Non temere di aprir bocca: FRIISK – …un Torügg Bleev Blot Sand

Inconsapevoli che il loro monicker assomigli tanto al nome di certe caramelle alla menta per rinfrescare l’alito, esordiscono sulla lunga distanza i tedeschi Friisk, dopo un notevolissimo EP di tre anni fa (De Doden van’t Waterkant) ed uno split EP con i conterranei Loth dell’anno passato. Chiamarsi in un modo simile a delle mentine, se ci si inserisce in un contesto black metal potrebbe non sembrare serio, ma i ragazzi incidono per Vendetta records, che a memoria d’uomo non ha mai prodotto una ciofeca che sia una, quindi, passati i momenti faceti e i sorrisini ironici, concentriamoci sulla loro musica.

…Un torügg bleev blot Sand è un disco bellissimo di eccellente atmospheric black metal, in parte influenzato dai Wolves in the Throne Room degli esordi, in parte dai Nocte Obducta e in parte dai Nagelfar, con qualcosa dei primi Satyricon e molta farina del loro sacco. Incredibilmente la intro (in tedesco si dice Einklang, loro per i testi usano i dialetti antichi della loro regione, la Frisia, oltre a tedesco maccheronico e dialetti della Germania del Sud) non è inutile, tutt’altro. Sarà perché di fatto è unita al primo brano Dem Wind Entgegen come se fosse un unico pezzo di quasi undici minuti, partendo dolce e soffice come una nevicata e andando poi in crescendo in classico stile WITTR, prima di esplodere nel blastbeast spettacolare che coincide col cambio di numero di brano del lettore CD, senza discontinuità tra le due composizioni.

I cinque ragazzi (voce e tastiere/due chitarre/basso/batteria) disegnano musica da sindrome di Stendhal, perché se si parla di atmospheric black metal devono essere proprio le atmosfere cupe, criptiche, glaciali ed evocative a farla da padrone, e nessuna di queste peculiarità viene tralasciata o messa in secondo piano. Il disco sa essere violento e tirato ma è spesso anche rallentato, sospeso su tempi sognanti distanti dal puro incubo proprio di un disco black canonico, e con melodie spettacolari. …un torügg bleev blot Sand è un disco che mi sento di consigliare anche a chi il black metal non lo digerisce o non vuole prenderlo in considerazione: fidatevi, questo disco è capace di stupire chiunque. I ragazzi hanno classe da vendere, non si preoccupano di compiacere schemi triti e ritriti e vanno per la loro strada che può anche incrociare il post rock, il folk, l’acustico puro, il progressive (come hanno fatto i Nocte Obducta) prima di deflagrare nuovamente in sezioni velocissime che ti tirano fuori i brividi anche se in stanza ci sono 35 gradi ed il ventilatore a palla. Difficilissimo individuare un brano che spicchi tra tutti, anche se penso che la title track sia tra le più varie e cangianti per varietà compositiva, in un contesto coerente e mai confusionario.

Probabilmente ai puristi del black più nero questo album non dirà chissà che, mancando del tutto della malignità tipica del genere più ortodosso; ma la cosa è intenzionale, perché i Friisk hanno preferito muoversi in zone differenti nell’ambito di un genere musicale che gli consente ogni sorta di divagazione. La lenta Fiebertraum chiude il disco tragica e maestosa, con chitarre arabescate spettacolari che sono vicinissime ai vertici del genere. Atmospheric black metal di questo livello non ce n’è mica tanto in giro, non fatevelo scappare. Io sto già immaginando cosa potrebbe essere un loro nuovo disco, sarà pazzesco perché, se dall’EP a oggi sono migliorati così tanto, qui siamo nel campo dei potenziali pezzi da 90. (Griffar)

4 commenti

  • Mi ascolto i Friisk mentre ho il raffreddore,bevo il caffè, fuori c’è il temporale,e leggo la storiografia delle varie batmobile

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  • Per certi aspetti, leggendo qui mi è sembrato di rivedere la proposta dei Wormwood (ultimo album bellissimo).
    Sentendoli, direi che sono molto più propriamente Black Metal dei sopracitati e trasmettono molto di più il candore della fiamma nera, ma hanno comunque il loro perché.

    Approfondisco. Sempre bello fare certe scoperte.

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  • Sentiti all’uscita e riprovati in questi giorni dopo aver letto l’articolo. Per quanto non siano da buttare hanno un modo di comporre che trovo un po’ troppo ampolloso, che vorrebbe dire tanto e che invece dovrebbero scremare per ottenere qualcosa di più diretto nella sostanza: giusto in questo senso il paragone coi Wolves, che secondo me hanno sempre avuto lo stesso difetto. Insomma ottimi nel creare atmosfera, ma oltre i due brani di seguito per me è difficile andare.

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    • Ammetto che mi ritrovo in questo commento.
      Dopo averli sentiti con più attenzione, fatico a trovare tutta questa novità o stupore nel sentirli.
      Per carità, roba buona, fatta bene e con il suo perché, ma penso che gente tipo i Wormwood siano almeno 2/3 spanne sopra.
      Hanno sonorità meno maligne, ma se cerchiamo black metal da farci rizzare le orecchie, cerco altrove e non i Friisk.

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