Frattaglie in saldo #35: focacce coi ciccioli

Qualche uscita di questi primi mesi del 2018 perché non ho avuto tempo di scrivere una recensione lunga per ogni album.

Abysmal Grief - Blasphema sectaABYSMAL GRIEF – Blasphema secta

A gennaio 2018 sono tornati gli Abysmal Grief, band di culto dell’underground italiano. Blasphema secta si scosta poco da quanto fatto sentire fino ad ora dalla band genovese, la quale va sempre dritta per la sua strada. Il loro doom metal funereo – uso questa etichetta per amore della semplicità – risuona sempre nelle orecchie come una cadenzata marcia funebre, e in quest’occasione si ammanta forse di un’aurea più tendente all’atmospheric black metal. La cover degli Evol – citati da Regen Graves nell’intervista rilasciata a Metal Skunk – è probabilmente la traccia più emblematica di questo nuovo enfasi data alla loro musica. Ci ho messo un po’ di ascolti ad apprezzarlo, ma ora, sebbene non sia troppo esperto di tutti i riferimenti artistici e culturali della loro proposta, mi sono abbastanza convinto che Blasphema secta sia il miglior album pubblicato finora dagli Abysmal Grief.

b_1_q_0_p_0IN VAIN – Currents

Presentati dovunque come la band live dei Solefald, gli In Vain hanno semplicemente la (s)fortuna di essere capitanati da Sindre Nedland, fratello di Lazare, membro dei Borknagar e del gruppo più irriso di sempre su Metal Skunk. Ovviamente è capitato che gli In Vain fornissero i membri per le poche apparizioni dal vivo del duo che compone i Solefald, ma sono comunque una creatura che vive di vita propria. Perché gli In Vain, piuttosto che muoversi sul filo del rasoio che separa le sperimentazioni d’avanguardia dalle stronzate, si dedicano invece a un progressive metal pesantemente contaminato da influenze thrash e black. Currents, che dalla copertina sembra l’ennesimo album di un gruppo andato in fissa con l’acqua, il mare, l’oceano, diventa estremamente melodico e raccoglie quell’eredità del death svedese che sembra essere tornato in voga di recente. Le vocine pulite da coro dello Zecchino d’oro à la Borknagar degli ultimi tempi a lungo andare stomacano, ma l’album rimane comunque di pregevole fattura. 

a2291843550_10EARTH AND PILLARS – Towards the Pillars

Gli Earth and Pillars sono uno dei fiori all’occhiello del black metal italiano pubblicato dalla Avantgarde Music, punta di diamante delle case discografiche italiane. Towards the Pillars in realtà era stato concepito inizialmente come la versione elettro-ambient del loro precedente e ottimo Pillars I. Però, a quanto ci dice l’etichetta, il progetto ha poi assunto vita propria. Ovviamente il trio italiano mantiene un certo alone di mistero e non si espone mediaticamente (per quello che può voler dire nel nostro ambito). Quindi magari in futuro scopriremo che pure loro hanno scritto quest’album in una fredda cella che i membri condividono in qualche carcere della penisola, e quindi ci sembrerà tutto molto più radikult; ma per il momento il giudizio rimane sospeso.

b_1_q_0_p_055VJ4AQ0PESTILENCE – Hadeon

Infine, per aggiungere ancora un po’ di italianità (latente) a questa puntata, qualche parola ancora su Hadeon dei Pestilence. Niente di troppo importante da dire in più rispetto a quanto detto da Ciccio nella precedente puntata di Frattaglie in saldo: nulla di particolare ma meglio delle ultime uscite post-reunion. A ciò mi permetterei di aggiungere solo che a questo punto è meglio ascoltarsi gli Obscura, ché quando si tratta di riprodurre Spheres in diverse salse sono maestri. Ciononostante la vicenda ha assunto connotati assurdi quando la prima copertina (che riproponiamo qua affianco) è stata ritirata a causa di un copia-incolla da parte dei disegnatori ai danni di altri opere. A me in realtà sembrava più che altro un’ambientazione a metà tra Starcraft II e Alien vs Predator. E, come se ciò non bastasse, l’uscita era prevista a marzo ma l’album era disponibile su Spotify già a gennaio senza che fosse fatto nulla… Forse Patrick Mameli ha proprio smesso di crederci per davvero. (Edoardo Giardina)

Un commento

  • Molto bello l’ultimo Abysmal Grief ma non il migliore secondo me, volendo fare i pignoli i pezzi effettivi nel disco sono pochi (tre inediti, un intro, una strumentale ed una cover). Rimangono comunque l’unico gruppo italiano del quale compro tutto a scatola chiusa.

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