BLIND GUARDIAN // ORPHANED LAND @Atlantico, Roma 06.05.2015

Il senso di straniamento principale viene non solo dal fatto che l’ultima volta che sono andato all’Atlantico è stata anche l’ultima volta che ho visto i Blind Guardian, cinque anni fa; ma che la prima volta che ci andai fu proprio per vedere i Blind Guardian per il tour di Nightfall nel mio secondo concerto metal in assoluto, nel 1999, appena raggiunsi l’età per spararmi 600 chilometri da solo. C’è sempre il prode Luca Arioli, unico fedele compare dei concerti power metal nei secoli dei secoli, ma questa volta la compagnia di Metal Skunk si allarga: è con noi anche Cesare Carrozzi in groppa al suo asinello dalle remote lande abruzzesi; Enrico che ogni singola volta che lo sento interessato a un gruppo che non sia stoner/sludge/doom gli dico “ma guarda, e io che pensavo che ti piacesse solo lo stoner/sludge/doom”; e ultimo ma non ultimo il Masticatore, che per settimane ha sentito il bisogno di ribadire ai quattro venti la sua eterosessualità, perché secondo lui se ti piacciono i Blind Guardian la gente può pensare male. La particolare bizzarria di ciò sta nel fatto che lo stesso Masticatore manda continuamente foto del membro del suo coinquilino ai suoi contatti whatsapp, però per quello non si sente in dovere di giustificarsi. Mannaggia. Tra amici e amici degli amici siamo un bel gruppetto, c’è pure Gabriele Hammerfall (l’autore della brillante teoria sul circolo vizioso dell’alcolismo degli Alestorm), ma a nessuno piace l’ultimo disco. Attacco bottone anche con vari sconosciuti e nessuno che mi dica niente di positivo su Beyond The Red Mirror. Io ho perso le speranze, ma stando così le cose si spera che almeno non ne estraggano troppi pezzi.

A me gli Orphaned Land non sono mai piaciuti. Però quantomeno vent’anni fa erano più accettabili, sia perché erano una simpatica novità sia perché il loro approccio era molto più genuino: adesso, come ha giustamente affermato Matteo Ferri, da interessante fenomeno di contaminazione musicale si stanno progressivamente trasformando in un gruppo che produce paccottiglia arabeggiante per i locali dei kebabbari kurdi intorno alla stazione Termini. Sembra un’esagerazione, ma è proprio così. Entro nel palazzetto gridando PER ME CIPOLLE E SALSA PICCANTE GRAZIE mentre quelli, giusto per non smentirmi, hanno già attaccato con i vari naaaa-naaaa-naaaa arabeggianti da balletto del Bagaglino con Pamela Prati vestita da odalisca. Pare che di solito si portino pure le danzatrici del ventre, ma io è la seconda volta che assisto a un loro concerto e non le ho mai viste. Boh. Noi saremo una decina e gli Orphaned Land non piacciono a nessuno, quindi dopo il quarto d’ora politico tra le ultime file ritorniamo fuori ad aspettare che si cominci a fare sul serio.

Però non si comincia subito a fare sul serio perché i Blind Guardian attaccano con The Ninth Wave, l’opener dell’ultimo disco, il cui ascolto mi ha fatto seriamente contemplare l’ipotesi di spararmi alle ginocchia. È brutto quando il tuo gruppo preferito inizia con un pezzo che non ti piace: è come mettere in frigorifero l’entusiasmo per cinque minuti, mentre stai lì a guardarli con l’aria un po’ ebete e non sai esattamente cosa fare. L’altra volta quantomeno cominciarono con Sacred Worlds, forse l’unico vero capolavoro di At The Edge of Time, che stavolta neanche faranno, con mio grande scorno. Tutto l’imbarazzo però viene spazzato via appena Hansi annuncia Banished From Sanctuary, che colpisce l’Atlantico come un manrovescio sui denti e dà inizio al saltellìo generale. Di lì in poi le varie Nightfall, Fly, Lost in the Twilight Hall riscaldano l’ambiente nonostante gli orribili estratti degli ultimi due album, che si alternano ai vecchi cavalli di battaglia con una nonchalance che gli perdoniamo solo perché sono i Blind Guardian. Perché io dico dico, faccio faccio, ma poi alla fine gli perdono tutto: mi hanno dato talmente tanto che da loro sarei disposto anche a farmi svaligiare casa, figurarsi stare lì ad ascoltarmi tre-quattro brutte canzoni malriuscite che quantomeno mi danno il tempo di andare in bagno o fare il cazzone con Luca Arioli. Anche perché poi a un certo punto le canzoni nuove finiscono e da una commoventissima Lord of the Rings si fa davvero sul serio. Da qui in poi ci sono solo due note stonate: Wheel of Time (sul serio, ma è proprio necessario?) e l’assenza di pezzi da Imaginations From The Other Side, considerato da moltissimi il migliore disco dei BG (non da me, perché considero i primi cinque dischi allo stesso livello) e qui completamente snobbato. Però fanno di seguito Majesty e And Then There Was Silence, un po’ l’alfa e l’omega della loro carriera. Quest’ ultima viene allungata di cinque minuti, arrivando così a venti minuti totali, con un lunghissimo intermezzo di cori cantati dal pubblico con le birre in mano.

Ho visto i Blind Guardian sette/otto volte in vita mia, ma era da tanto che non li vedevo così in forma: e questo nonostante la scaletta non sia, per ovvi motivi, al livello di quella di dieci-quindici-venti anni fa. Peraltro stavolta hanno suonato DUE ORE E MEZZA, una cosa che se me l’avessero detta a sedici anni non avrei dormito per settimane. Rispetto all’ultima volta, inoltre, l’Atlantico ha fatto passi da gigante: sarà l’aria condizionata, non so, ma non si ha più l’impressione di stare in una grotta sotterranea con stallattiti ricoperte di muschio con la costante paura che dal cesso spuntino fuori gli Shoggoth. È migliorata sensibilmente anche l’acustica, contribuendo a rendere il concerto ancora più memorabile. Se non siete venuti per cause di forza maggiore mi dispiace per voi; se non siete venuti perché non vi piacciono i Blind Guardian, sappiate che la moderna medicina ha compiuto passi da gigante nel campo dei trapianti cardiaci: potreste scambiare il vostro arido cuore con un altro in grado di provare sentimenti. GRAZIE a tutti i true believers che sono intervenuti al concerto: you’re not alone, so don’t be afraid in the dark and cold. (barg)

 

Scaletta:

Ninth Wave
Banished From Sanctuary
Nightfall
Fly
Tanelorn
Prophecies
Lost in the Twilight Hall
Miracle Machine
Lord of the Rings
Traveler in Time
Majesty
And Then There Was Silence
Into the Storm
Twilight of the Gods
Valhalla
Wheel of Time
The Bard’s Song – in the Forest
Mirror Mirror

16 commenti

  • Un mese fa ti avrei dato ragione su Red Mirror, ma dopo innumerevoli ascolti ho rivalutato molto l’ultimo disco, e sono contento che dal vivo Prophecies e Twilight of the Gods abbiano funzionato bene: purtroppo The Ninth Wave non si può proprio ascoltare. Per fortuna i pezzi più vecchi sono bordate micidiali, e loro hanno fatto uno spettacolo *grandioso*: non avrei mai creduto che Hansi riuscisse a tenere così bene e per ben due ore e mezza, e cantare tutti insieme *quelle* canzoni mi ha colmato il cuore di felicità. La smettessero di tentare di fare cose improponibili (And then there was silence dal vivo non si può fare, basta, non si capisce una mazza in quel casino) e puntassero di più sulla fase centrale della loro carriera sarebbe ancora più bello!

    Non parlate male degli Orphaned Land! Sono una band sottovalutatissima che ha fatto cose meravigliose, e solo negli ultimi tempi si sono un po’ persi per strada! Li amo tantissimo e nonostante la condizione “minore” mi sono divertito molto a cantare con loro e a salutarli dopo il concerto.

    Dopo mercoledì sera voglio bene a tutto il mondo e sono una persona meglio.

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  • robertodilazzaro

    C’ero.

    E continuo a sostenere imperterrito che l’ultimo disco sia un mezzo capolavoro.

    Per il resto concordo: non è stato al pari del tour di Nightfall (la mia seconda volta, la prima fu al circolo degli artisti nel 95 ed eravamo quattro gatti) ma il ruggito quando, durante Valhalla, Hansi ci ha chiesto se potevamo cantare “louder” lo porterò nel cuore finché campo.

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  • Concordo con pepato, io ho rivalutato parecchio l’ultimo album, a parte The Ninth Wave che continua a deludermi: dopo il crescendo molto bello dei primi due minuti ci stava bene una sfuriata alla Traveler in Time, e invece si ammoscia di nuovo. Non è al livello dei capolavori del passato, ma una volta passato lo sconcerto iniziale l’ho trovato bello anche se in alcuni casi un po’ di immediatezza in più avrebbe fatto bene.
    Per il resto io li ho visti a milano, ed è stata una serata bellissima… soprattutto mi ha stupito Hansi, sicuramente ha abbassato delle parti ma su alcuni pezzi è stato migliore di quello che avevo visto nei video di tour passati! E poi pur non essendo spettacolari a livello di presenza scenica hanno creato una sintonia assoluta col pubblico…

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  • A Milano hanno fatto And The Story Ends tiè! =D
    Per il resto quoto su tutto anche per quanto riguarda la data milanese, compreso il fatto che all’Alcatraz (che immagino sia un posto equivalente all’Atlantico) non andavo da quando ho visto loro nel 2010, e che il primo che ho visto lì sono stati loro, ma nel 2006 (sono un po’ più giovinotto!). Il biglietto del 2006 ce l’ho incorniciato di fianco al letto.
    Dal 2006 questa era la sesta volta, e mi sono divertito come un bambino. Indescrivibile.
    Tra l’altro mi ha fatto effetto vedere dopo tanto tempo un concerto con quel genere di pubblico: ultimamente sono abituato a numeri decisamente più piccoli, ad età media decisamente più alta, e a una partecipazione e trasporto prossima a zero. Esattamente il giorno dopo ho visto i Torche e, cazzo, sembrava di stare in fila alle poste. Non chiedo di sapere a memoria i testi (e i testi dei Torche chi cazzo li sa?) come per i Guardian, ma parte del motivo per cui mi sono divertito da matti è che la gente era PRESA BENE. Quindi w cose così, w avere 16 anni anche solo per una sera.

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  • Non per fare la coatta (o forse si) ma a 4:11 Hansi sta indicando proprio me <3

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  • Non sono d’accordo con l’autore dell’articolo, a me la scaletta è piaciuta molto, onestamente non mi è dispiaciuto eccessivamente che alcuni classici come Imaginations From The Other Side o Time Stand Still non siano stati suonati; è molto più gratificante quando fanno quel brano che adori e che non ti aspetti (nel mio caso And Then There Was A Silence e Wheel Of Time). Per quanto riguarda la location perché cavolo non alzano un po’ il palco? Mi sale un Nazi nei confronti di quelli che a braccia perennemente alzate riprendono con il cellulare tutto il concerto!

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  • Per me l’ultimo album è un buon disco, non tra i loro più riusciti ma meglio di A Twist in the Myth e meglio del 90% della roba power uscita negli ultimi 3-4 anni.
    Anche a me è spiaciuto che non abbiano fatto pezzi da Imaginations (anche se noi a Milano ci siamo beccati And The Story Ends :D); però obiettivamente una Script for My Requiem o una Bright Eyes, per quanto meravigliose siano, le suonano sempre, ormai le sappiamo a memoria; apprezzo che rinnovino un po’ la setlist e tirino fuori dai cassetti vecchie perle come Traveller in Time e Majesty. Per gli dei, hanno suonato MAJESTY!!

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  • visti ieri sera a Lubiana. era la quinta volta. considerazioni sparse:

    – bene Hansi, davvero in forma vocalmente. anche se sto fisico dinoccolato con panza da birra fa abbastanza ridere. non parliamo del sosia di Micky Rourke del Wrestler al basso e delle sue movenze.
    – che gran, gran canzone Last Candle. ma è stata Majesty che mi ha davvero devastato (prima volta che la sentivo dal vivo, richiesta a gran voce dal pubblico e piazzata dopo il secondo bis…). invece mi chiederò sempre che cazzo ci trovi il metallaro medio in Valhalla… tra Battallions of Fear e Follow the Blind ci sono almeno quattro o cinque pezzi migliori.
    – barg, tu hai definito Grand Parade peggior pezzo di sempre dei BG. ma brani osceni come Fly o inutili come Tanelorn non sono peggio???
    – …a proposito, “elfa o nana, tutta Tanelorn”.
    – Miracle Machine sì e A Past and Future Secret no??? MA PERCHEEEEE’??? per lo meno Skalds and Shadows è stata carina.
    – in generale lo stacco qualitativo dei pezzi dopo ANATO con quelli precedenti è a dir poco imbarazzante, non che non lo sapessi prima di rivederli ma ieri l’ho capito come un’epifania. quoto chi dice che and then there was silence sia improponibile dal vivo, praticamente il 90% delle sfumature vanno perse, e quella è una canzone che vive di sfumature, non è un pugno in faccia stile Banished from Sanctuary, che infatti rende di brutto

    altro non mi viene…

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