AA.VV. – Whom The Moon A Nightsong Sings (Auerbach Tonträger – Prophecy Productions)

Spesso da me ingiustamente vituperate o ritenute inutili, le raccolte di artisti vari sono, come in questo caso, un’ottima occasione per farci vedere cosa c’è di nuovo in giro. Altre volte invece, come in questo caso ancora, sono un’ottima vetrina nella quale gruppi già da tempo sulle scene mettono in mostra il nuovo singolo, anticipo di un full lenght. Oppure, infine, sono l’occasione per pubblicare pezzi rari e versioni inedite, la classica ciliegina sulla torta, di qualche mostro sacro e padre fondatore del genere. Repetita iuvant: come in questo caso. E siamo a tre, dunque è proprio il caso di parlare di quest’ultima AAVV della Prophecy. In un precedente articolo sugli Empyrium, che qui presentano il neonato The Days Before The Fall, brano foriero di futuri godimenti per i miei padiglioni auricolari, avevo bollato la suddetta Whom The Moon A Nightsong Sings come raccolta dal pomposo titolone. Come darmi torto, nevvero, ma avendola ascoltata ammetto di essere stato un tantinello frettoloso (non è colpa mia, è stata la gioia nel riascoltare gli Empyrium che mi ha obnubilato), e sono dunque pronto a mangiarmi la suola delle scarpe. 

Romanticismo, misticismo, mitologia norrena e naturalismo, questi i riferimenti predominanti nel mondo dark symphonic folk. 100 minuti di interminabile rilassatezza che però ad un orecchio non abituato al genere possono risultare troppi. Tra le molte proposte di questo doppio cd si distinguono e convincono soprattutto i tedeschi Neu Welten con un lungo Crescendo di suoni e atmosfere, i Vàli, con due brani molto vicini al periodo Weiland dei già citati, i Nebelung e gli October Falls da ascoltare affondati in poltrona mentre fuori tira un vento polare (che per convincerci di quanto è freddo l’inverno finlandese ce lo fanno sentire in sottofondo, da gelarti le chiappe al solo pensiero), gli impronunciabili Ainulindalë che danno un pregevole saggio di musica per esseri superiori (la Musica degli Ainur, come sa chi è pratico del Silmarillion). Ma i miei preferiti restano gli austriaci Dornenreich con il loro magico violino. Per inciso: se per la lirica l’unica lingua possibile è l’italiano, per il dark folk ambient è il tedesco.

Un bel brano dei Tehni, a conferma della loro caratura, e una fine rarità degli Ulver chiudono il tutto. La cover disegnata dall’ottimo Fursy Teyssier dei Les Discrets (presenti anche loro con un pezzo niente male), autore della splendida copertina di Alcest – Écailles De Lune, rende il tutto ancora più prezioso. (Charles)

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