Il ritorno dell’alieno: James Murphy e gli Agent Steel litigano sui diritti di un pezzo dell’87

Ne L’Alieno del 1987 potevamo ammirare un giovane Kyle MacLachlan fronteggiare un enorme baco da pesca d’origine aliena, costantemente alla caccia di corpi umani da infestare e rendere aggressivi verso il prossimo. Kyle chi? L’attore americano aveva debuttato alla direzione di David Lynch in Dune per poi replicare, ancora una volta al suo fianco, nel meraviglioso Velluto Blu che spopolò al festival francese di Avoriaz. Fondamentalmente ci ricordiamo di lui solo in qualità del detective Dale Cooper. Pure L’Alieno spopolò ad Avoriaz, come recita a caratteri giganti la locandina in calce.

In parte ispirato a uno sconosciuto romanzo degli anni Cinquanta, L’Alieno altro non era che una rivisitazione – negli anni del Capitalismo a carte ormai scoperte – di plot già visti il cui concetto caro a John Carpenter consisteva in qualcosa che non è noi e che si trova esattamente in mezzo a noi, influenzandoci o alla peggio assassinandoci. A prescindere: dal biondo rassomigliante a Schwarzy e anche un po’ a Van Basten che possiede all’inizio, passando per signore di mezz’età che t’immagini alle prese con deliziose marmellate di arance del Sussex. All’alieno noi stavamo sul cazzo, altrimenti sarebbe stato un altro blockbuster di Spielberg.

Nikolay Atanasov

Poniamo ora il caso che il bulgaro Nikolay Atanasov sia entrato nello stesso ecosistema ove l’alieno prolifera e si nutre più o meno nel 2019: in tal senso avrebbe servito al suo naturale predatore tutto il tempo necessario ad ospitarne il corpo, ma noi questo non lo sappiamo. La cosa certa è che in quell’anno Nikolay Atanasov, bulgaro e già attivo con i Prophecy in Danimarca, entra negli Agent Steel. Quelli di John Cyriis, nuovamente di John Cyriis.

Nikolay, oltre a una rinnovata vita, ha da vivere e godere del ruolo di sostituto di Juan Garcia, che, per chi scrive, rappresenta gli Agent Steel più di chiunque altro a questo mondo. Ha appena raccolto un’eredità gigantesca, e questo lui lo sa bene. Ma mettiamolo per un attimo da parte.

Ricorderete di quando il nostro inviato dalla Polonia, Piero Tola, indagò sul caso dello YouTuber anglofono, probabilmente un uomo di mezz’età del Sussex appassionato di marmellata d’arance, che, all’improvviso, s’era messo a difendere la purezza delle linee vocali di John Cyriis utilizzando parole che solo uno stolto, un ingenuo o un distratto buontempone avrebbero attribuito al cantante della band californiana sotto malcelate spoglie. Era chiaro: quell’uomo era d’origini inglesi e gli era chiaramente accaduto qualcosa d’orrendo. In ogni caso, gli addetti ai lavori che ho contattato per far luce sull’arcana vicenda si sono espressi in tal senso:

Il quindici febbraio compare sui social network un comunicato di Nikolay Atanasov in cui, almeno all’apparenza, il chitarrista bulgaro ci spara un pippone sulle nefandezze mediatiche associate al (non) tour dell’anno 2019. Solo uno stolto, un ingenuo o un distratto buontempone affermerebbero che è John Cyriis sotto malcelate spoglie, e io, che sono cresciuto a Badia a Settimo e superstizioso un po’ lo sono, credo alla pista che porta a nient’altro che all’Alieno del 1987. Ve lo riporto:

“Questo è un post molto importante, quindi per favore prendetevi il ​​tempo di leggerlo e magari condividerlo, poiché vorremmo che raggiungesse il maggior numero di persone possibile:
 
“La reunion del 2019 degli Agent Steel sarebbe dovuta essere qualcosa di eccezionale, se tutto fosse andato liscio; tuttavia, come tutti sappiamo, è stato completamente l’opposto. La cosa peggiore è stato il fallimento dell’Eight Lights Over Europe Tour – un caos dovuto principalmente a una cattiva agenzia di prenotazioni, una lineup terribile e uno staff inaffidabile (che la band ha cercato di controllare senza riuscirci, a causa di alcuni complotti ai danni di Johnny Cyriis orditi da un cospiratore dell’Europa centrale). Quando il tour è stato cancellato, molti hanno creduto che fosse proprio Johnny Cyriis il responsabile, ma non è andata così. La maggior parte degli spettacoli sono stati cancellati dagli stessi promoter, a seguito (così dicono) dell’orrendo affare KIT e della scarsa comunicazione con le varie agenzie di prenotazione. Sappiamo che questa situazione ha deluso molti fan e ha fatto perdere soldi ai promoter, e quindi possiamo capire che molti di voi non si fidino più di noi. 
 
“Adesso però vogliamo entrare in contatto con tutti i promoter che hanno perso soldi e ragionare su come possiamo recuperare le perdite. I promoter sono la nostra principale fonte di guadagno e quindi li rispettiamo tutti molto; vorremmo risolvere questa situazione, riallacciare i rapporti con i nostri contatti e ripulire il nome degli Agent Steel da tutto il casino successo nel 2019. Questa ostilità tra la band e i promoter non dovrebbe prolungarsi; desideriamo risolvere questo problema! Quando la situazione Covid lo consentirà, saremo pronti per offrire una prestazione eccezionale nella Nuova Era degli Agent Steel! Abbiamo provato a raggiungere diversi promoter, quindi contattaci anche tu – e grazie in anticipo!
 
“Amiamo anche i nostri fan e ci dispiace se sono delusi per i concerti annullati degli Agent Steel; vorremmo poter suonare subito per voi, ma la situazione attuale non lo permetterebbe. A causa del Coronavirus c’è stata qualche difficoltà nell’organizzare i concerti (come tutti sanno), e stiamo cercando un modo per risolvere questo problema  – incrociamo le dita – quindi per favore condividi e spargi la voce. Grazie! E grazie anche per la vostra attenzione!
 
“Nel frattempo, abbiamo delle fantastiche sorprese in arrivo!

Stay safe and stay METAL!”

Da notare, innanzitutto, l’abuso e sopruso di virgolette aperte e mai chiuse. Ma non ce ne frega un cazzo di quelle.

Tolto l’indizio offertomi dall’originale dicitura “this entire coronavirus affair”, che solo un sessantenne inglese strafatto di composta di fichi pronuncerebbe, da toscano rancoroso quale io sono stato per trentotto orribili anni leggo le parole di Nikolay Atanasov ed esse mi suonano familiari. E non ho mai letto nulla di Atanasov, per cui potrei anche sbagliarmi. Potrebbe, Cyriis, aver scelto Atanasov non per il suo power chord ma per straordinarie somiglianze fonetiche e lessicali tali da farne il proprio social media manager? Probabile, è bulgaro.

Potrei, piuttosto, aver letto qualcosa di Atanasov dopo che è stato messo in un angolo dall’alieno e posseduto con la forza, ora che il vigliacco invasore ne sta diffondendo il verbo finché Lloyd Gallagher non metterà temporaneamente a posto le cose. Ma sono tutte eventualità in balia del vento. L’ultimo e più gravoso indizio mi è offerto dalla firma e controfirma finale:

—Nikolay Atanasov, guitarist of Agent Steel
and
—The Agent Steel Team

Il che suona un po’ come “sono io” seguito da “no, non sono io”. L’ho riletta almeno una decina di volte, tentando, invano, d’interpretare quest’ultima come una dichiarazione approvata da un Notaio, o entità superiore, oppure un vero e autentico “disturbo”. Ma sorvolerò anche su questo. Quello su cui è impossibile sorvolare è il tono, appunto, da entità superiore, che ammanta il tutto. “This is a very important post”, vomitato a campagna vaccinale avviata e con le band heavy metal nell’atto di ripianificare ciò che gli ultimi anni hanno cancellato dalla storia. Interi tour, a meno che tu interi tour non li avessi già cancellati prima del Covid. In sostanza, se il messaggio passa, “finora è stata colpa di quegli stronzi degli organizzatori, intendo, di tutti loro”. E lo dirama un chitarrista che è appena entrato nella band, ma lo approva, e lo controfirma, “The Agent Steel Team”, e cioè Cyriis. Perché Atanasov?

In quale corpo dimora l’alieno?

Non è finita. Non del tutto, almeno. Su segnalazione dell’attentissimo Piero Tola, leggo, nel solito girone dantesco che è Facebook, che è partita una infinita canizza tra John, il celebre James Murphy il quale reclamava delle inesattezze circa il copyright d’una canzone, e una misteriosa figura che si firma Nik. Una canizza che poco dopo la sua pubblicazione e deplorevole evoluzione è stata rimossa dal web, ma abbiamo documentato tutto.

In sostanza nasce questo dibattito su una vecchia canzone la cui paternità sarebbe, a detta di James Murphy, quanto meno da condividere con lui. Dall’altra parte del tavolo s’attribuisce un riff a Richard Bateman, bassista, turnista con gli Agent Steel nel 1987 nonché membro storico dei Nasty Savage:

L’oscura faccenda scatena un autentico vespaio. Innanzitutto perché i lettori sembrano ricordarsi delle dinamiche di quel brano, e incitano in un certo senso James:

Tutto ciò provoca il ritorno della personalità anglosassone, dato che Cyriis si mette subitaneamente a utilizzare toni simili a quelli adoperati dall’individuo che lo difese su YouTube. Riguardatelo e capirete che cosa intendo:

James Murphy comprende il degenerare della situazione, e, supportato dagli sghignazzanti like dei lettori, la butta in caciara senza però infierire. Più che altro sembra non fregargliene niente di quel vecchio ammasso di riff, ma erano comunque suoi e ci tiene a precisarlo:

A quel punto è tardi: interviene Nik. Ora, esistono molteplici teorie su Nik: che sia un parente intento a prender le difese per mezzo di toni ammorbanti, oppure il classico cugino che s’è impossessato della tastiera e ha preso a vomitare odio, classica scusa italiana che utilizziamo nel Bel Paese ogni qualvolta che qualcuno sfora in rete o tramite la messaggistica gratuita del cellulare. Nik, che non è la prima volta che compare sul profilo ufficiale degli Agent Steel, interviene qui con la delicatezza tipica di chi si sta rivolgendo a uno che di recente le ha passate proprio di ogni colore:

STAMMI BENE, FRATELLO. E non ha alcun senso giocare il tre di briscola quando puoi bissare con l’asso, magari per prenderti un ghiottissimo gobbo di fiori:

La chiosa finale spetta tuttavia a John Cyriis in persona con l’ennesima delle provocazioni sterili, prima che il post e i relativi commenti scompaiano per sempre:

SEI SOLO IL CHITARRISTA PRESO ALL’ULTIMO MINUTO PER CAZZEGGIARE SU CAUSE OF DEATH.

Me lo immagino nella stessa band di Dave Mustaine per un decennio, e avremmo visto il cielo della California tingersi di rosso, anche nelle notti più buie. (Marco Belardi)

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