THE HAUNTED: Peter Dolving lava i panni sporchi in piazza
Sulle ragioni della traumatica separazione tra Peter Dolving e i The Haunted, annunciata dallo stesso singer lo scorso 29 febbraio, nulla si era saputo fino a qualche settimana fa, quando il cantante aveva pubblicato sulla propria pagina facebook una lunga e pesantissima requisitoria nei confronti dei fratelli Björler, accusati di ogni male possibile, assassinio di Kennedy e scioglimento della calotta artica inclusi, e definiti i “più emotivamente disfunzionali fottuti pezzi di merda che abbia mai conosciuto“. Dato il periodo vacanziero, non avevamo approfondito la questione a dovere e rimediamo approfittando della pubblicazione su MetalSucks di un’intervista (la prima e finora unica concessa dopo lo split) dove il vocalist continua a sparare a zero sugli ex compagni e su altri esponenti più o meno illustri della scena svedese. Si sarebbe trattato soprattutto di questioni legate al vil denaro. In sostanza Dolving, che, a quanto si è capito, cerca eroicamente di continuare a vivere di musica pur non navigando affatto nell’oro, non perdona ai due gemelli di aver preferito imbarcarsi in nuovi tour con gli At The Gates piuttosto che portare avanti in modo regolare l’attività live con i The Haunted. L’ex Mary Beats Jane (che era uscito dalla band una prima volta subito dopo l’esordio, per poi tornare in occasione di rEVOLVEr) da una parte si è sentito preso per il culo perché la riesumazione del leggendario marchio impresso su Slaughter Of The Soul, secondo i patti, avrebbe dovuto durare giusto lo spazio di una rapida tournée celebrativa, dall’altra si è visto, più prosaicamente, privato della sua principale fonte di reddito.
Certo, nel suo primo sfogo pubblico del 12 agosto non la aveva messa esattamente così:
“Quando me ne andai eravamo un branco di gente fottutamente depressa. Non c’era passione. Alcuna. E, davvero, non credo ce ne sia mai stata. E dubito fortemente che Anders e Jonas Björler abbiano la minima idea di cosa significhino amicizia profonda, gioia ed empatia. Pensano in termini di ‘io, io, io’ e ‘mio, mio’ mio’. Il motivo per cui dissi ‘fanculo’ fu questo; giravano droghe intorno alla band, e c’erano membri della crew il cui alcolismo o abuso di droghe erano sottovalutati e ignorati. I promoter locali e la crew erano trattati come servi e gli stessi promoter venivano incaricati di procurare droga, anche in luoghi dove ciò era estremamente rischioso come la Cina o la Thailandia. Per il bene dei miei figli ho bisogno di sapere che tornerò a casa e verrò pagato”.
E poi:
“Il giorno in cui i Björler decisero di parlarci del tour d’addio degli At The Gates (tour d’addio che dura da tre anni) stavamo pubblicando e promuovendo ‘Versus’. Ci dissero che si sarebbe trattato solo di 14 show e sono ancora in tour. Hanno fatto più soldi possibile”.
Il chitarrista Patrick Jensen avrebbe sentito subito puzza di merda e avrebbe replicato loro che tutto ciò “avrebbe ucciso i The Haunted” e “i gemelli si misero sulla difensiva; adesso sappiamo il perché“. Del resto il controverso Unseen (che a me non era manco dispiaciuto), con le sue derive radiofoniche, era stato l’equivalente di un all in in una partita a Texas Hold’em. O la va o la spacca e si perde tutto. E mi sa che non è andata benissimo. Dolving prosegue citando situazioni alla Jason Newsted (“Ci sono voluti due anni per scrivere Unseen”, racconta, “Devo aver scritto 40 fottute canzoni per quel disco. Ogni volta che ho presentato qualcosa non era ‘suonata abbastanza bene per capire di che si trattasse’ oppure ‘non erano i The Haunted’. A quel punto gettai la spugna”) e dedica qualche parola anche al batterista Per Möller Jensen, l’unico che sembra stargli simpatico, del quale però non ha “notizie da mesi“. “L’ultima volta che l’ho visto era un senza tetto”, aggiunge, dando a intendere che sarebbe stato fottuto peggio di lui dalla sospensione dell’attività del gruppo (che, in teoria, sarebbe comunque alla ricerca di un altro cantante).
Nell’intervista rilasciata al blog Usa è stato però ben più diretto: “Non sono stato in grado di fare un fottuto regalo di compleanno ai miei bambini per due anni. Mi sono spaccato il culo per un anno e mezzo cercando di risparmiare il più possibile mentro vedevo gente che un tempo dormiva in una cuccetta accanto a me fare soldi e mi sono detto: ‘fanculo“. Qualche stronzo degli In Flames o di qualche altro gruppo di merda, uno degli Iwers, si è incazzato per come ho accusato i Björler e l’ho mandato affanculo”. Per la precisione Peter Iwers, il quale nel suo programma radio “avrebbe avviato una campagna per dire alla gente quanto fossi un parassita perché avrei ‘sfruttato i fan’ chiedendo loro aiuto. Questo stronzo non ha mai scritto una nota per la sua band e ha ancora il coraggio di far vedere in giro il suo grasso culo alcolizzato. Mi hanno rubato il cibo dal piatto. Ma questo era la prima ondata della scena death di Goteborg: una masnada di ragazzini alto borghesi che facevano soldi. Il terrore di uscire dalla scena o di non incassare abbastanza spingerebbe questi succhiacazzi a fare qualsiasi cosa”.
L’intervista prosegue su toni meno livorosi e discute i vari progetti nei quali Dolving è attualmente coinvolto: i Rosvo (un cui recente video vi ammanniamo a fine articolo), i Thieves And Liars, gli Science e i neonati House Of Dolving, con i quali, se non ho capito male, il cantante dovrebbe portare in giro pezzi tratti dal repertorio delle diverse band nelle quali ha militato. Data la sua natura di dropout al cubo, Dolving mi sta istintivamente simpatico ma è chiaro che abbiamo sentito una sola campana e non possiamo trarre troppe conclusioni. La vicenda, triste e a tratti piuttosto squallida, mi sembra però assai emblematica di cosa stia accadendo oggi nel music business, anche e specialmente in un settore forzosamente di nicchia come il metal estremo. I gruppi di calibro medio/alto che negli anni ’90 campavano tranquillamente di musica adesso non ce la fanno ufficialmente più. E hanno quaranta e rotti anni. Bollette da pagare e magari figli da mantenere. Certo, ti puoi cercare un lavoro normale ma è un ordine di idee in cui probabilmente non sei mai entrato in tutta la tua vita, con tutto quel che ne consegue. E allora una reunion degli At The Gates nata per festeggiare un anniversario dura anni perché così l’affitto sei più sicuro di riuscire a permettertelo. Finchè dura fa verdura. Ma quanto potrà durare? Come diceva un personaggio de ‘I migliori nani della nostra vita’ mentre cucinava il cannibale in pentola, quando avrebbe dovuto essere il contrario, sono cambiati i tempi. (Ciccio Russo)
Dolving non le manda mai a dire, conoscevo la vicenda grazie agli status del suo profilo FB. Bellissimo il post con le amarissime considerazioni finali…
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“Bollette da pagare e magari figli da mantenere.”
Ma da quando in qua si vive di metal? In tutti questi anni non sono riusciti a frequentare un corso serale del cavolo per imparare un mestiere? Credevano forse che avrebbero continuato a vendere 20.000 copie di cd all’anno fino al 2030?
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Sì, senza contare che vivono in uno dei paesi messi meglio dal punto di vista economico e cazzi vari. Devono trascorrere delle vite davvero estreme per non farcela. Vi invito a venire in provincia di Foggia, Haunted belli.
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Più onesto Abbath, che nel 97 diceva di vivere con quel po’ che tirava su con gli Immortal e per il resto c’era il sussidio di disoccupazione…
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“…questo era la prima ondata della scena death di Goteborg: una masnada di ragazzini alto borghesi che facevano soldi. Il terrore di uscire dalla scena o di non incassare abbastanza spingerebbe questi succhiacazzi a fare qualsiasi cosa”
GRANDE!
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In effetti Dolving come attitudine (soprattutto se ti leggi i post e l’intervista interi dove non fa che parlare di quanto siano importanti i figli e la famiglia e di quanto gli piaccia coltivare l’orto) sarebbe un ottimo terrone, uno così sopravviverebbe tranquillamente a Foggia o a Caserta. Che poi, teoricamente, in Svezia Goteborg dovrebbe essere la città più operaia e ruspante e Stoccolma quella più fighetta
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come attitudine direi di sì, ma voglio vedere a Trinitapoli se ti viene in mente di campare solo con gli introiti del tuo gruppo(ma mi sa che al momento manco a Milano)…invece grande Ciccio per la questione “trovarsi un lavoro normale/ordine di idee che ti sei fatto sulla tua vita…”, voglio dire, se un cameriere lo licenziano non ho mai visto nessuno dirgli “prova quel bando per dottorati…”
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non mi piacciono gli hunted,ma stimo quest’uomo a priori anche solo per il fatto che piscia in faccia al buonismo che pervade il metal attuale.cmq la puglia è stupenda,più scendi meno lavoro c’è..hanno poco da lamentarsi sti svedesotti
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i primi 3 dischi dei The Haunted mi piacevano. Gli At the gates hanno fatto un capolavoro della storia del metal e si sa.I Dark Tranquillity hanno sfornato alcune cose eccellenti. Sono un fan del suono di Gothenburg. Però quanto di bello si poteva fare lo si è fatto ed è già cristallizzato nella storia. Il punto è un altro; capisco che chi da quando era un ragazzino ha solo pensato a suonare (e questo ha migliorato sicuramente le skills musicali) non sia mai entrato nell’ordine di idee di “fare altro” (come un calciatore che per poter arrivare a certi livelli deve trascurare tutto il resto sin da ragazzino); ma come si può pensare di pagarsi le bollette fino ai 60 anni suonando un genere così stereotipato e sfruttato? A chi pensano che interessi? Slaughter of the soul è immortale, è ancora uno dei miei dischi preferiti, come di tante persone che conosco: tra il disco di un gruppo iperprodotto che ricicla i soliti due-tre riff su un tappeto di batteria/tarantella e l’originale ascolterò sempre il secondo.Io penso che il metal non sarebbe andato in vacca se i gruppi avessero utilizzato la regola aurea dell’hardcore: sciogliersi dopo due/tre dischi al massimo livello qualitativo. E non si sarebbe arrivati a queste scene tristi (nelle quali è difficile schierarsi con l’una o l’altra parte), anche perché parte del fascino del metal, prima di facebook e prima della saturazione del mercato, era proprio il fatto che, almeno in apparenza, non avesse a che fare con queste puttanate.
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