With blog in our voices we ride: i dischi del 2024 di Metal Skunk

Il 2024 sarà ricordato come l’anno in cui uscì Nell’Ora Blu. Quantomeno nel nostro piccolo cerchio magico, dato che ha ricevuto un plebiscito: mai nessun disco aveva ricevuto così tanti voti in quasi un quindicennio di classifiche di fine anno. Un voto che per molti è stato concettuale, perché una cosa del genere va premiata anche solo per l’idea. Il resto è molto distanziato e molto frazionato, con l’Italia rappresentata più che degnamente dai Ponte del Diavolo e il loro meraviglioso Fire Blades from the Tomb. Parecchio black metal, con alcune eccezioni come i gloriosi Triumpher; e, per qualche motivo, ci stanno pure i Blood Incantation. Gli unici “dinosauri” in classifica sono i Judas Priest, il che lascia qualche speranza per il futuro. A domani per le playlist personali dei tizi di Metal Skunk. (barg)

PRIMO POSTO

Nell’Ora Blu è un disco straordinario, ma mica solo in senso letterale, come una colonna sonora di un film che non c’è. È straordinario perché stupendo. Punto. E pure perché, se Uncle Acid voleva ricreare quel mondo lì, come lo scienziato pazzo (o quasi) di un film horror o exploitation, beh, c’è riuscito, incredibilmente.” (Lorenzo Centini)

SECONDO POSTO

“Fire Blades From the Tomb dei Ponte del Diavolo suona internazionale, più internazionale che gli albori. E black metal, più black metal che gli albori. Un topos come il tipico fraseggio semitonico darkthroniano viene così sfruttato abbondantemente, e il lugubre chaos anarchico dei tre Ep viene coagulato in un dark metal che potrebbe pure accasarsi presso la Prophecy, senza sorprese.” (Lorenzo Centini)

Ai Judas Priest di oggi non credo si possa proprio chiedere di più e per quanto mi riguarda Invincible Shield è sicuramente tra i dischi di questo 2024.” (Cesare Carrozzi)

TERZO POSTO

Quella dei Triumpher è Epica a testa alta, combattiva, ben presente. E gli ultimi ventitré o ventiquattro secoli di storia è come non contassero nulla. Loro sono ancora là, sulla costa di Maratona o sugli spalti di Tebe.” (Lorenzo Centini)

Il nuovo disco di Herr Nagy e dei suoi Sear Bliss è un disco stupendo. Non che la cosa mi sorprenda, non riesco a trovare un solo album meno che buono in tutta la loro discografia, e sì che sono dei veterani in attività da oltre trent’anni.” (Griffar)

“Despondency Chord Progressions è il lavoro migliore dei Selbst, il più maturo, il più evoluto, quello che maggiormente sorprende per la varietà di soluzioni compositive. Spariscono del tutto le influenze depressive black, ma l’angoscia dell’esistenza, la percezione delle miserie umane e dell’ineluttabilità del Fato rimangono inalterate, quando non ulteriormente amplificate.” (Griffar)

ALTRA ROBA CHE CI È GARBATA

Questa versione qui degli Unto Others, quella di Mana, il primo disco, e di Never, Neverland, cioè la versione romanticona, prevedibile e calda come una coperta d’inverno, è quella che preferisco.” (Charles)

Anche questo secondo lavoro degli Alburnum è un discone della madonna: melodico ed epico esattamente dove serve, aggressivo quanto basta senza eccedere in insensata violenza che in questo contesto non troverebbe spazio a rigor di buon senso, infuso di piacevolissime melodie ed atmosfere, mai prolisso od eccessivamente ridondante.” (Griffar)

House Of The Black Geminus degli Akhlys risponde perfettamente al quesito: gli incubi hanno una loro colonna sonora, una loro atmosfera musicale che, in questo disco, si esprime alla perfezione. Non è più solo black metal, è qualcosa di più: prende a piene mani dagli Emperor (i richiami ci sono tutti), ma sviluppa il discorso in un modo più introspettivo.” (Luca Bonetta)

A Reckoning è tutto così, una manifestazione concreta e reale che nella musica d’atmosfera ci si può ancora perdere, si può divagare, e poco importa se gli Arx Atrata vengono inquadrati nel black metal, perché, tolta la voce in screaming, in realtà di black propriamente detto c’è poco“. (Griffar)

“Absolute Elsewhere dei Blood Incantation è un disco di personalità totale, con melodie semplici che funzionano al primo ascolto e con una continuità palpabile fra le parti metal e quelle che in questi giorni sono state ribattezzate “alla David Gilmour” e in ottomila altre maniere“. (Marco Belardi)

L’ITALIA MIGLIORE

Di qui passa l’avanguardia del death metal che è e che sarà, per cui, se anche voi siete interessati alle evoluzioni stilistiche del genere, è consigliatissimo dare attenzione ai Cosmic Putrefaction.” (Luca Venturini)

Se dunque Tropical Sun si rivolgeva alle origini di un certo death metal e le rimetteva in pratica con straordinaria efficacia, Duck Face Killings è invece il disco che rappresenta i Fulci di oggi, un gruppo maturo, che ha viaggiato lontano, che ha conosciuto il pubblico e che sa dove investire le proprie energie creative.” (Stefano Mazza)

7 commenti

  • Avatar di Fredrik DZ0

    dai, quest’anno con voi ho parecchio in comune… priest, triumpher (non so se da top ten, se la giocano…), fulci, sicuramente in lista gli unto others, e pure blood incantation.

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  • Verino Travaglini
    Avatar di Sconosciuto

    TOP TEN 2024 (IN ORDINE ALFABETICO):

    BLOOD INCANTATION – ABSOLUTE ELSEWHERE
    CRITICAL DEFIANCE – THE SEARCH WON’T FALL
    CRYPT SERMON – THE STYGIAN ROSE
    IOTUNN – KINSHIP
    JUDAS PRIEST – INVINCIBLE SHIELD
    PORTRAIT – THE HOST
    SOVEREIGN – ALTERED REALITIES
    TRIUMPHER – SPIRIT INVICTUS
    TYPHONIAN – THE GATE OF THE VEILED BEYOND
    WITHERFALL – SOUNDS OF THE FORGOTTEN

    Dischi che avrei inserito in una top 20, in ordine sparso:

    Skeletal remains – fragments of the ageless
    Bruce Dickinson – the mandrake project
    The troops of doom – a mass to the grotesque
    Ponte del diavolo – Fire blades from the tomb
    Vendel – out in the fields
    Caligula’s horse – charcole grace
    Extorted – cognitive dissonance
    Bedsore – dreaming the strife for love
    Darkend – viaticum
    Slimelord – chytridiomycosis relinquished

    Fuori tempo massimo perché appena ascoltato:
    Striker – Ultrapower

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  • Avatar di Snaghi

    Quasi il momento più bello dell’anno, il momento più bello è domani che escono le playlist personali dei nostri scribacchini preferiti! Magari per domani ne sparo fuori una anche io visto che quest’anno ho sentito le nuove uscite non con 9 mesi di ritardo

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  • Avatar di Pepato

    Ecco i miei:
    Album dell’anno fuori scala: Beth Gibbons – Lives outgrown
    Top ten:

    Bedsore – Dreaming the strife for love
    Oranssi Pazuzu – Muuntautuja
    Ihsahn – IHSAHN
    Borknagar – Fall
    Cemetery Skyline – Nordic gothic
    Anciients – Beyond the reach of the sun
    Unto Others – Never, neverland
    Slift – ILION
    Opeth – The last will and testament
    Ulcerate – Cutting the throat of god

    Altre cose piaciute molto:

    My Silent Wake – Lost in memories, lost in grief
    Dool – The shape of fluidity
    The Black Crowes – Happiness bastards
    Big | Brave – A chaos of flowers
    The Cure – Songs of a lost world
    Madder Mortem – Old eyes, new heart

    L’Italia migliore: Haunted, Bedsore, Ponte del diavolo.
    Ciofeca dell’anno: Kerry King.

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  • Avatar di El Baluba

    incredibile come da qualche anno, i pochissimi dischi usciti nell’anno corrispondono quasi esattamente a quelli da voi menzionati. Quest’anno gli unici 4 ascoltati sono gli Uncle Acid (già in tasca il biglietto per vederli dal vivo a fine gennaio all’Auditorium di Roma), i Ponte del Diavolo (ancora non capisco se ci vado fuori di testa o no, ma continuo ad ascoltarli con continuità), i Fulci (purtroppo ascoltato solo di sfuggita ma non mi sembrava male) ed il nuovo dei Cure (bellino ma secondo me prodotto ad cazzum). Per curiosità ho anche ascoltato l’ultimo Swallow The Sun incuriosito dalla stroncatura di Griffar. Onestamente non mi sembra malvagissimo, ma non conosco i precedenti, qualche brano è piuttosto orecchiabile e si stampa in testa facilmente, ma forse c’è troppo citazionismo, vedi il pezzo dove giocano a fare i Type O Negative.

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  • Avatar di El Baluba

    ops volevo dire i pochissimi dischi ascoltati da me nell’anno solare

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