Quanto era bella la bassista degli Zwan

Quante pippe su Paz Lenchantin. C’è questa cosa nelle bassiste, questa lascivia dolce di pose languide e abbandonate. Il video degli Zwan andava in rotazione molto più spesso di quell’altro in cui c’era lei, quello in cui la nostra brunetta latina con le piccole tette briose e le lunghe gambe fantastiche a un certo punto si lega i capelli. In tutti e due i video era difficilissimo mantenere l’attenzione erotica su di lei, su quei pochi fotogrammi.
In entrambi i video infatti c’erano due pelati mostruosi. In uno il pelato con gli occhi a palla e lo sguardo liquido di chi non vede l’ora di riempirsi di anfetamine e leccare i margini increspati e umidi dell’ano di Maynard Keenan, andando a mitigare il suo prurito anale – quel pizzicore da ristagno di sudore, scarsa igiene intima e herpes – per poi farsi cacare in bocca una merda che sa di merda, con un retrogusto di alcolici, cibi troppo piccanti e speziati, caffè.
Nell’altro c’era un Billy Corgan raccapricciante, che alla bruttezza intrinseca e alla voce a citofono aggiungeva una inedita espressione sorridente su quella sua nuova musica solare del cazzo. Una allegria da erotomane, da disturbo delirante di chi si ostina a (fase I: non accettazione) rifiutare la fine ingloriosa del vecchio gruppo – nonostante inserimento in formazione di bassista ultrafregna con tanto di video con vestito bianco e scollatura assassina che si vede mezza tettina abbondante, si persuade (fase II: autoconvinzione) che in realtà è meglio così, e alla fine (fase III: creazione di mondi immaginari) fonda una band nuova col vecchio batterista, altra fregna al basso e un messicanegro al posto del cinese. E andrà tutto meglio di prima, e i luminosi anni 2000 saranno meglio dei mogi anni ’90. E quello che ha stampato sulla faccia è il sorriso tirato della falsa speranza, di chi comunque lo sa che non sarà così neanche per il cazzo, che stanno per arrivare la delusione e il rancore. Per fare una metafora forse un po’ azzardata, è come uno che si fa lasciare dalla fidanzata che è sessualmente parecchio disinibita e per colmare il vuoto si fa le pippe stendendosi sul letto, con le gambe sollevate sul muro e il bacino inarcato verso la testa in modo tale da sborrarsi direttamente in faccia e in gola, per poi dirsi sorridente che va benissimo così, mentre si lecca i baffi.
Eppure Paz ci riusciva, in mezzo a tutto quell’abominio, a mantenere alto lo stimolo erotico. In una intervista su Metal Shock, Paz disse che dal vivo adorava suonare a piedi nudi, che durante i concerti a volte provava orgasmi. La sua vagina sudata, dovuta allo sfregamento tra fregna e interno coscia, odorava di scorzette di arancia amara, con una punta asprigna tipica della patina umida del formaggio pecorino pepato che suda (questo non lo disse nell’intervista, è una mia ipotesi).
E questa distrazione cognitiva tra lei e tutto il resto causava erezioni dolorose, potremmo chiamarli morbiduri, portava a queste allucinanti pippe da stop-and-go, stimola e frena, pippe che potevano durare decine e decine di minuti e che quindi venivano sfogate sul successivo video in rotazione, che se eri fortunato era la Madonna quarantenne di Hollywood; una Madonna quarantenne che, con le sue supercosce compresse nelle calze a rete e quelle tette strizzate post-toniche e proto-cadenti che sembravano palle di gelato alla vaniglia, ci rivelava forse per la prima volta nella nostra vita della superiorità assoluta della grossolana e sana sensualità della gallina vecchia che fa buon brodo.
Il disco non l’ho mai ascoltato in vita mia, e neanche me ne frega un cazzo. (Il Masticatore)
faresti piangere una cipolla
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Non riuscirò più a vederla con gli stessi occhi dopo questo articolo
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Boh, sarà che sto diventando decrepito ma l’ho trovato di cattivo gusto ‘sto articolo. Intendiamoci: continuo a trovare momenti di apoteosi individualistica nel massaggiarmi l’uccello, coadiuvato da fonti mediatiche nemiche della fantasia. Ma superati i quaranta (quanti anni c’hai Masticatò?) è così irrinunciabile rendere pubblica un’attrazione da pugnetta sepolta dal sedimento dei lustri? Pur se l’intento denigrante è nei riguardi di questa band di cui ignoro qualunque produzione (credo che, come te, dormirò sereno anche senza documentarmi), l’effetto che fa è oltraggioso nei confronti della bassista-donna in “oggetto”.
Datemi pure del moralista in questo caso. Non mi offendo.
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storicizzazione e inquadramento perfetti della nostra generazione. complimenti
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Certe cose si confidano solo al proprio diario e ai lettori di Metal Skunk. Male che vada si scrive su Libero.
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Mi piacerebbe che questo articolo lo leggesse una Michela Murgia di turno per farmi due risate sulla successiva diatriba, matriarcato vs. onanismo: sarebbe molto comico. A parte questo lo trovo inutile. E Melissa Auf Der Maur era meglio.
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Vi leggo sempre con molto piacere, però ho trovato questo articolo molto volgare. Volgare e inutile.
Credo abbassi di parecchio la proposta editoriale sempre di ottimo livello, anche quando scanzonata.
ciao!
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