Mai più senza: le infradito di Van Halen
L’estate è alle porte e la stampa che conta già inizia a interrogarsi su quali saranno le mode e gli status symbol più calienti delle prossime vacanze. Noi di Metal Shock abbiamo già deciso da tempo le nostre destinazioni (Trainspotting, Charles e Mighi si ritireranno in una baita nel Telemark ad ascoltare Demonaz e mangiare salsicce; io, Mancusi e Stefano Greco ci trasferiremo nel monoloculo climatizzato di Socci al Verano a parlare di Tony Iommi e ripassare la filmografia di Romero) ma, essendo notoriamente attentissimi alle nuove tendenze, abbiamo deciso di pensare anche a voi lettori. Quale oggetto del desiderio consigliarvi per diventare i più invidiati dello stabilimento balneare? Mentre ponzavamo e cogitavamo ci è venuto in soccorso quell’autentico magister elegantiae che è il buon vecchio Eddie Van Halen. Il celebre guitar hero, che in teoria dovrebbe essere impegnato a lavorare a un nuovo disco di inediti con David Lee Roth alla voce, ha appena lanciato una linea di infradito, da sempre segno distintivo del vero gentleman urbano, adornate con i motivi delle famose chitarre Frankenstein adoperate dall’autore di 1984. Le raffinate calzature sono disponibili per la modica cifra di 30 dollari ma valgono sicuramente la spesa, non trovate?
Se poi siete proprio dei fan terminali dovreste anche mettere qualche soldino da parte per acquistare Red: my uncensored life in rock, la recentissima autobiografia di Sammy Hagar, nella quale il simpatico ricciolone racconta di essere stato a un passo dal diventare il cantante dei Pantera nonché di essere stato rapito dagli alieni. Se volete approfondire la prima questione vi rimandiamo al pezzo dei colleghi di Metal Insider, la storia degli alieni è invece venuta fuori durante un’intervista concessa al sito di Mtv. Sammy afferma di essersi imbattuto anni fa nella solita nave che solcava i cieli della California con due bizzarre creature all’interno. Gli extraterrestri si sarebbero connessi a lui con della tecnologia wireless ante litteram per scaricare delle informazioni dal suo cervello. Me cojoni. Hagar ha poi spiegato di essere un grandissimo appassionato della materia, sulla quale sarebbe in grado di scrivere un altro libro (magari a quattro mani con Roberto Pinotti, sennò non lo compriamo) e di aver incentrato i testi di molti suoi brani su tali argomenti. “Non le hit, ma i brani minori” ha spiegato. Deve restare underground, insomma. Perché “questo è il mio lato mistico, non ho potuto esprimerlo maggiormente altrimenti la gente avrebbe pensato che fossi pazzo”. Ma no, Sammy, che dici mai.
Dato che abbiamo menzionato David Lee Roth, ne approfittiamo per postare un altro video tratto da Metalocalypse che vede protagonista il nostro personaggio preferito in assoluto: Dr. Rockso, The Rock’n’Roll Clown (he does cocaine), ispirato appunto al pittoresco vocalist. Lo so che non c’entra niente col pezzo ma non sono riuscito a resistere. (Ciccio Russo)
AHAHAHAHAHAH il quasi singer dei pantera. Mitologico quel tizio.
Comunque a Telemark voglio andarci pure io, ma credo che opterò per 2 settimane a Londra.
“Anche io sarei voluto nascere nella Londra degli Anni 70 o a Oslo nel ’91″(cit.)
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“…i motivi delle famose chitarre Frankenstein adoperate dall’autore di 1984.”
‘azzo, giuro che non lo sapevo che Orwell suonava la chitarra!!avrà imparato dagli anarchici catalani?
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