Avere vent’anni: ENTHRONED – Armoured Bestial Hell

Il perché Armoured Bestial Hell venga considerato il lavoro peggiore dei belgi Enthroned è un mistero che non riesco a dipanare, né riesco a capacitarmene. Va detto che io sugli Enthroned non riesco ad essere imparziale, sono uno dei gruppi che seguo da più tempo e con più costanza, li ho visti dal vivo cinque volte divertendomi sempre come un matto e considero il loro black metal furioso, furente, velocissimo e ultra-satanico tra i migliori del mondo intero. Gli Enthroned incarnano il black metal, ne rappresentano la sua essenza più concentrata – al pari di molti altri, quello sicuro – e soprattutto hanno sempre denotato una convinzione nel portare avanti il progetto che in tanti, troppi casi è mancata sulla lunga distanza anche per band enormemente più famose di loro. Gli Enthroned se ne sono sempre andati per la loro strada scrivendo brani cattivissimi, maligni, anticristiani ed anticlericali senza curarsi troppo della concorrenza, ché tanto nel black metal c’è posto da vendere e loro un giusto spazio se lo sono meritatamente ritagliato.
Probabilmente il fatto che Armoured Bestial Hell segua a due anni di distanza uno dei loro lavori più riusciti (The Apocalypse Manifesto), grazie al quale andarono in tour mondiale con i Marduk, ha fatto sì che venisse un po’ snobbato dalla critica e dal pubblico, ma in realtà rappresenta l’ideale continuazione del fortunato predecessore. Nel corso dei sette brani effettivi un velocissimo black metal, sparato a velocità tipiche del fast black di gente come Endstille o Unlord fino ai maestri Dark Funeral, ci martella senza sosta, con riff monocorda di chitarra che disegnano melodie oscure e perfide, a tratti incrociandosi con schemi compositivi più tipici del thrash europeo, qui velocizzati fino al massimo degli estremi possibili. In realtà in tutto il disco ci saranno giusto un paio di riff ritmati thrash metal propriamente detti, ma gli Enthroned spingono talmente tanto sull’acceleratore che è come se i Kreator suonassero Pleasure to Kill quattro volte più veloce. Rendo l’idea? L’unica cosa che richiama al thrash metal più canonico è l’utilizzo della chitarra solista, impostata su assoli melodici ottimamente eseguiti e davvero azzeccati; come esempio troviamo nella title track gli stacchi armonici eseguiti a velocità meno iperboliche, stacchi che contribuiscono a diversificare le composizioni ed alleggerire l’ascolto dell’album, che viceversa potrebbe risultare pesante vista la notevole velocità e la nichilistica violenza della quasi totalità dei brani. Allora ecco che potremo anche veder comparire un riff arpeggiato in clean guitar ad introdurre la cadenzata When Hell Freezes Over, lungo brano costruito su riff armonici inseriti alla perfezione nel contesto, prima di esplodere nel consueto massacro sul quale Lord Sabathan sputa i suoi satanici versi con la consueta maestria che lo ha sempre contraddistinto e che me lo fa considerare uno dei migliori black screamers di sempre.
I sette brani sono tutti di ottimo livello, non hanno difetti e rappresentano egregiamente il black metal per come lo abbiamo sempre conosciuto. Certo, gli Enthroned hanno scritto anche di meglio sia prima di questo album sia nei successivi (vedi l’eccellente Carnage in Worlds Beyond dell’anno seguente) ma, se questo è il loro peggio, avercene di roba così, cari miei. Ciò detto, Armoured Bestial Hell qualche critica la merita lo stesso: la intro e la outro sono troppo lunghe ed inutili, e non si capisce il perché della scelta di mettere due brani strumentali di circa due minuti e mezzo ciascuno in terzultima e penultima posizione. Premature Satanicremation e Terminate Annihilation avrebbero a stento funzionato come intermezzo, incomprensibile che un disco si chiuda in questo modo. Di fatto il brano che chiude il disco è l’ottavo When Hell Freezes Over, tutto quello che viene dopo è sostanzialmente inutile anche perché, a dirla tutta, questi due mini-brani non hanno niente di memorabile al loro interno e la outro è composta dei soliti effetti ai limiti del comprensibile che si dilungano per quasi cinque noiosi minuti. Allora, se consideriamo che di undici brani quattro non servono a niente (cioè un terzo abbondante del totale), il minutaggio scende da 44 minuti a 34, non pochissimi ma un po’ pochini sì. Ci fosse stato un brano in più e meno riempitivi il giudizio finale probabilmente sarebbe stato più alto anche vent’anni fa, quando Armoured Bestial Hell fu abbastanza maltrattato dalla critica, piuttosto immeritatamente, ribadisco, perché, nei brani in cui hanno fatto sul serio, gli Enthroned hanno di nuovo tirato su un bel macello, come quello che piace a noi. Da rivalutare senza esitazioni… Hellgium masters still reign, nel black metal. Nel calcio un po’ meno. (Griffar)