Il delirio d’onnipotenza del power metal: HELLOWEEN – PUMPKINS UNITED @Assago, 18.11.2017

Quello che è andato in scena al Forum di Assago è stato un evento di quelli che raramente accadono nel mondo del metal, in cui la stragrande maggioranza dei concerti si tiene su palchi minuscoli di locali da massimo 500 persone. Ho iniziato ad avere la percezione che stava per succedere qualcosa di grosso quando sui social ho letto di gente che era fomentatissima di farsi anche mille chilometri per esserci, compresi personaggi che sinceramente credo non ascoltino più power metal da quando Thomen Stauch lasciò i Blind Guardian. Di solito gli Helloween racimolano un migliaio di persone più o meno, e invece il fatto che per la richiesta di biglietti ci si sia dovuti spostare ad Assago lasciava prevedere che stava per succedere qualcosa che ci saremmo ricordati a vita.

Ed è stato proprio così. Mi dispiace per chi non c’è stato, perché si è perso davvero qualcosa. Loro hanno fatto le cose per bene, e per una volta nella propria vita gli Helloween hanno tirato su uno spettacolo da grandissimo gruppo, al livello dei megatour non dico dei Maiden, ma quantomeno dei Manowar. Tutti sul palco, quasi sempre contemporaneamente, con dietro un enorme schermo sul quale, ogni due-tre pezzi, passavano stacchetti animati demenziali con zucchette e cose del genere; addirittura in molte canzoni venivano proiettati i testi dei ritornelli per fare in modo che quei pochi stronzi che non li sapessero a memoria si aggregassero all’apoteosi generale. Considerato che gli Helloween di solito li vedi in posti medio-piccoli in un’atmosfera di moderato entusiasmo, il senso di straniamento era fortissimo. Quello che ho pensato per tutto il tempo era che loro se lo meritavano, un tour del genere. Hanno scritto dischi memorabili, canzoni che sono entrate nel cuore di generazioni di metallari, e tutto quello che è successo stasera se lo sono guadagnati, ed era giusto che ci fossero anche Kai Hansen e Michael Kiske. 

foto di Paolo Bianco

C’erano settemila persone, settemila, in un Forum pienissimo della gente più disparata, dal sessantenne al ragazzino, fino ai tamarri vicino a me con i dilatatori ai lobi delle orecchie e il lessico da canzone degli 883 degli anni novanta, che rullavano una canna dopo l’altra dicendo cose tipo uè figa tanta roba. É sembrato un sogno, quei sogni da metallaro in cui i tuoi sfigatissimi gruppi preferiti suonano in arene maestose davanti a migliaia di persone che cantano all’unisono i ritornelli col pugno in aria. Un sogno che sembrava uscito dal testo di Future World, in cui we all live in happiness, our life is full of joy / the feeling of togetherness is always at our side / we love our life and we know we will stay. Tutti con la consapevolezza di stare partecipando a qualcosa di unico, irripetibile e bellissimo. C’è pure l’omaggio a Ingo, con Loble che suona un suo assolo in sincrono con un vecchio filmato sul megaschermo. Hanno suonato quasi tre ore, e sembravano davvero affiatati, nonostante alcuni tra loro in passato si siano detti di tutto e di più; in particolare tra Weikath e Kiske ci sono stati momenti nella storia in cui sembrava che se si fossero incontrati sarebbe finita a capocciate sui denti; ma oggi c’è solo l’amore, la fratellanza e il power metal portato in trionfo dai nostri cuori brucianti.

Cominciano con una tripletta dai Keeper (Halloween, Dr. Stein e I’m Alive), seguita da due pezzi dell’era-Deris (If I Could Fly e Are You Metal?), e poi ripercorrono tutta la loro discografia, senza mai scadere nella ripetitività, neanche da un punto di vista scenico: Perfect Gentleman è un tripudio a cui segue il devastante medley cantato da Kai Hansen: Starlight, Ride The Sky, Judas ed Heavy Metal (is the Law). Deris e Kiske, seduti su degli sgabelli, duettano su Forever and One (che noi sappiamo essere stata ripresa anche da Al Bano), fino all’apoteosi finale: How Many Tears, Eagle Fly Free, Keeper of the Seven Keys, Future World e I Want Out. Tutto magnifico, perfetto, da lacrime, con settemila persone che cantano in coro senza badare all’effettivo stato di forma dei tre cantanti. L’unica cosa che non ho capito è stata l’assenza di Pumpkins United: voglio dire, fai un singolo per celebrare il tour, col nome del tour, e non la suoni durante il tour? Poco male, ovviamente, perché il ricordo di questa serata ce lo porteremo per tutta la vita. E poche volte è stato più opportuno specificarlo: la gente normale non lo sa davvero, che si perde a non essere metallari. (barg)

14 commenti

  • Mi fa davvero piacere sentirti soddisfatto. Io ero totalmente disinteressato, ma curioso dei fratelli. Bene così.
    P.S. chi viene il 30/11 da zio Alice all’Alcatraz a Milano e il 1 dicembre Death Angel + Annihilator + Testament (mamma mia) al Live di Trezzo? Mi farebbe piacere riconoscersi, oh, è ora!

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    • I Testament con i Death Angel sono il 2, non l’1. E io mi mangio i coglioni con un piatto di fave e un buon Chianti (cit.), perchè quel giorno ho lezione fino alle 20.00 dall’altra parte del mondo e non arriverei mai in tempo. 😦

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      • Testament-Annihilator-Death Angel sono l’1, e il 30 a Bologna. Nemmeno io posso andare (né a Alice né al thrash fest) e, come te, considero l’autocannibalismo un’opzione perfettamente ragionevole. Fabulous disaster, insomma.
        Magari agli Accept a Trezzo l’anno prossimo?

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      • A quello dovrei esserci! E qualche giorno ci sono i Dark Quarterer a Erba, un altro evento che consiglio vivamente

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      • No no 1 dicembre. O, ragazzi, ci si deve riconoscere. Una cazzo di maglietta col logo MS la vogliamo fare? Un gruppo whatsapp? Quello sarebbe buono. Dai dai admin.

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    • Cazzo, per Alice Cooper potrei prendere e salire

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  • Serata indimenticabile da cazzo duro perenne. Su I’m Alive ho pianto come un vitello.
    Mi ha solo lasciato un po’ smarrito l’affiatamento totalmente assente tra Hansen e Weikath, che non si sono guardati negli occhi manco per sbaglio in tutte le tre ore.
    Per quanto mi riguarda questo tour è la pietra tombale su Weikath, relegato in un angolo, con zio Kai a fare il coatto in mezzo al palco (pure se l’ho visto molto meno fomentato rispetto ai concerti dei Gamma Ray), e il trio Deris, chitarrista col ciuffo e Gianluigi Buffon a tirare avanti la baracca. Avessero fatto il tour solo con la formazione “originale” sarebbe stato da spararsi.

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  • A parte tutto, è stato un cconerto GRANDIOSO. Altro che Iron Maiden e i tour infiniti di Book Of Souls

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  • Ma come? 😀
    Dopo esserci stracciati le vesti al grido di “È una nuclearblastata demmerda per gonzi nostalgici!” sulla recensione di Pumpkins United, ‘mo famo le ragazzine bagnate al concerto?
    Ragazzi miei, che pazienza che ci vuole con voi 🙂
    Ma in fondo avete ragione, si tratta di assecondare l’unicorno rosa che vive in ciascuno di noi…

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  • Seeeee, il concerto più power metal dei concerti più power metal di tutti tempi, piove formaggio su di noi…e mi commuovo! E’ stato bellissimo, soprattutto quando non si sentivano buona parte degli strumenti…seeeeee!!!….quando un tizio dietro di me si è lamentato tutto il tempo, un altro lì vicino cantava a squarciagola….è stato lo zen del power cheese…are u metal? Una delle canzoni più più me.al di tutti i tempi…seeeee!!!…e avete visto Kiske??? no di dico Kiske, true man of power cheese…ad un certo punto gli sono persino cresciuti i capelli e cantava in aramaico…

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  • Sono molto felice di leggere questi commenti positivi! Io ho visto solo qualche video online, e sono rimasto impressionato principalmente da due cose:
    1) Kai Hansen è il vero capo degli Helloween, e lo è sempre stato: è lui a tirare il pubblico, è sempre in mezzo alla scena, canta, si muove. Weikath sembra relegato in un angolino peggio di Sasha, che è un signor nessuno venuto a tenere a galla il gruppo ma sembra avere più personalità di “quello antipatico”.
    2) Deris è mostruoso: non solo per la presenza e per le doti vocali, ma perché mi sembra crederci tantissimo. Voglio dire, è ben consapevole di condividere il palco con il cantante più famoso del power metal, e sa che mezzo pubblico non è lì per lui ma per quegli altri due, eppure si impegna abbestia e non si risparmia. Ammirevole.

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