All’assalto delle mura di Troia coi TRIUMPHER – Storming the Walls

Invidio molto a Centini la sua capacità di scrivere pezzi medio-lunghi su un disco, un qualsiasi disco, anche laddove non ci sarebbe granché da scrivere. Prende dieci dischi dello stesso genere e per ognuno fa una recensione singola, dettagliata, senza mai sgravare o andare troppo lontano dal punto. Non so come faccia, è encomiabile. Forse lo aiuta il suo personale metodo di scrittura, che consiste nell’accecarsi a scrivere sul telefonino mentre viaggia sul treno per pendolari Lodi-Milano, cosa che peraltro rende spesso le sue bozze ostaggio del mefitico correttore automatico. Io invece soffro un pochino i mezzi di trasporto e quindi non potrei mai mettermi a scrivere su un cellulare in treno, a meno che non si tratti di scrivere di qualcosa di molto disturbante, così che il senso di nausea mi possa aiutare a rendere meglio quelle sensazioni.
E quindi HAIL LORENZO CENTINI. Il nostro eroe pontino è inoltre un grandissimo compulsatore di Bandcamp, e quindi svolge anche il ruolo di segnalatore di nuovi gruppi interessanti. È stato così che sono giunto a conoscenza dei Triumpher: me li ha segnalati Centini. “Questi sono troppo manowariani per non lasciarli a te”, il sunto del suo messaggio. Ho ringraziato vivamente e mi sono preso il fardello della recensione, nonostante non sia un periodo troppo generoso di tempo libero. E sono davvero così manowariani, questi Triumpher? Sì e no, in realtà, ma, quando lo sono, lo sono davvero.
Intanto sono greci. Centini sa della mia passione verso il mondo greco e anche per questo è arrivato il suo beau geste. Sono greci, suonano heavy metal epico cazzuto e spaccacemento e – a parte il prezzemolino Maelstrom alla batteria, comunque già uscito dalla banda – non conoscevo nessuno dei componenti. Questo Storming the Walls è il loro debutto, è autoprodotto e, a dispetto del genere, non è di facile assimilazione. È parecchio tosto da digerire, tanto che le prime volte mi sono ritrovato a sentirlo a pezzi perché lo trovavo assai carico, diciamo così. I Manowar spuntano fuori a tratti, specie nella voce di Mars Triumph (gran nome) che in certi momenti pare proprio imitare Eric Adams, ma anche in alcuni pezzi come I Wake the Dragon, che sembra uscita da The Triumph of Steel. Perché poi i Manowar a cui i Triumpher si ispirano sono quelli più cupi e claustrofobici di quel disco del 1992, o al limite i pezzi più luciferini della prima parte della carriera, come Guyana o Bridge of Death.
Come avrete capito, i Triumpher sono incazzati neri. Ed è giusto, visto che il mondo fa schifo e pare andare sempre peggio. A parte i Manowar, Storming the Walls mantiene le coordinate di un epic metal americano nella sua accezione più bellicosa; e il senso di oppressione che trasmette il disco è intensificato dalla produzione, bella massiccia e moderna senza però mai suonare plasticosa. Qua e là, un blast beat o un giro di chitarra thrashettone mette ancora di più le cose in chiaro: questi quattro greci fanno sul serio e vogliono spaccare i muri portanti delle vostre abitazioni con voi dentro. Accattatevillo, anche se al momento ne dovrebbe essere uscita solo la versione digitale e non dovrebbero esistere copie fisiche. (barg)
Hail Barg (e Centini) per la segnalazione. Rispetto ai Manowar mi sembra che manchi l’elemento più wagneriano (=saturare il canale audio con cori e archi), e il cantante ogni tanto svirgola con l’intonazione, soprattutto nelle parti acute, ma il potenziale c’è tutto. Chissà che riescano a migliorare. Comunque la Grecia si conferma una delle fucine migliori del mondo.
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Album orribile, soprattutto per lo starnazzare del cantante. Che ha immense capacità, mi fa ben sperare per il futuro.
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Specifico solo che il disco esiste in formato fisico, io l’ho preso direttamente alla Floga records ma lo trovate anche sullo store della No Remorse. Ah, ed è una figata assurda!
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