YGGDRASIL – Irrbloss (Grand Master Music)
Sotto l’albero Yggdrasil c’era il luogo degli Dei. L’albero è morto, e così gli Dèi! Questo è quanto recita la leggenda norrena. Ebbene, se ce ne fosse bisogno, sappiamo con certezza ora che tutto il movimento della teotanatologia, a partire da Nietzsche in poi, viene miseramente svalutato. Yggdrasil è l’enorme frassino che sorregge i nove mondi e la volta celeste e le cui radici affondano nell’Ade (questi già parlavano di multiuniverso e noi stiamo ancora a cazzeggiare con il legittimo impedimento, vabbè). Nobili rappresentanti della schiatta dei suonatori norvegesi di folk metal, gli Yggdrasil hanno attraversato il Bifròst e sono entrati a tutti gli effetti nel mio personale Valhalla musicale. Già stimati con i precedenti impronunciabili lavori, Vedergällning e Kvällningsvindar Över Nordrönt Land, dimostrano con quest’ultimo Irrbloss di essere ancora potentemente ispirati dall’Edda. Hanno cambiato logo, non fatevi ingannare (nemmeno da qualche omonimia), ma sono sempre gli stessi, anzi meglio. Una crescita verticale e costante che li porta oggi a bilanciare cori e melodie, non stucchevoli (e che non sanno mai di “daje de spada a vanvera che qualcuno pure lo becchi”), con le voci gracchianti del più “pulito” e cazzuto black metal da manuale (non quello da “ciao mi chiamo Dani Filth e faccio il blackster solo per denaro, nella vita privata coltivo giunchiglie”) e con voci angeliche femminili (non quelle da “ciao sono una strappona gothic e ora che mi sono rifatta il seno posso strizzarmele in una guaina di pelle nera e guaire come più mi aggrada tanto non starete mai a sentire i miei lamenti ma mi spizzerete le tette per tutto il tempo”).
Ora che i Moonsorrow si sono incattiviti di parecchio ed hanno abbandonato lo scacciapinzeri, ecco lì gli Yggdrasil pronti a riempire il vuoto che si era creato e a fare del marranzanu uno strumento di morte perfettamente armonizzato con violini, flauti, rapidi riff e una batteria veloce ma non troppo. C’è da dire che questa dell’incazzatura crescente sembra una tendenza comune, tanto è vero che oltre alle (seppur rare) screams poco convincenti da checca isterica del primo full-lenght sono spariti anche i canti alla Tom Bombadil (sebbene penso che se Tom fosse ancora vivo tra noi – purtroppo è morto anche lui – oggi sarebbe un’icona dello stoner rock). Momentaneamente e in attesa che gli Einherjer si facciano vivi pongo questi tizi dell’albero sacro di Avatar tra le reliquie del paganesimo folkettaro e vichingaiolo. Ma lo sapete che a tratti mi ricordano i Crown of Autumn di The Treasures Arcane?
Quel birbaccione nichilista di Nietzsche pensava anche che, avendo negato Dio, adesso tocca a noi prendere il suo posto ma Woody Allen giustamente aggiungeva: <<Dio è morto, Marx è morto e anche io non mi sento tanto bene>>. Odino ne sapeva di più e mò che è schiattato non mi resta che darmi all’hardcore e, come dice Ciccio, diventare vegetariano. (Charles)
Charles pure te allora mangerai la soia.
"Mi piace""Mi piace"
Ci arrivano tutti alla soia prima o poi…
"Mi piace""Mi piace"
http://www.youtube.com/watch?v=ImImBLUjnp8 sbabbari!!!! no dai, cosa ci trovino i popoli nordici nel loro passato di barbari…..capisco i popoli mediterranei o i cinesi o i persiani che si gloriano del loro passato, ma di cosa dovrebbero essere fieri i popoli a nord delle alpi? di essere stati poco piu’ che cavernicoli analfabeti e di esser stati civilizzati a forza da Roma? mah…
"Mi piace""Mi piace"