SAVAGE CIRCUS – Dreamland Manor: il miglior disco dei Blind Guardian degli ultimi vent’anni
I Savage Circus sarebbero potuti essere un grandissimo gruppo. Io quantomeno ci speravo, e non solo io. Contestualizzo: tutto nacque quando Thomen Stauch andò via dai Blind Guardian perché scontento della piega troppo sinfonica (o comunque la vogliate chiamare) che questi ultimi avevano preso da Nightfall in Middle-Earth in poi. Thomen decise di mettere su un gruppo che potesse rinverdire i fasti dei primi Blind Guardian, e la prima persona che chiamò fu Piet Sielck, noto produttore e vecchia volpe del power tedesco, già nella primissima incarnazione degli Helloween e fondatore di un altro progetto, gli Iron Savior, che in partenza era un terzetto insieme a Kai Hansen e lo stesso Thomen. Sielck accettò di buon grado e gli consigliò, per completare la formazione, di reclutare Jens Carlsson ed Emil Norberg, rispettivamente voce e chitarra dei Persuader, i quali avevano appena fatto uscire il bellissimo Evolution Purgatory, il cui stile si ispirava tantissimo a quello dei primi Blind Guardian.
Quindi, ricapitolando, Thomen insieme a Piet Sielck e due membri dei Persuader che si mettono in testa di suonare come i primi Blind Guardian. Potenzialmente poteva essere una bomba vera, e i Savage Circus sarebbero potuti diventare sul serio uno di quei gruppi che ti saresti ritrovato nelle primissime posizioni ai festival metal per i vent’anni successivi. E Dreamland Manor, il loro debutto, è una bomba atomica, di sicuro migliore di tutti i dischi dei Blind Guardian venuti dopo la fuoriuscita di Thomen, cioè da dopo A Night at the Opera. E allora che è successo? Per quale motivo molti di voi non li hanno nemmeno sentiti nominare?
Il motivo principale, forse unico, è che sono durati pochissimo. Thomen mollò tutto nel mezzo del tour promozionale, per motivi personali o di salute che all’epoca non vennero ben specificati (tuttora io non ho capito che cosa gli era successo). A quel punto fu sostituito da Mike Terrana, mica l’ultimo stronzo, ma non era più la stessa cosa. Perché sentire la batteria di Thomen ti dava l’illusione di stare ascoltando, in qualche modo, i vecchi Blind Guardian; era lui l’anello di congiunzione, il motivo vero per cui questo gruppo era stato messo in piedi, perché altrimenti a quel punto avremmo semplicemente continuato a sentirci i Persuader. Inoltre Piet Sielck se ne era già andato un minuto dopo aver registrato il disco, probabilmente oberato dai suoi mille impegni. Così erano rimasti i soli Norberg e Carlsson, e i Savage Circus rischiavano davvero di diventare una specie di Persuader 2.0.
Con Terrana alla batteria e Yenz Leonhardt (già negli Stormwarrior) al basso avrebbero poi registrato un secondo e ultimo album nel 2009, Of Doom and Death, poi basta. Silenzio totale da allora. Stando all’Archivio, Thomen è tornato nel 2012, ma contemporaneamente se ne sono andati Norberg e Carlsson. Quindi, tirando le somme, in questa ipotetica formazione attuale dei Savage Circus è rimasto solo Thomen, ma a loro nome non esce niente dal suddetto secondo album del 2009. Peccato, perché le premesse erano le migliori possibili.
E Dreamland Manor, come detto, spacca il culo ai rinoceronti. È un atto d’amore ai Blind Guardian dei primi album presi in generale, quindi senza ricordarne alcuno in particolare; più che altro è frutto di gente che ha interiorizzato lo stile dei Bardi e riesce a comporre come se lo stessero facendo questi ultimi. Poi certo, ci sono dei momenti altamente citazionistici: ad esempio l’inizio di Between the Devil and the Sea ricorda pericolosamente quello di Time Stands Still (at the Iron Hill). Altrove si risentono alcune rullate pari pari dall’omonima di Imaginations from the Other Side, poi la chitarra solista di Ghost Story ricalca molto quella di The Soulforged e così via. Il disco dura quasi un’ora e a fare questo giochino ci si può divertire parecchio, se si è appassionati dei Blind Guardian. E tutti dovrebbero essere appassionati dei Blind Guardian, quindi non ci sono scuse: se non lo avete mai sentito, fatelo immediatamente. (barg)




Che gran peccato…
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disco molto carino, sì
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preso all’uscita, lo ascolto spesso tutt’ora.
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