R.I.P. Andy Rourke [1964-2023]

Se Morrissey poteva permettersi di fare incazzare tutti, di cantare cose tipo “pretendere di essere felici era solo un’idiozia” o “impiccate il DJ”, era pure perché tanto sotto c’era quel carrarmato di Rourke al basso e Joyce alla batteria che avrebbero fatto ballare anche me (ma a malapena camminavo, all’epoca). Se Johnny Marr poteva permettersi di dedicarsi alle pennellate più visionarie e mentali che l’hanno reso maestro della generazione successiva, era anche perché tanto sotto c’erano le quattro corde di Rourke che tenevano in piedi una canzone tranquillamente da sole. Davvero, isolate le sue parti di basso e la canzone resta perfettamente definita in tutto, ritmo, dinamica, melodia, tono. Poi, chiaro, era solo il bassista, ma era monumentale.

Ecco un altro monumento andato, un altro ancora. Che almeno pure i suoi demoni si siano fatti da parte. (Lorenzo Centini)

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