripeto: non riesco a capire come si possa adorare una band che ha come unico “pregio” quello di aver saputo mettere in musica il concetto di “manie di grandezza”. Tetragrammaton è pretenzioso, arrogante, abbaia senza mai mordere sul serio e soprattutto, è fastidiosamente noioso. Se a questo aggiungiamo che le canzoni non scendono mai sotto i 6 minuti di durata potete capire anche voi che sforzi titanici mi sono dovuto sparare per riuscire ad arrivare alla fine senza collassare finendo direttamente in fase REM senza passare dal via. Il popolo di Internet già osanna il nuovo capolavoro della band olandese ma mi viene il dubbio che si sia ormai affermata un’adorazione incondizionata e ingiustificata nei confronti di band che hanno come unico punto forte il sapersi presentare in pompa magna. Che poi voglio dire, questi ci mettono 5 anni a comporre un disco e mi devi pure rifilare un polpettone assurdo che neanche alla festa della cotica? Ascoltare Tetragrammaton è come bersi una birra scadente in spiaggia sotto il sole d’Agosto: ti stordisce, ma in senso brutto. Piuttosto ascoltatevi il nuovo Cerekloth che spacca. (Luca Bonetta)

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