Skunk Jukebox: the twisted ankle edition
Una settimana fa mi sono preso una storta alla caviglia di quelle brutte. Dato che sono noto non solo per la mia estrema sbadataggine ma anche per la capacità di uscire solitamente indenne da incidenti dove la maggior parte della gente incontrerebbe una morte orribile, non ho potuto fare a meno di domandarmi di chi fosse la responsabilità dell’infortunio. Di certo non mia. Due le ipotesi sul tavolo: temporanea disattenzione della fatina buona assegnatami dal santo dei rincoglioniti o preciso volere degli Dei del Metal. Perché, vedete, la mia fatina buona si fa un culo così. Quindi ogni tanto si rompe e volta lo sguardo altrove apposta per punirmi, per farmi capire che non mi devo approfittare del suo stakanovismo. Sono i momenti in cui acquisto un volo per Breslavia su internet quando volevo semplicemente scendere a Cagliari, mando sms romantici alla tizia sbagliata o, appunto, mi sfascio la caviglia. Oppure, siccome d’estate da una parte il lavoro aumenta perché i colleghi stanno in ferie e non puoi più consultare Blabbermouth in modo compulsivo e dall’altra stai sempre fuori casa e hai meno tempo per prestare attenzione alle ultime promesse della scena brutal dell’Illinois, gli Dei del Metal hanno deciso che dovessi prendermi una pausa per aggiornarmi e aggiornarvi su ciò che di ragguardevole si sente in giro secondo il mio discutibile gusto (ipotesi suffragata dal fatto che, al momento del sinistro, avessi The Lord Of Steel in cuffia). Ecco quindi che, prima di levarmi dalle palle per un paio di settimane, vi spiattello una versione monstre di Skunk Jukebox. Bon appetit.
Partiamo dai Dew-Scented, band che a me è sempre stata molto simpatica, anche in quello sciagurato periodo in cui il neo thrash di scuola The Haunted lo suonavano pure nella Papuasia citeriore. Sworn To Obey è estratta da Icarus, il loro ultimo album, il cui titolo inizia con la “I” come da tradizione. E sempre come da tradizione la loro proposta rimane improntata a un death/thrash slayeriano e quadratissimo, scontato quanto volete ma dal tiro e dalla cazzimma sempre assai superiori alla media:
Il prossimo Cryptopsy rischia di essere fico. Delle mie pregiudiziali etiche sul loro ritorno al brutal dopo quell’epic fail che fu The Unspoken King ho già parlato ampiamente ma ormai c’ho un’età nella quale alle questioni di principio si sta molto più attaccati nella vita e molto meno nella musica. In attesa che l’11 settembre veda la luce il nuovo omonimo album, vi beccate ben due brani di anticipazione. Two Pound Torch, della quale potete fruire qua sotto, e Red Skinned Scapegoat, che potete ascoltare cliccando su questo link, non sono affatto male e rimandano ai bei vecchi tempi di Whisper Supremacy e …And Then You’ll Beg (il secondo pezzo, in particolare, con i suoi stacchetti jazzati sembra volersi rifare a Cold Hate, Warm Blood). Certo, se non avessero recuperato il vecchio chitarrista Jon Levasseur col cavolo che avrebbero tirato fuori roba del genere:
Aumentiamo il livello di trucidume con i Grave, che se ne stanno uscendo contemporaneamente con due release dalle copertine pressoché indistinguibili: un best of, intitolato con un magistrale guizzo di fantasia The Dark Side Of Death, e un nuovo disco in studio, ormai il decimo, Endless Procession Of Souls che, a giudicare da questa Perimortem, non sembra promettere quella svolta prog fusion nella quale noi tutti, in cuor nostro, avevamo tanto sperato:
E poi ci sarebbe ‘sto nuovo video dei Machine Head. È ambientato a Praga ma il caso Randy Blythe non c’entra niente. La mendicante con i vermi in bocca conferma che il concetto di Europa dell’Est che hanno oltreoceano discende direttamente da una nota scena di Eurotrip:
Darkness Within è uno dei pezzi più lagnosi del per me noiosissimo Unto The Locust. Va detto che dei Machine Head mi piace solo Burn My Eyes e che qualsiasi cosa abbiano fatto dopo mi ha sempre appassionato come una lecture di David Foster Wallace in lingua uzbeka. Sarà un mio limite. C’è chi mi giura che The Blackening sia un disco della madonna ma io ho li ho sempre trovati prolissi e barbosi, anche e soprattutto da quando hanno riscoperto l’ortodossia metallara, scottati dal decesso commerciale del fenomeno nu metal, al quale all’epoca erano andati dietro con spudorato opportunismo.
Restiamo nel campo del thrash metal moderno (ossimoro) con il nuovo video degli Evile, che saranno sicuramente dei bravi ragazzi ma se questi sono i nuovi epigoni del genere capite bene come qua si accolga Dark Roots Of Earth come manna dal cielo. Anche in questo caso l’album da promuovere risale all’anno scorso, quel Five Serpent’s Teeth che accolsi in maniera, per usare un eufemismo, piuttosto freddina. Inoltre fanno troppo i ‘mericani per una formazione inglese:
Proseguiamo con qualcosa di decisamente più stimolante, ovvero la clip girata dagli italianissimi Psychofagist per un pezzo presente su 9 Psalms Of Antimusic To Come, split fresco di stampa con i polacchi Antigama. Ricordo che all’epoca recensii molto bene l’omonimo debutto del combo novarese, che poi persi di vista. Da allora non è che siano stati troppo prolifici, un altro full (Il Secondo Tragico) e qualche singolo qua e là. Li ricordavo schizzati ma non così tanto. Mi toccherà recuperare, dunque:
E restiamo nella penisola con i SettimoSenso, che con questo moniker non possono non farmi tornare in mente la saga del Grande Tempio dei Cavalieri dello Zodiaco, che mi stavo riguardando su youtube proprio in questi giorni di degenza domestica, approfittando dell’inatteso surplus di tempo libero a mia disposizione. Il deathcore non sarà mai la mia passione ma questo video è davvero divertente. Dalla loro pagina facebook apprendo che si sono da poco sciolti per “problemi interni non superabili” e un po’ dispiace:
Saltiamo di palo in frasca con i Nachtmystium. Il recente Silencing Machine (che potete ascoltare in streaming cliccando qui) ha un po’ spiazzato i nuovi fan intellettuali che si erano innamorati delle derive psichedeliche (molto alla moda) di Addicts: Black Meddle. Blake Judd, probabilmente conscio che in questo genere di crossover si arriverà sempre secondi finché camperanno gli Enslaved, se non terzi da quando sono in giro i Cormorant, è infatti tornato a sorpresa al black metal epico & maligno e burzumiano di qualche anno fa. I Nachtmystium sono sempre stati una band onestissima e dal discreto talento ma mo’ che il Conte è (stato) qui ed è tornato a pubblicare due ellepì all’anno (Umskiptar, per inciso, è molto meglio di quello che si dice in giro, ha l’unico problema di soffrire il confronto con un capolavoro come il precedente Fallen) non credo ci si possa perdere troppo tempo.
Concludiamo in maniera che più true non si può con il nuovo video birraiolo degli Ensiferum, che ci riporta ai valori in cui un po’ noi tutti crediamo, tipo le costolette di maiale. Io me li vedrò allo Wolfszeit a fine mese insieme a Roberto. A me in realtà degli Ensiferum non importa granché ma un festival folk black in Turingia mi sembra un ottimo modo di concludere le vacanze. Avevamo invitato anche Matteo Ferri che, conoscendo i suoi gusti, avrebbe potuto essere il direttore artistico dell’evento ma non siamo riusciti a convincerlo. Noi, a dirla tutta, stiamo andando quasi esclusivamente per gli Alestorm. Sicuramente mi prenderò un’altra storta mentre saltello cantando Keelhauled con la birra in mano.
Vabbé, mo’ vi saluto e vi auguro una sporca estate. Se non muoio annegato cadendo ubriaco nel Bosforo dopo una sbronza a base di Rakì o non finisco accoltellato per qualche incomprensione linguistica in una bettola di Sofia (lo sapevate che i bulgari, a differenza del resto della popolazione mondiale, quando scuotono il capo su e giù vogliono dire no e quando lo fanno in senso orizzontale vogliono dire sì? Sapevatelo!) ci si rivede a settembre. Nel frattempo may your sword stay wet like a young girl in her prime.
Fatina buona, non mi abbandonare, credo che anche stavolta avrò bisogno di te. (Ciccio Russo)


Una volta mi sono spezzato tibia e perone salendo (si salendo) le scale di casa. L’ultima volta che ho preso il treno mi sarei dovuto fermare alla stazione di Foggia, ma mi sono addormentato e sono finito a Barletta. Un’altra volta stavo ascoltando musica in cuffia e mentre ero in bici non mi ero reso conto che stavo passando in una zona in cui è proibito circolare con qualsiasi tipo di mezzo, me ne sono reso conto dopo che un vigile – che mi stava gridando dietro tipo da un quarto d’ora – ha preso ad inseguirmi. Un’altra volta mentre guardavo in aria ho calpestato le buste della spesa di una signora di colore, mi ha maledetto non so quante volte, se avesse chiamato il marito (un armadio dai modi poco gentili) avrei fatto di sicuro una brutta fine. La fatina buona dei rincoglioniti è sempre con noi, speriamo non ci abbandoni mai. Gli Alestorm dal vivo li ho visti proprio con gli Arkona, loro divertentissimi oltre ogni limite, gli Arkona mostruosamente pallosi. Buona guarigione, stand and fight.
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Grazie. Che poi a ‘sto festival ci saranno pure gli Arkona. All’inizio ero scettico ma questo video ha iniziato a farmeli riconsiderare con occhio più benevolo. Il momento nel quale Masha fa il fischio da pecorara è iperuranio:
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fischio magistralmente riproposto anche in sede live!
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Cazzo, Barletta. Se me lo dicevi prima venivo a prenderti!
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La prossima volta faccio un fischio, dato che sono dovuto salire su di un treno senza biglietto per tornare indietro, non me l’hanno controllato of course. La fatina quel giorno deve avermi voluto particolarmente bene.
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nunzio tu dovevi venire al bad side!!ho captato una telefonata fatta da un brindisino con la maglia dei marduk!
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i machine head mi sembrano una buona definizione di quelli che un tempo venivano chiamati poser. non che non mi piaciano le cose da poser a prescindere, ma loro manco mi piacciono però. ma si usa ancora dire poser o lo dico solo io?
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Si usa, si usa. Anche troppo…
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Anche gli Ensiferum rientrano nell’ambitissimo teorema degli Ulver
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Se ne hai l’occasione osserva attentamente le barbe delle tipiche vecchiette di paese bulgare.
Un’esperienza mistica.
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