KIRK HAMMETT – Portals

Non ne sapeva granché. Tranne che doveva vestirsi da pecora e presentarsi all’ingresso di un locale con la doppia entrata per la privacy, chiedere del bagno e aspettare lì dentro. La lana merino in perfetto stile neozelandese rifletteva un bianco candido sotto i lampioni attanagliati da orde di zanzare, in netto contrasto con la fatiscenza del vicolo ove il locale era ubicato. Entrò. E chiese del bagno.

All’apparenza vuoto, quel bagno si rivelò la trappola mortale di Massimo, 40 anni, assicuratore. Quella notte, per ironia della sorte, pecora. Comparve il lupo, che dalla parlata ricollegò a qualcuno del suo quartiere che doveva per forza aver incontrato. All’edicola oppure alla piscina comunale, chissà dove. Aveva però un che di biascicato all’americana che lo tradiva. Il pelo irto del predatore appenninico sembrò rizzarsi e i due non fecero in tempo a presentarsi che la pecora già aveva avuto la peggio. Afferrata da dietro, comprese in lacrime d’esser finita in una morsa senza via di scampo e che quel canide non l’avrebbe riaccompagnata in un recinto, bensì messa all’angolo senza via di scampo. La porta si aprì nuovamente.

Entrò il cacciatore, che esibiva il suo personalissimo fucile, d’un tipo che il lupo non doveva aver mai visto. Neanche nelle più disperate fughe attraverso le conifere. Panettiere, di Campi Bisenzio, il cacciatore approfittò della distrazione del lupo per inferirgli alle spalle il colpo fatale. I colpi divennero due, e poi dieci. E poi un numero imprecisato che avrebbe indotto a chieder pietà chiunque, ma non un dignitoso lupo. Il bagno era ora rumorosissimo e ciascuno, fuorché la pecora, non accennava a fermarsi. Ma non era finita lì. Fece irruzione l’animalista e si prese personalmente cura del cacciatore in un modo a lui caro. Non certamente caro all’altro, ammutolito e al contempo sorpreso.

Chiunque avesse organizzato l’animata festicciola privata di Anonimi non sapeva più chi mandare alla brace. Entrò perciò John Locke della serie televisiva Lost e disse all’animalista, distogliendolo dal penetrante compito: “Sono a conoscenza dell’esistenza di una botola, devi raggiungermi e aiutarmi a premere un bottone”.

Al rifiuto di Giancarlo, animalista e padre di tre gemelli, Locke lo fissò e disse lui: “È un atto di fede: devi scendere giù nella botola e premere il bottone, non per me né per te stesso, ma per tutti noi”.

“Quale botola, e quale bottone? E dove dovrei scendere? Domattina monto alle sei”.
“Esattamente qui”.

Giancarlo si chinò e parve pronunciare qualcosa che a tutti i presenti rimase ignoto. Capirono solamente un gorgogliare di consonanti simile a GHGGGHGHGHGHGHHHH

Entrò a quel punto il gestore del locale, accompagnato da un chitarrista californiano dai lunghi capelli riccioli imbiancati dal tempo. Massimo, che pure era imbiancato ma non dal tempo, lo scrutò dal pavimento con le scarse forze residue. Ebbe paura.

Il chitarrista esordì: “Ma è sicuro che sia questo il locale in cui debbo suonare? Perché proprio io? Siete sicuri di potermi pagare? Lei non sa chi sono io”.

La porta sbatté, e non soltanto quella. Massimo passò quel che rimaneva del suo abito di scena a qualcuno che non avrebbe mai più inciso qualcosa da solista mentre il lupo, ora rivelatosi come un basso danese sofferente di calvizie, pisciava e defecava dappertutto in segno di territorialità e affilava gli unghielli sulle ceramiche Ideal Standard di cui erano fatti i sanitari. (Marco Belardi)

5 commenti

  • Di questi quattro ceffi qua l’unico che ha sempre saputo il fatto suo è Hetfield. Anche tutta sta venerazione per Cliff Burton francamente la capisco molto poco, se non per il fatto di avere avuto la sfortuna di finire com’è finito.

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    • Non suono il basso, ma dai numerosi libri e articoli su Burton pare che fosse un innovatore e un estremo talento.

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      • Mah, innovatore non saprei in cosa. Sicuramente non era il classico bassista thrash metal e aveva del talento, ma questa aura di culto intorno alla sua figura credo nasca post mortem. Comunque lo stesso Hammett, su Ride the Lightning, non è certo il cane che si sente oggigiorno. Il problema è che sti tizi campano di rendita da trent’anni

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  • L’imbarazzante situazione dei metallica. Non ne azzeccano una da anni. Circa Burton, è probabile che la sua fama sia stata ingigantita dal post mortem, però tecnica o non tecnica era uno di noi: sempre rimasto coi piedi per terra, con i suoi pantaloni a zampa e il tatuaggio dei Misfits. Mi è sempre sembrato il più genuino dei quattro, almeno fin quando ha potuto esserlo. Che brutta fine han fatto.

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  • Hammett ha fatto ottimi assoli fino al 92… poi ha smesso di esercitarsi ed è diventato la pena che tutti conosciamo…uno che a malapena suona giusta la pentatonica e riesce a cannare talvolta la scala di mi minore naturale con la quale ci campa da 40 anni. Imbarazzante si, ma al contempo ci piscia in testa a tutti essendo milionario ed avendo garantito alla sua discendenza eterni profitti…

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