Questo non è un disco di MARILYN MANSON: We Are Chaos

Era da secoli che un album del Reverendo non mi prendeva così tanto e la cosa continua a stupirmi giorno dopo giorno. Mi approcciai a Marilyn Manson praticamente subito, con un Portrait of an American Family uscito da pochi mesi e con l’annuncio di prossima pubblicazione del suo spin-off, EP, disco di cover o come più vi aggrada definirlo, Smells Like Children. Lo scioc fu vero, almeno per un ragazzo di provincia che di stramberie non ne aveva ancora collezionate a sufficienza. Questi due dischi rimasero nel mio stereo fino all’uscita di Antichrist Superstar che li surclassò e che, come ben ricorderà chi visse il momento, ebbe un impatto devastante: si sentiva Satana ed era palpabile. Brian Warner, a quel punto, da fenomeno ancora poco compreso e troppo distante da vari punti di vista, diventò affare di pubblico dominio, al punto da far paura perfino alle mamme. Era telefonato che un Mechanical Animals non mi potesse piacere/scioccare allo stesso modo. Non che fosse un disco propriamente brutto (sebbene ancora oggi, come allora, mi rompe le palle dopo dieci minuti), però era nell’ordine delle cose disamorarsi rispetto alle pazzerie del signor Warner, assurto a fenomeno maistream e non più “solo mio” (quanto detto non implica giudizi di valore). Dal disamoramento al disinteresse il passo è breve.
Il fatto è che quando esce un album di Marilyn Manson non puoi non saperlo, come non puoi fare a meno di ascoltarne almeno un singolo, in qualche modo ti piove addosso. È esattamente come col pallone: non me ne frega niente di niente del calcio ma chissà come mai so che Roma-Juve è finito due a due e che ha segnato Ronaldo (Ronaldo? Ero rimasto fermo a quell’altro Ronaldo). E così uno/due pezzi sentiti qui o là da Holy Wood, altri uno/due pezzi da Eat Me, Drink Me, altri uno/due da Born Villain ma nulla che mi facesse venire voglia di sentire il disco per intero. Questo fino a quegli uno/due da The Pale Emperor, che è palesemente un ottimo disco e si fa ascoltare tutto, magari non tutto di un fiato, ma comunque tutto. Non posso, dunque, essere né classificato come fan, né come detrattore del Manson musicista (del Manson “altro dal musicista” me ne frega meno di zero, meno del pallone). Semplicemente, non è più la mia tazza di tè da circa vent’anni, da quando, cioè, non si sente più Satana.
Dunque, quando ti piove addosso il nuovo singolo di Marilin Manzo e apprendi che sa ancora stupirti in positivo ti senti in dovere di dargli una chance: We Are Chaos spacca e non mi vergogno di dirlo neanche per un secondo. Ha i suoi cali, chi lo mette in dubbio, e sebbene Satana continui a non sentirsi nel complesso mi è piaciuto molto. Praticamente è un The Pale Emperor più crooneristico e senza parolacce. Il Reverendo qui diventa una perfetta macchina da ballad orecchiabili e anche romantiche. Il mondo, attenzione, non è diventato improvvisamente un bel posto in cui vivere, fa solo un pelino meno schifo di prima (siamo sempre caos, mica chierichetti). Sembra che qui il nostro non abbia avvertito un particolare bisogno di insistere sui suoi aspetti più morbosi, che esistono sempre ma restano celati, meno evidenti. In definitiva, sembra che qui Manson non ti voglia sbattere in faccia la perversione umana in tutte le sue sfaccettature, sembra non abbia quella urgenza di scioccare l’ascoltatore, come non abbia una particolare necessità di alimentare, nel bene o nel male, il suo personaggio.
Immagino ne avrà già parlato il mondo intero, professori ed esperti avranno già sciorinato i più adeguati riferimenti e aggettivi, non ho la più pallida idea di come l’album sia stato accolto dai fan, se bene, male o così-così, e tutto ciò non mi interessa neanche un po’ (meno del pallone), quindi probabilmente, anzi sicuramente mi sbaglio ma voglio comunque dire la mia, quella di un ascoltatore della prima ora. A me We Are Chaos ha dato l’impressione di essere stato concepito a partire dalla semplice e apparentemente banale intenzione di fare un buon disco, a prescindere da quel “tutto” che, in un modo o nell’altro, ruota intorno alla figura dell’uomo e che finisce inevitabilmente nei suoi dischi: concepito per non essere un classico disco di Marilyn Manson. Ci riesce? Sta a voi giudicarlo. (Charles)
E si, è sparito Satana, l’ assenzio, i pippotti, l’ insonnia e pure quella topa della moglie con un’ ottima liquidazione. A quel punto o ti butti sul lavoro tirando fuori qualcosa di decente o davvero finisci come nel video.
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io che non lo ho mai cagato, trovo il disco (molto) carino per due terzi. my 2 cents
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Insisto che il migliore era Mechanical Animal, col suo spleen esistenziale e il suo senso di vuoto
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Dopo averlo ascoltato tutto un paio di volte posso dire che c’è molta melodia, ovvio che molti storceranno il naso ma a me sta piacendo. Con questa nuova piega non mi stupirei se nei prossimi anni si presentasse con il suo nome vero e senza trucco.
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