Autarchy in the UK: lo split Arx Atrata/Bleakwater Shrine

Per ora solo in formato digitale (ma completo di artwork se lo comprate su Bandcamp, così se siete in possesso di una stampante e non siete un inetto come il sottoscritto potete stamparvi il libretto), ma è uscito un nuovo disco degli Arx Atrata, quel gruppo inglese di black metal atmosferico con iconografia silvestre molto marcata del quale ho scritto qualche tempo addietro. Si tratta di uno split CD con un gruppo conterraneo, i Bleakwater Shrine, che si muove in ambiti un po’ diversi, più post-black/death/doom cadenzato malinconico e soffuso, simile nei concetti alla musica di Arx Atrata ma differente nello stile, visto che manca dell’aggressività tipica di un’impostazione stilistica incentrata sul black metal.

Viene smentita la regola di Arx Atrata di pubblicare un nuovo disco ogni tre anni, visto che solo due ne sono passati dal precedente The Path Untravelled, anche se ho l’impressione che questa uscita sia stata concepita come apripista per qualcosa di nuovo da parte di entrambe le band. Ci sono sette pezzi, tre dei quali sono brevi intermezzi di sole tastiere ambient attribuiti ad un progetto di nome Arx Silvestris, del quale non si trova traccia pregressa alcuna ma che sembra essere un progetto ambient dello stesso tipo di Arx Atrata: per adesso non sembra nulla per cui perdere la testa, ma c’è troppa poca musica per farsene un’idea definita. Il che riduce il lavoro all’effettivo formato di quattro brani, due per ciascun gruppo, pure loro completamente strumentali.

The Warrior Cycle Cover

I pezzi sono tutti piuttosto lunghi: i due di Arx Atrata vanno tra i sette e gli otto minuti, mentre l’altro gruppo, essendo più lento, si spinge su minutaggi maggiori, oltre i nove e gli undici. La forma interamente strumentale dell’album è abbastanza particolare e poco praticata nel circuito metal estremo, a meno che non sia espressamente dichiarata la natura progressive della band (vedi Tempel o Shroud Ritual) e, almeno nel caso di Arx Atrata che non ha una tradizione strumentale, la cosa lascia un po’ interdetti, perché secondo me se i brani avessero delle parti cantate sarebbero migliori e più coinvolgenti. Dei Bleakwater Shine non esprimo chissà quale opinione, perché non li conosco più di tanto e dovrei farmi un’idea degli altri loro lavori (se ne hanno fatti), ma per quanto mi riguarda preferisco Arx Atrata nella loro forma classica con canzoni complete di tutto. Qui non viene a mancare l’atmosfera da bosco infestato da ogni sorta di spirito malevolo possibile ed immaginabile, e le melodie continuano ad essere composte ed arrangiate da quello che secondo me è un fuoriclasse dell’atmospheric black, però gli manca qualcosa… Spero comunque che questo episodio sia solo un antipasto di quanto verrà proposto in futuro, e probabilmente (auspicabilmente) ai due brani Retribution e Succession qui pubblicati in versione advance verrà associato un testo. Solo per completisti. (Griffar)

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