NORTHER – Circle Regenerated (Century Media)
Il 2006 per il sottoscritto fu un anno decisamente amaro e da dimenticare. Una sola cosa illuminò improvvisamente il tutto: quel raggio di sole si chiama “Till Death Unites Us”, quarto disco in studio dei Norther, ad oggi da me ancora considerato come il miglior disco di death metal melodico made in Finland mai pubblicato. Ebbene sì, nel corso degli anni i Norther, a mio avviso, sono riusciti a surclassare i tanto osannati “fratelli maggiori” Children Of Bodom. Disco dopo disco il combo finlandese è riuscito nell’impresa di risultare più fresco ed avvincente dei COB, che a partire da “Hate Crew Deathroll” hanno iniziato a “modernizzare” il proprio stile fino ad arrivare al non proprio esaltante “Relentless Reckless Forever”, e questa non è cosa da poco.
Il successivo disco dei Norther “N” (2008) viaggiava ancora su standard qualitativi altissimi. Tutto filava liscio insomma, tutto sembrava una favola finché, come un fulmine a ciel sereno, Petri Lindroos (cantante e compositore principale) decise di lasciare la band nel 2009 per dedicarsi a pieno regime agli Ensiferum. Devo ammettere che quando appresi tale notizia un senso di ansia mi pervase. In parte perché considero Petri un mito, un modello da seguire, in parte perché appunto la maggior parte delle idee musicali dei Norther erano frutto della sua mente. (Luca sappi che tu sei il mio Petri Lindroos, ndbarg)
Preso dallo sgomento iniziai a visitare quasi ogni giorno il sito internet della band per vedere chi sarebbe stato l’erede dell’insostituibile Petri. Alla fine venne ingaggiato Aleksi Sihvonen, già singer di Medicated e Imperanon, e devo ammettere che quest’ultimo si è dimostrato, con mio grande stupore, un vero e proprio clone di Petri. Il singolo “Breaking Myself Away” uscito lo scorso anno era infatti un vero e proprio inno in pieno stile Norther e all’epoca pensai che se il disco fosse stato tutto cosi si sarebbe potuto parlare di ennesimo capolavoro. Le mie aspettative erano molto buone, e quindi mi sono messo all’ascolto di “Circle Regenerated” con grande interesse. Purtroppo, dopo le prime note, ho dovuto in parte cambiare idea.
Premetto da subito che il sound Norther è rimasto riconoscibilissimo al 100% e le coordinate stilistiche viaggiano più o meno sulla scia degli album sopracitati. La pecca, se cosi si può chiamare, è l’eccessiva presenza delle clean vocals da parte del chitarrista Kristian Ranta. Per carità, tutto si svolge con naturalezza e nulla è lasciato al caso, ma i passaggi clean non sempre mi hanno convinto appieno perché a volte smorzano l’impatto sonoro della band. La prima parte del disco è tuttavia notevole con “Through It All” e “The Hate I Bear” a farla da padrona, fino ad arrivare a “Some Day”, vero e proprio masterpiece dove il break melodico centrale vi si piazzerà nel cervelletto ad imperitura memoria. Il già citato singolo si dimostra una delle migliori songs dell’intero lotto. Gli assoli di chitarra sono sempre godibilissimi ed il gusto melodico rimane sempre sopraffino.
È legittimo chiedersi come sarebbe stato il tutto con Lindroos alla guida, ma è anche vero che i Norther, alla fine dei conti, ci hanno nuovamente mostrato e dimostrato di essere ormai i veri e propri maestri del death metal melodico finlandese. “Circle Regenerated” spazza via qualsiasi tipo di concorrenza sulla piazza. Sicuramente ci vorranno molti ascolti prima che lo apprezzerete appieno (io ormai sono a quota 15 circa) ma sono sicuro che rimarrà nel vostro stereo molto a lungo! (Luca “Acey” Arioli )
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