CRADLE OF FILTH: Anabelle Iratni è durata quanto un gatto sull’Aurelia

I motivi che spingono l’equilibrato Dani Filth aka Daniel Lloyd Davey a cacciare tastieriste su tastieriste, ahimé, mi costringono a indagare sui più oscuri meandri della mente umana. Come chiunque ipotizzerebbe, le caccia perché Michael Amott insegna che, quando una non è più giovincella, non giriamoci intorno: non è più giovincella. E il pubblico degli oramai menomati Arch Enemy e quello delle gloriose milf, no, non possono coincidere. La Gossow stava su un palco e ora se ne sta dietro a una scrivania, purché rimanga buona. La White-Gluz a 35 anni deve ancora arrivarci, dopodiché ordineranno una seggiola con le rotelle e un monitor Dell anche per lei. Eppure, curiosando dalle parti dei Cradle of Filth, verrebbe da dire che a certe musiciste non è neppure concesso tempo d’invecchiare. Alcuni penserebbero che questo qua allunga le mani, dal basso, come un nano da giardino proteso verso un cielo di nuvole mammellari. Io credo molto banalmente che Daniel Lloyd Davey non ci stia più capendo un cazzo, e che, nel suo sopraffare l’arte con l’estetica, non risulti più in condizione di comprendere che puntare su un tastierista preparato e capace, esaltando con ciò un banale e dimenticato concetto quale la meritocrazia, a prescindere dal sesso del coinvolto o della coinvolta, implicherebbe minori rotazioni in line-up. E invece lui ci si arrovella il cervello, come se oltre la fuga dei Nicholas Barker, degli Antsis e dei Pyres (all’anagrafe Gianpiero Piras: sarà certamente sulla nostra chat Telegram, dominata dai sardi) qualcuno avesse suggerito a Daniel Lloyd Davey, dall’alto, di dipingere un po’ di rosa la sua mostruosa creatura vampiresca affinché i maschietti la smettessero di fuggire non oltre un tetto massimo di quattro dischi. La colata inarrestabile di tutto quel miele tratterrebbe un nomade. Dani, che non è testardo (no!), avrà con buona probabilità ribattuto che “c’è già Sarah Jezebel Deva, basta e avanza”, suscitando le ire e le preoccupazioni del vano suggeritore.

Ashley Ellyllon

In principio fu Ashley Ellyllon, all’anno di pubblicazione di Darkly, Darkly, Venus Aversa, l’album dedicato al popolo casertano. E chi se la ricorda. Da lì nessuno tenne più a mente un solo passaggio di tastiera negli album stracarichi di tastiere di una band innamorata delle tastiere, e, oltre i Damien Gregori, i Les Smith o al limite i Martin Powell, in un susseguirsi da capogiro di top e bikini, l’unica che avrei forse trattenuto corrispose al nome di Lindsay Schoolcraft.

Lindsay Schoolcraft

Quest’ultima non spese alcun tempo a farci vedere quanto fosse cicala, un concetto che presso le Nervosa e le Crypta andrebbe quanto meno espresso su una lavagna, per ricordarlo loro ogni mattino mentre buttano il muesli nello Zymil. Ma Lindsay sfoggiava quello sguardo severo, da picchiatrice. Nessuno sa bene come sia finita con lei, se si siano separati consensualmente o se gli abbia defecato sul letto incolpando i Cavalier, dando il là a un fragoroso processo mediatico a suon di violenze domestiche, manipolazione, abusi e ricatti.

Anabelle Iratni

So però che la scelta di Daniel Lloyd Davey (il cognome della madre seguito da quello del padre, in segno d’una civiltà finalmente incline al buonsenso) ricadette su tale Anabelle Iratni, che ci fu presentata in pompa magna, ossia con la bocca sporca di marmellata Chiaverini e una sterile ma ben fatta cover di indovinate che cosa della Kate Bush. Indizio: Matos. Anche in questo caso, eccezion fatta per la Schoolcraft, nessuno notò le linee di tastiera degli ultimi Cradle of Filth, ma, a prescindere dai motivi dell’imminente rottura, che essi ricadessero sull’infelicità professionale o sulla vulvodinia, è mio dovere informarvi che le strade di quest’ultima e dei Cradle of Filth si sono ovviamente separate. Dani licenzia, a dire il vero, anche un chitarrista, ma non trattandosi di Marek Smerda ci importa assai poco.

crociera

A sinistra Zoe Marie Federoff; da notare la mutazione fra un filippino e un anfibio in arrivo dall’oceano

Zoe Marie Federoff. Questo il nome della prossima ex tastierista dei Cradle of Filth, le cui immagini reperibili in rete ci rimandano dalle parti di certi filmati ambientati sulle navi da crociera. Chi è la Fedoroff? Ho indagato, e ho quasi rotto a calci il subwoofer che ho nello studio, per aver indagato.

Zoe Marie Federoff è la cantante dei Catalyst Crime.

catalyst crime

La roba che girerà nei costosi IPod che avete regalato alla prole

Lasciate che vi spieghi che cosa sono i Catalyst Crime. Sono in sei, e, partendo da destra, abbiamo Helsinki de La casa di carta, un emulo di Luke Perry e poi Zoe (la quale canta, ma al signor Lloyd Davey non importa dato che alla tastiera puntualmente mette delle cantanti, così come molti gruppi metal misero al basso il giardiniere abbassandogli i volumi, senza che cambiasse una virgola). Nella metà sinistra incontriamo la sig.ra Smith, Valentino Rossi ripescato dai carabinieri in un canale nel ferrarese, e, infine, un incrocio mutante sulla scia di Overlord fra Chris Pratt e Vincent D’Onofrio. Naturalmente, musicalmente parlando sono quello che più del secondo tempo di Inter-Empoli può indurti a calciare forte il subwoofer più vicino ai tuoi piedi.

Un futuro davvero luminoso per i Cradle of Filth, ma non si preoccupino i loro quattordici fan rimasti in circolazione. Tra poco si cambia di nuovo. (Marco Belardi)

9 commenti

  • Dani le tromba e poi le scarta come fazzoletti usati, che sappiano suonare la tastiera è secondario… la Schoolcraft è durata di più perché secondo me è artisticamente valida (ascoltatevi i suoi singoli da solista, soprattutto “Stolen Light” in coppia con Sarah Jezebel Deva), e a Dani serviva un elemento che lo aiutasse a rimettere in carreggiata la band. Poi però lei non si è lasciata chiavare, Dani si è incazzato e l’ha buttata fuori; magari le mie sono fantasie, ma secondo me è andata così.

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  • Schoolcraft è brutta come il peccato, sembra un travone a cui hanno versato l’insalata di polpo in testa, che faccia pure delle storie a farsi trombare mi sembra strano. Sul lato musicale non giudico perchè i COF non mi piacevano molto già dai primi dischi.

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  • 14 fans rimasti in circolazione?? Queste sono le posizioni di tutti i generi dell’ultimo album nei principali mercati europei:
    Classifica (2021) Posizione
    massima
    Finlandia[1] 4
    Croazia[2] 7
    Svizzera[1] 20
    Polonia[5] 30
    Belgio (Vallonia)[1] 37
    Belgio (Fiandre)[1] 43
    Grecia[3] 60
    Francia[4] 70
    Germania (8) 78

    Forse ti stai sbagliando con i lettori di questa metal zine……. che a giudicare dal numero dei commenti sono sempre meno!!

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  • Non dovresti prendere troppo sul serio la questione. Tra l’altro a molti da queste parti è piaciuto il loro ultimo album. Me compreso. Il punto è che questi articoli fanno bene allo spirito. È risaputo che i nani siano soggetti a una legge di compensazione che ne avvantaggia la possibilità di ridurre gli scarti in modalità orizzontale. Il problema è che si può fare di virtù, compensativa, ossessione. Un po’ come la cospirazione dei ciechi di sabatiana (Ernesto, non Tony) memoria ci ricorda la genesi della paranoia. Tutto è segno. Tutto è segno della nemicalità dell’altro quando siamo costretti a ridurre la quota di realtà in proporzione a quattro sensi. Piuttosto che cinque o cinque e mezzo come in in noto fumetto. Ma è anche vero che “ora che ho perso la vista ci vedo di più”. E quindi?
    Si tratta comunque di apprendere dall’esperienza. E l’esperienza è faticosa e ci ricorda che è importante tollerare la frustrazione. 14 ti dà fastidio. Ok. Ma l’ha detto uno che mangia il lampredotto. E ha tre cani ma non è la Treccani. Tienilo presente. Non è tanto colpa del contesto. È come noi viviamo il contesto che fa la differenza. Oggi ho scoperto un disco molto bello e voglio condividerlo con te e i 10 lettori in più degli ascoltatori dei Cradle of Filth di cui parla il lampredottaro.

    Hangman’s Chair – A Loner

    Ti piace il post-doom mescolato con lo sludge e le distorsioni tipo Type o Negative ma anche la darkwave e un tocco di Deftones sotto psicofarmaci e la gnugna flambè? Più uno che scrive splendide linee vocali?
    Diciamo una sintesi finalmente soggettiva che ci ricorda Freud e Goethe: per ereditare davvero quel che ci hanno lasciato i nostri padri, dobbiamo saperlo riconquistare.

    Ecco.

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    • “È risaputo che i nani siano soggetti a una legge di compensazione che ne avvantaggia la possibilità di ridurre gli scarti in modalità orizzontale.”

      Ahahahah!

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  • Gli ultimi tastieristi degni di questo mestiere rimangono Les Smith e Martin Powell. Le sostitute, per quanto facessero scena con i loro look vampireschi, secondo me artisticamente parlando valevano poco o niente.

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