Come è cambiato il ruolo del produttore? Lo abbiamo chiesto a BILL METOYER

Classe 1960, californiano, Bill Metoyer è uno dei nomi che più ricorrevano allorché mettevo mano ai miei album preferiti della lussureggiante Bay Area. Era un po’ ovunque, tant’è che band come Abattoir e Armored Saint a lui si rivolsero per portare a termine la registrazione delle demo uscite nel 1982 e 1983. Successivamente lavorò al suono degli Slayer di Show no MercyHaunting the Chapel Hell Awaits (epoca Metal Blade, o meglio epoca Brian Slagel), ai lavori di Trouble e dei Sadus, alle migliori annate di Sacred Reich e Omen (sempre lui e Slagel dietro a Battle Cry, per intenderci). E poi Helstar, Hirax, Flotsam & JetsamFates Warning, Dark Angel… Una carriera proseguita anche dopo gli anni ’80, con lavori da ingegnere del suono o da produttore anche recenti (il bellissimo Win Hands Down degli Armored Saint è roba sua, alcuni lavori degli W.A.S.P. pure). Io, affezionato in modo terminale alle figure a contorno dell’heavy metal, dopo aver dedicato articoli a fotografi, disegnatori, videomaker e persino a quelli di Metal Archives, penso stavolta a lui, uno dei miei preferiti, Bill Metoyer, con il quale ho più che volentieri scambiato due chiacchiere (e, sottolineo, sparato una sequela di cazzate che mi rimarranno per sempre nel cuore).

Bill Metoyer

I giorni nostri sono segnati da autoproduzioni e ancora autoproduzioni… Pensi che le band più giovani dovrebbero investire sin dagli esordi sull’esperienza di un’etichetta e sulle relative figure professionali? Che idea ti sei fatto?
Penso che le band si rafforzino semplicemente suonando, provando o suonando dal vivo, di fronte alla gente. Ti dirò, ho visto certi ragazzi delle superiori che mi hanno davvero impressionato. Quindi, in questo senso, non credo che questa età di autoproduzione stia danneggiando le band più giovani. Penso che quello che sta succedendo è che una band, grazie alla tecnologia moderna, può registrare un prodotto e renderlo disponibile per il download in tutto il mondo. Il potenziale di questi giorni per l’esposizione alle masse è di gran lunga maggiore rispetto a quanto avuto dalle band negli anni ’80. Ovviamente il prodotto in sé potrebbe non essere così raffinato, come sarebbe se si cercasse aiuto da produttori e tecnici della registrazione, ma il potenziale di esposizione di massa è molto migliore rispetto all’era che ha anticipato l’avvento dei computer e di Internet.

Da appassionato di batteria dico che gli ultimi vent’anni sono stati caratterizzati da un grande abuso di midi e da eccessiva compressione e produzione su quello strumento, con un grave scompenso di dinamismo, tocco, mood. Lo chiedo a un esperto: è solo un contenimento dei costi o il pubblico attuale davvero preferisce certe scelte sulla produzione? Non riesco a credere che in piena era tecnologica i risultati possano essere peggiori che trent’anni fa.
Devo pensare che la maggior parte delle band non può allestire una batteria dal vivo e registrarla nelle proprie camere da letto, cosicché non hanno altra scelta che usare MIDI e campionamenti di batteria. Ma, a meno che tu non stia usando campioni di batteria che già sono troppo compressi, se usare o meno la compressione e quanta usarne rimane una scelta. Mi piacerebbe pensare che le band si possano ancora rivolgere a persone esperte come il sottoscritto sin dall’inizio di un progetto, ma è molto più economico per loro registrarsi e magari dare le tracce ai professionisti per mixare e masterizzare. E hai ragione, gran parte della musica più recente suona tutta allo stesso modo, molto compressa! Io preferisco sempre usare una batteria autentica. Nel missaggio potrei mettere alcuni campioni sotto la batteria acustica, ma preferisco registrare la batteria nel modo classico e usare pochissima compressione quando registro e mixo.

Puoi riassumere la consueta collaborazione tra produttore e ingegnere del suono durante il processo di realizzazione di un album?
In breve, il produttore è il responsabile. Proprio come un regista in un film. L’ingegnere invece si occupa della registrazione e/o del missaggio. Installano i microfoni, ottengono i suoni, premono i pulsanti di registrazione, eseguono l’editing, ecc. È compito dell’ingegnere del suono rendere felice il produttore, e possibilmente la band, con il suono e il mix. A volte, come nel mio caso, l’ingegnere è anche il produttore.

Brian Slagel

A proposito di collaborazioni storiche, è indimenticabile la tua con Brian Slagel, il fondatore della Metal Blade. Ce ne sono state alcune capaci di andare oltre?
A mani basse quella è stata la migliore collaborazione, professionale e non soltanto, che abbia mai avuto in vita mia. E devo aggiungere che il mondo non avrebbe idea di chi sia Bill Metoyer, se non ci fosse stato Brian.

Hai conosciuto una versione degli Slayer non nota ai più, quella ai tempi del debutto, di Haunting the ChapelHell Awaits. Un attimo più tardi furono consacrati a livello mondiale. Che idea avevi di loro? Pensavi sarebbero arrivati così in alto nella scena?

Sarò sincero, la prima volta che il signor Slagel mi parlò degli Slayer, andai a vederli dal vivo e non capii che cosa ci trovasse di così speciale. Dopodiché registrammo un pezzo per Metal Massacre vol. 3 (Aggressive Perfector n.d. Marco) e anche in quella occasione rimasi della stessa idea. Fu al momento di registrare un LP, il primo, Show no Mercy, che mi dissi “ok, questi ragazzi sono davvero bravi”. Con Haunting the Chapel vidi per la prima volta quanto rapida fosse la loro crescita, pur di trattandosi di una manciata di canzoni registrate pochissimo tempo più tardi. Capii solo con Hell Awaits che gli Slayer stavano cambiando tutto, ma ripeto, Brian Slagel ci aveva visto giusto fin dall’inizio e ha tutto il merito d’aver puntato su di loro a occhi chiusi. Io non facevo che il mio lavoro, al fine di ottenere il meglio ogni volta che lavoravamo insieme.

Stai lavorando a qualcosa ora?
Attualmente sto lavorando su una band di Los Angeles chiamata Yidhra. Al momento è l’unica band che sto producendo lungo l’intero processo che porta alla realizzazione di un album. Sono classificati come doom metal. È la terza volta che lavoro con loro e li adoro! La maggior parte del mio lavoro negli ultimi anni è stato il missaggio e il mastering di band che hanno registrato tutto da sole, e che, come ti dicevo poc’anzi, cercano qualcuno come me che abbia una maggiore esperienza nel missaggio. Il missaggio è un passaggio molto importante nel processo di registrazione. Sto anche facendo molto, MOLTO mastering. A causa delle recenti tecnologie molte band registrano tutto quanto da sole e si rivolgono a me per la fase finale del processo. E ci si ritrova a lavorare al mastering. In questo caso prendi una canzone mixata e provi a rendere il suono generale migliore e pronto per la distribuzione. (Marco Belardi)

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