Avere vent’anni: AIRBORN – Against the World

Fermi tutti. Against the World è uno dei migliori dischi power metal mai usciti dalla Penisola, e il fatto che non abbia avuto un centesimo del successo che meritava non ha alcuna spiegazione. Album di debutto di un gruppo torinese spuntato fuori dal nulla, Against the World, per come è stato scritto, prodotto e interpretato, restituisce perfettamente quei lontani tempi in cui eravamo tutti più felici e spensierati; la stessa sensazione, si parva licet componere magnis, che si ha con l’italodance anni ’90 e con la certezza che cose così belle, pure e innocenti nella loro ingenuità non potranno mai più ripetersi. Against the World è divertente e allegro, ma non sbracato come gli epigoni dei Dragonforce; perché è sempre la melodia ad essere messa in primo piano, per quanto scanzonata possa essere. E il tutto è ben confezionato e impacchettato da Piet Sielck, che lo fa suonare esattamente come Unification dei suoi Iron Savior, con quel suono preciso, nitidissimo, quasi robotico, che sta benissimo nel contesto; qualsiasi altra produzione non avrebbe valorizzato allo stesso modo le idee e lo spirito degli Airborn.

Il disco è tendenzialmente tutto bello, senza grossi riempitivi, ma ha dei pezzi che spiccano sugli altri e che da vent’anni risuonano nella mia testa con una certa costanza. Innanzitutto The Hero, la canzone con la quale scoprii il disco (su segnalazione di Luca Arioli, che la gloria scenda su di lui) e per la quale fu girato un video già all’epoca graficamente improponibile, con una CGI quasi anni Novanta: musicalmente è uno dei pezzi più allegri e divertenti della storia del power metal, e fa specie sentire il vocione roco di Piet Sielck scandire quei cori zumpettoni. Poi Born to Fly, un manifesto programmatico, una canzone perfetta in ogni sua parte: riff, chitarre ritmiche, batteria incalzante sulla strofa, ritornello epico da pugni al cielo e testate al muro, assolo esattamente come dovrebbe essere e tante, tante, tante lacrime di gioia. E non ci si può esimere dal citare Return to the Sky, forse il vero capolavoro del disco, per la quale non servono parole: ascoltatela e basta.

Against the World ovviamente non si esaurisce qui, e contiene altre chicche che vale la pena di riscoprire – o di scoprire, se avete la iattura di non conoscere il disco. Ciò che rendeva gli Airborn così peculiari all’interno della scena italiana era proprio la loro attitudine scanzonata: i gruppi power tricolori tendevano a prendersi un po’ troppo sul serio e a infarcire il proprio suono di barocchismi, virtuosismi, melodie stracciacore eccetera; non troverete nulla di tutto questo in Against the World, eppure ascoltandolo non si può avere dubbi sulla provenienza geografica degli Airborn. A costo di ripetermi, devo ancora una volta esaltare il lavoro di produzione di Piet Sielck, specialmente per quella cassa così fredda e meccanica senza il quale l’album avrebbe perso in tiro e intensità. In un mondo perfetto gli Airborn sarebbero famosissimi e ora festeggerebbero il ventennale di Against the World risuonandolo per intero in stadi pieni di gente che intona Born to Fly all’unisono, facendo impazzire i sismografi. Chiudo celebrando la traccia fantasma, una spettacolare cover del tema di Bubble Bobble che purtroppo non riesco a recuperare in rete. Se vi piace il power metal non fatevi scappare Against the World. (barg)

3 commenti

  • Non c’entra una mazza e ha anche più di 20 anni, però parlando di piccole perle che inspiegabilmente (o quasi) non hanno ottenuto il successo che avrebbero meritato, mi pare che su queste pagine non si sia mai parlato di Cycles dei Wicked Maraya, del 1994.
    Se vi avanza un po’ di tempo e trovate un pretesto per farlo, mi piacerebbe leggere un articolo dedicato a questo disco a cui sono particolarmente affezionato, che visto il poco successo ha inevitabilmente portato a tentare uno stile differente nei lavori successivi, con prevedibili conseguenze.
    E appunto per questo mi è venuto in mente leggendo l’articolo, perché in un mondo perfetto ora i Wicked Maraya sarebbero famosissimi ecc ecc 🙂
    https://www.youtube.com/watch?v=LQByJLLJFqQ

    "Mi piace"

  • Grazie della dritta. A proposito di gruppi power italiani e in ispecial modo Piemontesi, non ho mai visto recensire di “Lady Of The Lore” dei Desdemona, che pure è un gran disco: sapreste spiegarmi il perché?

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...