R.I.P. Olav Berland [1976-2022]

Ci è giunta oggi la triste notizia della scomparsa di Olav Berland, nome che ai più risulterà totalmente sconosciuto ma che non può essere dimenticato da chi ha vissuto gli anni magici della seconda ondata black norvegese. Olav infatti, assieme a Rune Vedaa, era il mastermind dei Forgotten Woods, probabilmente una dei gruppi più geniali ed allo stesso tempo incompresi di quel periodo magico. Due ragazzi semplici che al posto di proclami o interviste varie (credo non ne abbiano mai concessa una) hanno sempre preferito far parlare la musica, e che musica ragazzi. As The Wolves Gather, il meraviglioso The Curse of Mankind e l’Ep Sjel Av Natten aprirono in un certo senso una nuova via al black metal: ritmiche quasi sempre cadenzate, spettacolari stacchi acustici, un uso del basso rivoluzionario per quel periodo ed un mood generale depressivo che anticipò di qualche anno la moda del depressive black metal, il tutto caratterizzato da marcate influenze post-punk che prenderanno totalmente forma nei Joyless, il loro side project.
Purtroppo i Forgotten Woods hanno sempre tenuto un profilo bassissimo e soprattutto trovare i loro dischi non è mai stato facile, tanto che le prime stampe dei primi due raggiungono tutt’oggi dei prezzi vertiginosi. Personalmente ricordo che rimediare il cofanetto Baklets Mot Stupet 1992-1996 che comprende tutta la loro discografia fu una bella impresa.
Per chi non li avesse mai ascoltati consiglio vivamente di recuperarli. Che la terra ti sia lieve, Olav. (Michele Romani)
Ma cristo iddio non ci credo…ho rimesso su poco fa The Curse of Mankind dopo parecchio che non lo ascoltavo e guarda che cazzo di notizia è uscita…sono veramente dispiaciuto visto che ho sempre adorato i FW e posseggo fieramente la prima stampa del loro primo disco. RiP
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Un gruppo estremamente fondamentale, che per fortuna non è diventato una barzelletta.
Come si dice “gruppo di culto” ma nel vero senso della parola.
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In realtà ci sono delle loro brevissime interviste per delle vecchie fanzine, ricordo di averne lette un paio in un vecchio numero antologico di GrindZone sul black norvegese. Si dichiaravano grandi estimatori dell’hard rock anni ’70 e del progressive, roba che ha influenzato i loro ultimi dischi. Uno dei due, non ricordo chi, veniva descritto come una specie di eremita che passava il tempo a leggere libri, fare camminate sui monti e sentire musica.
Comunque erano davvero fondamentali ed in gamba, soprattutto nel loro essere concentrati solo sulla musica. Gente con la schiena diritta, di certo una rarità nella musica odierna. Buon viaggio Olav, grazie della bella musica.
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As The Wolves Gather è semplicemente uno degli album più belli degli anni novanta, da mettere in cuffia durante una camminata nella neve di notte, immenso. RIP
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gran bella musica
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