Il nuovo DRUDKH ci ha fatto sbadigliare

Dopo aver recensito il ritorno degli Hate Forest, torniamo a parlare di Roman Saenko e di quello che una volta era il suo progetto a latere principale, prima di diventare il suo gruppo di punta. A me il nuovo Drudkh, intitolato All Belong to the Night e fuori per Season of Mist, cioè l’etichetta semi-major più vicina per impostazione alla Century Media in ambito black metal, non fa sbalordire. Per carità, non è un brutto disco, non è appropriato essere eccessivamente ingenerosi. Ha tutto quello che serve per entusiasmare chi apprezza questo folk/pagan/melodic/black metal piacione: gli stacchi acustici dove te li aspetti, gli arpeggini dove te li aspetti, i riff in flanger dove te li aspetti, i giri di basso dove te li aspetti, i blast dove te li aspetti, il tumpa-tumpa-tumpa in doppia cassa dove te lo aspetti… Che palle, vero? Già, quello che dico anch’io. È… è prevedibile, ecco; è un buon disco con quattro pezzi lunghissimi (ben tre sono sopra i dieci minuti) che scorre via facile facile ma che, alla resa dei conti, emoziona poco e lascia abbastanza neutrali sul giudizio finale.
Naturalmente sono state scritte incensazioni mirabolanti sulle quali io avrei più di un motivo per esprimere il mio completo dissenso ma – se anche ne valesse la pena – la mia rimarrebbe una voce fuori dal coro. La maggioranza vince, no? Così sia. Ribadisco, al primo impatto non è un brutto disco e tale rimane anche dopo svariati ascolti, ma non è nemmeno paragonabile ai loro primi tre album che beneficiavano di una spontaneità ed un’atmosfera cupissima che i Drudkh odierni hanno perso per strada purtroppo già da tanto tempo. L’essere diventati super-black-metal-rockstar non ha giovato loro, creativamente parlando. Di sicuro i conti in banca di Saenko sono lievitati, anche grazie alla ferocissima attitudine destrorsa da scafato gerarca della Gestapo che fa tanto fico ma non contribuisce in alcun modo alla stesura dei pezzi. Parliamoci seriamente ordunque: esistono decine, centinaia di gruppi che non hanno un millesimo della visibilità dei Drudkh odierni ma che li battono nel loro campo per attitudine, atmosfere, convinzione, cattiveria e credibilità. Questo è black metal all’acqua di rose, chiamiamo le cose col loro nome. Quello che mi fa incazzare è che All Belong to the Night venderà dieci volte tanto l’ultimo Hate Forest, ci scommetto le palle. (Griffar)
Pure sulla “ferocissima attitudine da scafato gerarca” ci sarebbe da dubitare, altrimenti come si spiega che da circa un anno nel suo paese c’è praticamente una mobilitazione generale per il fronte e lui se ne sta tranquillo a casa a strimpellare?
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