Avere vent’anni: FINNTROLL – Visor om Slutet

È facile scambiare l’EP acustico dei Finntroll per un semplice cazzeggio dove oscure foreste umide e muschiose vengono rievocate al ritmo serrato di gracidii di rane e rospi e del cinguettio di uccellini, unici improbabili testimoni dei bagordi di un gruppetto di finlandesi sbronzi che fanno festa in un capanno nella periferia di Helsinki. D’altro canto Visor Om Slutet nasce, secondo le cronache, esattamente così, con i Finntroll che giocano a fare i troll con una lista di strumentini acustici che non finisce più. In realtà quello che ne viene fuori è un EP delizioso per gli appassionati dei toni fiabeschi e misteriosi dei Nostri, una noia mortale per coloro ai quali di foreste e folletti non frega nulla. Ma non credo siate tra questi ultimi se leggete gli Avere vent’anni dei Finntroll.
Visor Om Slutet è un disco per metà dungeon synth e per metà acustico, scelta intelligente per mantenere sia la stratificazione di suoni che normalmente caratterizza la loro musica sia i contrasti per dare il giusto risalto alla componente da folklore fantastico, conferendo movimento e tridimensionalità al prodotto finale. Il risultato è un lavoro molto crepuscolare, in cui le atmosfere più oscure e suggestive sono affidate ai sintetizzatori, da cui emergono le quattro canzoni vere e proprie contenute nel disco. Quattro canzoni per quattro andamenti differenti, iniziando con il solito scoperto tributo a Grieg per poi continuare con la delirante Försvinn du som lyser, qui irresistibile nella sua versione più zumpettona, anche migliore della versione fracassona e tutta appiattita sul suono di Nattfod che verrà rilasciata nel futuro singolo di Trollhammaren. Ma è nella seconda parte che si evince quanto il disco andrebbe ascoltato con la dovuta calma per potersi immergere completamente in quelle atmosfere sinistre, ora rinfrancate dalla pacata Den sista runans dans ora di nuovo inquiete per la sciamanica Madon Laulu. I pezzi più epici sono concentrati alla fine, ma la chiusura è circolare e se la magia ha fatto il suo corso potreste anche ritrovarvi a non voler fermare il repeat sullo stereo. O forse vi siete semplicemente addormentati come dei piccoli troll che ascoltano le favole di Gabriele Traversa. Alla fine uno dei lavori più riusciti dei Finntroll, senz’altro il più suggestivo, senza un vero e proprio picco ma in cui più di tutti conta il viaggio.
Il perché il disco sia dedicato a Teemu Raimoranta è tristemente noto, quindi non mi soffermerò su questo tragico fatto avvenuto poco dopo la pubblicazione dell’EP. (Maurizio Diaz)
mai andato giù, lo ho venduto…
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Mi ricordo che passava il singolo su qualche trasmissione dedicata su mtv o la7. Trollhammeren fu il primo pezzo folk-metal che ascoltai ed era proprio uno spasso. Ora mi cerco “avere vent’anni” dei Manegarm e dei Korpiklaani.
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