Avere vent’anni: DEMONS & WIZARDS – Touched by the Crimson King

Parlando del debutto, avevo raccontato di come il progetto Demons & Wizards avesse creato grandi aspettative tra i fan dei due gruppi coinvolti. Bene, per questo secondo lavoro successe l’esatto contrario: non se lo filò nessuno. Forse il motivo principale fu che il suddetto debutto finì per deludere le attese, o forse la causa va ricercata nel fatto che la bolla del power metal si era oramai sgonfiata, lasciando solo macerie e qualche ricordo vago. Di sicuro influì il diverso status di Iced Earth e Blind Guardian, entrambi definitivamente usciti dal loro periodo d’oro, o quantomeno percepito come tale. La band di Jon Schaffer veniva dal loffio The Glorious Burden, aveva Ripper Owens alla voce (caratteristica che di solito viene associata alla sfiga nera, purtroppo non senza ragioni) ed era entrata in un tunnel autoreferenziale che l’aveva portata, in quello stesso 2005, a pubblicare l’ormai famoso Dvd-documentario sulla battaglia di Gettysburg presentato dalla guida turistica coi baffi. Dal canto loro, i Blind Guardian avevano pubblicato tre anni prima A Night at the Opera, disco sottovalutatissimo ma che, purtroppo, nella percezione dei fan era inteso come passo indietro rispetto a Nightfall in Middle-Earth; l’abbandono rassegnato di Thomen Stauch e l’approdo alla Nuclear Blast, poi, erano chiari segnali che qualcosa si era irrimediabilmente sfaldato e che il futuro sarebbe stato molto poco fulgido (e qui, purtroppo, la percezione popolare ci aveva visto benissimo).

Insomma, a nessuno importava nulla dell’uscita di un nuovo disco dei Demons & Wizards nel 2005. Paradossalmente c’è stato forse più interesse per il terzo album, quello uscito pochi anni fa, perché i due gruppi a quel punto erano in uno stato talmente pietoso che quello era l’unico modo per sperare che Jon e Hansi combinassero qualcosa di decente. E andò davvero così, peraltro. Ma Touched by the Crimson King uscì in una discreta indifferenza generale, e le cose non cambiarono una volta che fu disponibile sugli scaffali.

Purtroppo inizia malissimo, con quella tamarrata di Crimson King sparata a tremila non appena si preme play, amplificata dalla solita produzione ai Morrisound che la fa suonare come se l’obiettivo principe fosse di trapanarti fisicamente i timpani; e stesso discorso si può fare per la terza Terror Train. La migliore è ironicamente quella incastrata fra le suddette due, ovvero Beneath these Waves, ispirata a Moby Dick, che mostra una delicata scrittura in punta di penna sinceramente difficile da ritrovare nella discografia di Schaffer. Bella e particolare Dorian, commovente la ballata conclusiva Down where I am, ma a dire la verità buoni spunti si possono trovare in tutti i pezzi, che raramente scendono al di sotto della sufficienza. Sono poi quantomeno da menzionare le ottime prestazioni di due personaggi che, per motivi molto diversi, sono perfettamente definibili come mostri sacri: Bobby Jarzombeck (Riot V, Fates Warning, Halford, Spastic Ink, Juggernaut) alla batteria; e Jim Morris, quel Jim Morris, responsabile della chitarra solista e, ovviamente, della potentissima produzione. Touched by the Crimson King è un disco strano, che ricerca soluzioni piuttosto peculiari che lo rendono spesso unico, di sicuro difficilmente inquadrabile. Forse il mio giudizio è viziato dall’affetto verso i due protagonisti, non lo nego, e devo ammettere che ricapita nel mio lettore molto più spesso di quanto probabilmente meriti. Del resto, al cuor non si comanda. (barg)

Un commento

  • Avatar di Bonzo79

    Disco nel complesso carino, si lascia ascoltare intero senza mai skippare. Mancano però canzoni veramente belle, che nel debutto c’erano e si alternavano a riempitivi senza speranza. Per me questo progetto non ha mai decollato del tutto

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