E meno male che si dovevano sciogliere
E pensare che a me i dischi della reunion senza Paul Barker erano piaciuti pure. A Cortesi facevano cacare pure quelli e, sapete com’è, quando mi trovo in disaccordo con Cortesi mi viene sempre il dubbio che abbia comunque ragione lui. Verso la fine del secondo mandato di Bush, Al Jourgensen, nel timore di restare a corto di argomenti, giurò che The Last Sucker sarebbe stato l’ultimo album dei Ministry. Del resto, sotto la presidenza Obama ti puoi far notare soprattutto se sei un repubblicano di quelli indifendibili, tipo Dave Mustaine o Ted Nugent. Poi è venuto fuori il movimento Occupy Wall Street e giustamente Al ha pensato che fosse il momento giusto per tirare di nuovo fuori la sua demagogia da squat di bassa lega. Anche perché gli stupefacenti costano. Vi dico la verità, io il nuovo Relapse non l’ho manco ascoltato. Ma se il singolo è una roba del genere non è che possa averne tutta questa voglia:
Mah. Più costruttivo segnalare che il 10 aprile vedrà la luce su Dvd Fix: The Ministry Movie, il più volte rimandato documentario sulla band, girato da Doug Freel (che aveva già firmato Cliff’em All) durante lo Sphinctour del ’96, ovvero uno dei momenti della carriera dei Ministry durante il quale Jourgensen fu più vicino allo sbrocco totale a causa della quantità industriale (har har) di droga che assumeva quotidianamente.
Tra gli ospiti illustri Trent Reznor, Dave Navarro, Lemmy e Ogre Nivek degli Skinny Puppy, che dicono la loro sulle mille maniere di rovinarsi che offre la vita on the road. In allegato il cd con la colonna sonora, scritta da Barker.
Intervistato da MetalSucks, Jourgensen (che appare in ottima forma per essere un cinquantatreenne tossico, ennesima prova a suffragio del cosiddetto ‘teorema di Lou Reed’: il salutismo è un falso mito ed è tutta questione di culo) ha assicurato, tanto per cambiare, che dopo Relapse non pubblicherà più dischi. E se a fine anno vincessero i Repubblicani?
Dovremmo ricordargli del movimento dei pastori sardi, magari ci tira fuori un concept e ce lo ritroviamo che suona per altri dieci anni.
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ah ah la cosa su Cortesi è vera, io i dischi che stronca lui ma che a me piacciono (comprese le tamarrate dei ministry 2000-in poi) me li sento, tipo, “di nascosto”…
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ah ah la cosa di Cortesi è vera, io i dischi che lui stronca ma a me piacciono tento di sentirli, tipo, “di nascosto”.
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Ha giurato che sarebbe stato l’ultimo….ma poi gli deve essere arrivata una raccomandata da Equillinois che gli intimava di pagare gli arretrati del sert di Chicago.Però concordo con Ciccio Russo,Houses of the Molè e Rio Grande blood sono dei gran lavori
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