Side-project che nel 1999 funzionarono come la DeLorean

La mia fiducia verso i side-project non è di certo infinita: da una parte hanno fatto perdere tempo a un sacco di band, da un’altra le hanno mandate fuori strada. A volte, però, proprio grazie a loro è stato possibile imbattersi in chicche davvero interessanti. Lo avevo anticipato in una recente puntata di Avere vent’anni, ma poi la memoria corta, il trasloco e il Burian hanno fatto sì che non scrivessi mai di Dekapitator e Nocturnal Breed in modo approfondito.

Nel 1999 entrambe le band se ne sono uscite con due degli album di speed’n’thrash più ignoranti che il sottoscritto conosca, eppure si trattava di progetti a tempo praticamente perso. I primi sono i figli degli Exhumed di Matt Harvey. Band death metal che, non essendo proveniente dalla Florida bensì dalla geograficamente opposta California, e avendo debuttato poco dopo capisaldi come The End CompleteLegion, doveva trovare il rapido sistema di dimostrare di avere a che fare col thrash. E lo fece coi controcazzi.

I secondi – invece – sono il gruppo che all’epoca vedeva la sua leadership equamente spartita fra Destroyer, ex bassista dei Gehenna, e Silenoz dei Dimmu Borgir. Quest’ultimo reggerà ben poco, ossia giusto il tempo di vedere il suo gruppo principale trasformarsi in un carrozzone di star del calibro di ICS Vortex, Nicholas Barker (che Dani Filth sta ancora cercando disperatamente nelle friggitorie di Ipswich), Snowy Shaw e prossimamente Hannah Montana. Stando alle note dovrei essere più preoccupato dai Nocturnal Breed, ma almeno fino al 1999 furono intoccabili.

DEKAPITATOR – We Will Destroy… You Will Obey (1999)

In copertina un individuo che, come vicino di casa, preferireste solo al transessuale de Il silenzio degli innocenti, in alto un logo chiaramente ottantiano. I Dekapitator, come i Nocturnal Breed allo scadere degli anni novanta trovarono il sistema di tornare indietro nel tempo, e fu un effetto che non durò molto. Anzi, non durò proprio un cazzo, perché il successivo The Storm Before The Calm già aveva i riffoni rocciosi da band thrash matura, la produzione potente e l’aggravante di quegli otto anni di distacco dal predecessore. Il debut dei Dekapitator lo comprai a scatola chiusa su implorante segnalazione di un ex compagno di classe, malato terminale di thrash metal veloce e lontano dal groove, dal basso in evidenza e dai tempi rallentati tipici di quel decennio. Aveva ragione lui: voce rauca, batteria essenziale e un’attitudine ancorata ad annate come il biennio 1984-1985. Sembravano proprio provenire da lì, con la testimonianza di assalti sonori riusciti come Release The DogsPossessed With Damnation. Avevano vinto tutto, e meritavano una carriera più che decennale e costellata da cose come We Will Destroy… You Will Obey. Ma non andò esattamente così.

NOCTURNAL BREED – No Retreat… No Surrender (1999)

Ancora titoli con i puntini di sospensione, ancora un album del 1999 che le metteresti al primo appuntamento, perché è sorprendendola che sarà tua. I norvegesi toccarono qui l’apice: il debut Aggressor era ispiratissimo ma non sufficientemente cafone, ed a differenza degli svedesi Witchery, nati quasi in contemporanea, riuscivano a mantenere un atteggiamento costantemente aggressivo senza prendersi necessariamente sul serio. In futuro, entrambe le band ci cascheranno e realizzeranno album discreti ma caratterialmente deboli, come i rispettivi Napalm NightsWitchkrieg. La voce al vetriolo di Destroyer, le chitarre taglienti di Ed Damnator (ovvero lo stesso Silenoz), le canzoni totali corrispondenti a titoli come WarhorseKiller Necro. L’ombra dei Motorhead che esplode in Fists Of Fury dimostrando come certi sintomi non fossero mostrati affatto solo dai Sodom. Poi la cover della mia canzone preferita dei Twisted Sister, Under The Blade. Una intoccabile gemma di quel finto-underground fatto da side-project che, pur non facendo il rumore dei Brujeria di qualche anno prima, hanno saputo lasciare un segno positivo nel percorso discografico di tutti i musicisti coinvolti.

La controindicazione è che se ti chiami Erkekjetter Silenoz, un giorno inciderai comunque Abrahadabra, ci darai il tempo di digerirlo, e poi affonderai ancora di più la lama. Aspettate un paio di mesi e ve ne accorgerete, io ho già una paura bestia di Eonian. (Marco Belardi)

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