Avere vent’anni: CATAMENIA – Halls of Frozen North

 I Catamenia sono il gruppo sfigato per eccellenza. Questa definizione sta ad indicare non un gruppo che ha raccolto meno di quanto avrebbe dovuto (altrimenti sarebbero sfigati anche, non so, i Rotting Christ o gli Eucharist) né tantomeno un gruppo che fa semplicemente schifo. I Catamenia invece rappresentano in pieno l’essenza del gruppo sfigato, e il debutto Halls of Frozen North mette subito in chiaro le cose, da questo punto di vista: sopravvolando anche sul’agghiacciante copertina, ascoltandolo si ha la sensazione di un gruppo intrinsecamente minore, col suo black metal melodico che ricorda mille cose e nessuna, gradevole di sottofondo ma mai al punto da riuscire a catturare l’attenzione. O anche l’infelice scelta del nome, troppo simile a Katatonia per non far scattare un’associazione automatica tra i due gruppi, dai risultati chiaramente disastrosi per i nostri mitologici finlandesi; un nome che peraltro designa una fase dello stato mestruale, ma loro non lo sapevano: lo scoprirono perché, dopo l’uscita del presente disco, un intervistatore glielo fece presente, e loro cascarono dal pero; “E allora perché, gli chiese l’intervistatore, avete chiamato il gruppo così?”, e quelli risposero è il nome di un uccellino; e tu non solo pensi che questi hanno chiamato un gruppo black metal stupramadonne col nome di un uccellino, ma ti salta in testa una seconda associazione mentale devastante: quella con l’indimenticata Operazione Uccellino, frutto del genio del comandante Lassard di Scuola di Polizia, il cui attore – i casi della vita – era nato proprio ad Helsinki. 

I Catamenia però vengono da Oulu, la città dei Sentenced, e in questo disco suonavano sia futuri membri di gruppi tutto sommato similari (ed ugualmente sfigati) come Kalmah o Dawn of Relic, sia perfetti sconosciuti che dopo una manciata di dischi con i Catamenia sono spariti nell’oblio, compresa la tastierista Heidi Riihinen che, se non fosse stata proprio una tastierista, avrebbe potuto quantomeno sperare in una comparsata nei Nightwish. Comunque, come tutti i gruppi sfigati che si rispettino, anche i Catamenia hanno qualche sporadico fan accanito, che, pur comprendendo perfettamente l’aura di sfiga che pervade il gruppo, ne provano una perversa e morbosa attrazione che li spinge a comprare tutti i loro dischi e poi a parlarne in giro. A questo proposito permettetemi di dedicare questa breve recensione al glorioso Gabriele Hammerfall, probabilmente il più grande fan italiano dei Catamenia, di cui ha la discografia nel tinello: non solo un gesto eroico di passione per il metallo, ma soprattutto un atto politico di giustizia sociale, affinché anche i poveri gruppi sfigati possano avere un posto nei nostri scaffali. (barg)

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