Recensioni brevi per dischi brevi: un po’ di singoli, Ep e demo di questo 2024

Partiamo da uno split, quello tra BOTTOMLESS e WITCHING ALTAR, intitolato Graveyard Thunder, che, per quanto complessivamente non sia brevissimo, possiamo vederlo come un doppio Ep di tre pezzi soltanto ciascuno. Il terzetto veneto-siculo è alla prima pubblicazione dopo l’uscita di Sara Bianchin e l’ingresso di Laura Nardelli (ex-Ponte del Diavolo) al basso. Rispetto al recentissimo passato, il trio si sposta su territori più rock classico, radiofonico. Certo, non abbandonando del tutto l’oscurità ossianica del doom, anzi. Ora sembrano un mix Adult Oriented Doom tra Pentagram e Blue Öyster Cult. Che sia questo il percorso che seguiranno per la prossima uscita? La pulizia del canto e della chitarra ricca di Giorgio Trombino potrebbero venirne valorizzati. La seconda pietanza la serve invece una formazione brasiliana di passaporto, ma voi potreste scambiarla per finlandese, dato il suono, massimo americana. Tre pezzi anche per loro, complessivamente meno riusciti, di doom rozzo e magniloquente. Ammetto di non conoscere il loro album precedente, magari daremo un ascolto al prossimo.

Ancora uno split doom, questa volta singolo, e ancora una volta una questione tra latini. Gli spagnoli CRUZEIRO con Naufraxio si pongono sulla scia dello stoner doom con voce femminile che fa spesso la gioia di noialtri, quaggiù. Viaggione non particolarmente concentrato, si tende allo svarione strumentale. Con Seta Nera invece facciamo la conoscenza dei nostrani STRYX, orgogliosi delle origini marchigiane condivise con Paolo Catena, ma in realtà nel suono sono più internazionali che dark sound nostrano. Titolo in italiano e testo in inglese, voce femminile blues e sacrosanti sabbathismi. Vi interessasse approfondire, c’è anche un Ep dal vivo diffuso dai quattro, Ossvarium (Live from the Crypt). Contiene anche versioni dei singoli precedenti. Il repertorio è ancora scarsino, eh. Li aspetto fiducioso alla prova del disco intero. Spero i suoni li valorizzino.

Ancora un Ep, ancora Italia, ancora una sacerdotessa ad officiare riti funebri, ancora una formazione giovane che sceglie di ispirarsi al Dark Sound italiano, stavolta con più decisione. Elemento è il terzo Ep in quattro anni dei THE DEAD FLOWERS GRAVES. Quattro canzoni macabre zeppe di organi a morto. La prima traccia, Behind the Void, ti fa pensare che i cinque friulani siano pronti al passo successivo, l’album. Vien voglia di ascoltarne di più, tra gli scongiuri. Non che manchino gli spunti qua. Bones of the Mother è infestata da quelle tastieracce marce che nei ’90 apparivano nelle manifestazioni più occulte del black italiano. Se la cantante che risponde al nome di 19.03 decidesse di cantare in italiano e riuscisse ad uscire un po’ di più da certi schemi classici avremmo probabilmente pronto il nuovo gruppo underground di culto della scena doom nostrana.

Spostiamoci decisamente al freddo, nella Madre Russia, in particolare a San Pietroburgo, dove le cose girano bene per il Metallo. A inizio anno mi sono occupato di Mosca e colpevolmente non ho proseguito con l’altra capitale. Mea culpa, c’era tanta roba. Comunque, il giro doom ha un nome di punta laggiù, quello dei Grave Disgrace. Bene, i KREST (ma dovremmo scrivere Крест) ne sono un side project russofono. Il nome vuol dire croce, quindi credo che questo vi suggerisca meglio una certa ortodossia nel loro doom. Sono in tre e Судный День e il loro secondo Ep. Salmodiante, acido il giusto. Tra classiconi doom americani e inglesi e qualche suggestione antica ma più recente (c’è un riff che assomiglia a uno dell’esordio di Jex Thoth, un disco mai sufficientemente rivalutato). Canzoni semplici che girano attorno a un’idea melodica semplice, ma riuscita. Il resto un suono profondo, grasso, riverberato, cupo. Teniamoli tutti sott’occhio, perché hanno tutte le capacità di fare davvero bene.

Decisamente curioso il demo di un’altra nuova formazione russa, sempre San Pietroburgo, chiamata ДЕЖАВЮ (Déjà Vu), demo intitolato Компромисс (Compromiss). Praticamente inaugura un possibile sotto-filone NWOTHM, quello nostalgico del rock e del metal Oltrecortina, con tanto di immagine e immaginario anni ’80. Due canzoni gradevoli, per ora, melodiche e malinconiche, vagamente sgraziate, ruspanti. In formazione il cantante chitarrista di una fresca promessa NWOTHM locale, gli Electric Storm, ed il chitarrista di Wizards (un demo nel 2022 tra metallo antico e cocculto, doom e dungeon synth) e Mystic Storm (un disco nel 2021 di thrash metal maligno e occulto), entrambe chicche che raccomando di recuperare.

E a proposito di ELECTRIC CROWN, già un album alle spalle, si son fatti vivi con un singolo di metal classico pure loro, To the Hilt, buono, sia per la melodia, sia per suoni e interpretazioni. Molto classici, non classicheggianti. Il lato B è una cover dei Black Axe, carneadi della NWOBHM che fu. Aspettiamo sviluppi fiduciosi.

Poco più in là, sul Baltico, per la precisione in Finlandia, hanno luogo le avventure dei MEDUUSA, progetto parallelo del tipo degli Iron Griffin, che se siete dei defender per bene adorate già. Bene, al grifone d’acciaio togliete la voce femminile e conseguentemente quelle atmosfere un po’ sognanti da folk psichedelico anni ’60. Resta l’epico acciaio rozzissimo e doom. Epico davvero tanto. La natura di questa uscita è chiara dal titolo, Demo 2023, quindi è spontaneo chiedersi quando ascolteremo qualcosa di nuovo, che è quasi il 2025. Si astengano quelli che si aspettano canzoni e arrangiamenti e registrazioni professionali. Siamo al grado zero dell’epicità, ottenuta con poche linee e poche mazzate. E con una voce sgraziata e cori sentiti. Potrebbe darvi l’impressione che con poche doti strumentali chiunque possa tirare fuori canzoni così, grezze e senza tempo, e io spero lo faccia.

A tema epicità esordiscono con un singolo i milanesi ANCIENT FURY, che hanno due voci e una delle due, quella maschile, attenzione: è Arkadius Kurek dei Wheel. Siete dei maleducati, ragazzi, invitate Kurek a Milano e manco un messaggio per propormi un Fernet al Picchio. Un attimo: l’altra voce, la femminile, è di Melissa Pinion degli Stygian Crown. Il bassista è dei Sorcerer. L’asse milanese è invece il batterista Edo Sala dei Folkstone e il chitarrista Dario Beretta di Drakkar e Crimson Dawn. Paiono le prove generali per una specie di supergruppo epic da rodare in tempo per i festival estivi del prossimo anno, agende incrociate permettendo. O forse solo un progetto in studio e a distanza. Ad ogni modo, i due brani, Ancient Fury e Trail of the Fiend, sono già buoni, ancora un po’ grezzi e spento (questione di suono/registrazione), ma il nome ce lo segniamo in agenda sicuro.

Gli ADAMANTIS li incrociammo due anni fa proprio per un disco breve, un Ep. Non molto prolifici, gli americani: stavolta solo un pezzo, una ballad intitolata Sword in the Darkness. Scritta su un testo tratto dal corpus di George R. R. Martin, quindi, qualora vi steste chiedendo cosa ispira questo gruppo e che genere suona abitualmente, adesso avete una coordinata in più. Buona, acustica, enfatica. Ci rivediamo tra due anni per una clip o per un disco intero?

Dall’Argentina un Ep per gli AMULETT, che del revival heavy metal classico prendono la parte più classica, anzi hard rock. In Night Music si sentono tanto gli organi alla John Lord. Dico che si sentono tanto perché in realtà sono su un brano solo dei tre e siccome è ripetuto paro paro con un testo diverso l’arrangiamento di quello lì pesa parecchio, nella media. Valli a capire. Il meglio è l’ultima traccia. La seconda o terza, fate voi. Si intitola Hellmistress, bella cupa, cattivella, hard rock che diventa heavy-heavy. Finale che poco poco richiama una certa band danese nota per i falsetti ed il trucco pesante. Lancerebbe un recupero dell’album del 2021, per i più curiosi. Di sicuro quando esce il prossimo la curiosità ce la togliamo.

Vale la pena fare conoscenza anche del revival coatto dei DEMON CHROME, provenienti da un luogo a noi caro come Providence, Rhode Island. Un album nel 2022 ed un Ep ora, nel 2024, Hung Drawn & Quarteted. Heavy anni ’80 stradaiolo, un secondo prima di diventare sleaze o thrash e un secondo dopo che Phil Lynott avesse finito di insegnare tutto quello che poteva. In un pezzo come Fire in the Brain i Thin Lizzy ce li potete sentire bene, così come nella ballata finale. La prima parte dell’Ep invece è più dura, metallica e pesa più in termini di minutaggio. Quali sviluppi vi aspettano? Vedremo. Per ora ascolto gradevole e nome annotato sull’agendina.

Un disco intero me lo ascolterei volentieri anche dei FEVER DOG, che metal lo sono tangenzialmente, mix di 70’s glam e high energy rock’n’roll. Insomma, tra Kiss ed Hellacopters. Manna, nient’altro. Se un brano come On the Loose non basta ad ingolosirvi, c’è sempre Alpha Waves, l’album del 2021. Più bubblegum T-Rex, rispetto al brano di quest’anno. Quindi, se tanto dà tanto, al prossimo giro potrebbero far muovere le chiappe anche a più di un metallaro.

Visto che siamo usciti un po’ dal Metallo, colgo l’occasione per allontanarmene ancora di più, coraggiosamente, e condividere con voi una certa esaltazione per il nuovo singolo, dopo un bel po’ di silenzio, dei MOVIE STAR JUNKIES, gruppo che ascoltavo tantissimo una quindicina di anni fa, nel nefasto periodo in cui dal Metallo m’ero allontanato per davvero. Di quel periodo però questo è uno dei nomi che mi porterei ancora dietro e che anzi consiglio a tutti, qua a Metal Skunk. Il 7″ Boy, Life is Chaos è tutto quanto il meglio che sanno tirare fuori su disco (dal vivo sono meglio, fidatevi): garage’n’roll, canzone nera, blues ossianico, melodie lascive, poca lucidità, forse tanto alcool. C’è un’anima esoterica che il cantante Stefano Isaia tira fuori quando assume il nome di Gianni Giubilena Rosacroce, fuori dalla band. Qua ci sono canti scomposti da balera e gospel sepolcrali, perfetti per accompagnare le manifestazioni del Mistero in questa Pianura Padana così gotica, dai culti della Grande Madre tra i loggiati di Torino alle processioni degli uomini pesce tra le valli di Comacchio. Sogno un disco intero, oscuro come il loro vecchio Ep In a Night Like This. Magari nel 2025. Perfetti, da accompagnare con vino rosso della casa. Copioso. (Lorenzo Centini)

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