ILL NIÑO – Dead New World (Victory)

Gli Ill Niño erano molto divertenti al debutto. Revolution/Revolución, uscito dieci anni fa per Roadrunner, era un adorabile dischetto nu metal tamarro e commercialissimo, una specie di Slipknot all’acqua di rose con fortissime influenze latine. Codesti cafoni messicani erano particolarmente bizzarri perché avevano delle strofe incazzatissime, col growl filtrato, le chitarre ipersature, epperò nelle parti melodiche ricreavano l’atmosfera di un falò estivo tra diciassettenni messicani in costume da bagno ubriachi marci di tequila che si vomitano addosso e dichiarano il loro amore a Consuelo della III B, pronta a dare il suo corpo cinque secondi dopo la dichiarazione, dietro alle frasche. I testi erano indecenti: c’era un pezzo che si chiamava Rumba e nel cui ritornello lui urlava in growl BAILA LA RUMBA LATINAAA e altre cose molto imbarazzanti. Il gioco è durato due dischi: carino anche il successivo Confession, meno costante del predecessore, ma con pezzi come How Can I Live (splendida la linea do you think of me? do you dream of me? I always dream about you cantata tipo adolescente col cuore infranto, anche se non è da sottovalutare il tremendo testo di Unframed e comunque tutti i testi in generale -l’opener si chiama Te Amo/I Hate You, voglio dire) che rimessi nello stereo fanno ancora la loro porca figura. Poi si sono un po’ persi per strada: su MS stroncai il terzo album One Nation Underground, da lì un altro disco, poi il cambio di etichetta, un EP per riprendere fiato e ora questo Enigma. Il nu metal da radioclassifica dei primissimi dischi ha cambiato pelle, coerentemente con le varie mode del momento, e ora quello che ci troviamo di fronte è un metal americano moderno molto vicino al metalcore, al groove metal e a tutte queste cose belle di cui si aveva sinceramente un po’ le palle piene già diversi anni fa. Certi ritornelli funzionano (l’opener God Is For The Dead non è male, a parte il solito testo da sedicenne incazzato con il mondo), ma è proprio roba che puzza di stantio lontano un chilometro. Ovviamente, vista la provenienza latinoamericana, al debutto i soliti sveglioni che scrivono le recensioni li avevano paragonati ai Soulfly, che però non c’entrano davvero nulla –anche perché gli Ill Nino sono messicani e i Soulfly sono brasiliani, certa gente in testa ha il mondo diviso in cinque o sei zone, tipo le bande dei galeotti americani coi bianchi nazisti, i negri, i mezzi negri, i giapponegri, gli italiani e gli irlandesi: Ill Nino e Soulfly secondo questo ragionamento rientrerebbero nel sottoinsieme dei ‘mezzi negri’, quindi era normale per loro fare il collegamento e scrivercelo nella recensione, no? Tra l’altro personaggi da circo equestre convinti di essere grandissimi recensori li abbiamo tenuti pure a Metal Shock. Ovviamente non posso farvi i nomi, anche se sarebbe liberatorio, però si può agilmente risalirvi perché nella Shock Mail erano quelli (o quelle) che non difendevo mai dagli insulti dei lettori, facendo il finto tonto. Alcuni hanno scritto anche anni. Penso che MS in questo senso abbia provocato seri danni all’editoria italiana, ma danni proprio a livello di reputazione e decenza. Però ci siamo divertiti, dai. (barg)

PS: spero che non ci sia tuttora qualche recensore che paragona ancora gli Ill Nino ai Soulfly, più che altro perché potrebbe sembrare che mi sto riferendo a qualche recensione recente e non è così. Dovrei cominciare a leggere cosa scrivono sugli altri siti, sono sicuro di stare collezionando una bella serie di figure di merda.

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