Il nuovo STÖNER sembrava quasi non fosse il nulla che invece è

Puntuali come l’esattore delle tasse, o come quello stimolo che ti distoglie dalle tue faccende verso metà mattinata, bisogna ormai attendersi che Bjork ed Oliveri ci ricordino dell’esistenza del loro mirabolante progetto denominato STÖNER non appena la stagione inizia a farsi bella e si comincia a pensare all’estate e alle sortite al mare. Il risultato è quello di farci rimpiangere il freddo e desiderare ancora qualche scroscio primaverile. Annunciato da una copertina oscena che rappresenta una pepperoni pizza (e vi dico che le pizze degli egiziani del mio paesino di duemila anime ne fanno di più invoglianti) e da un titolo laconico, vacuo e sospeso, c’era da aspettarsi che il nuovo Totally… non fosse esattamente il colpo di coda di chi tenta il riscatto dopo una prima prova, mettiamola così, non proprio memorabile. No, anzi, era una zozzata, ecco, l’ho detto. E così mi attendevo che il secondo capitolo avrebbe rischiato di ridefinire il concetto di fogna applicato in musica. Ecco che però all’inizio non me la sentivo in realtà di essere così severo. Vedi Oliveri con la barba ormai tanto imbiancata da assomigliare a Scott Ian. Non diresti che è coca stavolta, e solo per questo vorresti essergli più vicino, per empatia. Non è che somigliare a Scott Ian sia una cosa bella. E allora premi il tasto play.
Party March sembra avere almeno aggiustato un po’ il suono rispetto alle chitarre-scoreggia dell’esordio. Non tanto, ma un po’. È una canzone scema, scema come quando sei ubriaco come una scimmia e gridi incazzato sempre la stessa frase senza senso pensando di essere divertente. Deve essere stata più o meno questa la genesi del pezzo. È farina (sic) di Oliveri, ci giurereste. E poi ancora A Million Beers, stupidina e punkettina, ma se ti puntassero una pistola alla testa le chiappe riusciresti quasi a muovercele. Oppure, se ubriaco io come una scimmia mi trovassi a una festa e qualcuno la mettesse allo stereo, magari la prenderei bene. Ci starebbe. Rincoglionito da tre o quattro Tennent’s di seguito mica starei tanto a rifletterci sul fatto che è scritta col pilota automatico (ogni riferimento ad Autopilot è casuale), senza idee. Però ha una parvenza di melodia riconoscibile. Pare poco, ma… Insomma, ti sale il dubbio: ma non è che ci aspettavamo troppo da un gruppo di pre-pensionati nostalgici che volevano solo divertirsi ancora una volta tra coca, alcool e qualche ragazza che ci sta? Non è che il problema erano le nostre aspettative e avevamo del tutto frainteso il senso e la portata di tutta l’operazione?
La risposta è no. La risposta alla domanda è che noi in realtà non ci aspettavamo un cazzo da questi due e tutto desideravamo meno che l’ennesimo gruppetto insulso con gli stessi relitti dentro. Ok, Green Machine e Mondo Generator. L’attacco di batteria di Demon Cleaner e l’atmosfera straniante di Autopilot. Ok, io a questi due voglio bene. Per una manciata di canzoni soltanto, in realtà, ma c’è tanta umanità verso le cui sorti provo un minimo di interesse che ha prodotto molto meno. Qualcuno deve pur dirglielo, però, che questa roba ha stancato. Che in proprio hanno fatto uscire dischetti anche gradevoli, ok, ma anche che gli Stöner sono solo autoriciclaggio riuscito male e che questo Totally… non va da nessuna parte. Che Oliveri si affanna a metterci un po’ di quella sua attitudine pazzarella, ma non smuove nulla se nessuno si prende la briga di scrivere una canzone con capo e coda. O un riff che si stampa in mente. o una linea vocale che pare almeno pensata. E questa è roba che Bjork non sembra in grado di fare. Almeno all’inizio Totally… non mette subito sul piatto della bilancia quella mistica del deserto che francamente ha rotto (soprattutto se poi suoni musica mediocre) e sembra doversi giustificare all’inizio: “è solo rock’n’roll“. Parte come un dischetto insulso e scemino che non diverte e non ha idee brillanti, ma poi peggiora pure. Vuoto spinto. Dura poco, e ci mancherebbe pure. (Lorenzo Centini)
In effetti una gran delusione visti i nomi coinvolti. Prima del covid, mi era capitato di vedere dal vivo i Mondo Generator ed è stato un gran concerto, molto vicino allo spirto del rock’n’roll genuino e diretto. Vuoi vedere che il problema è Bjork?
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