Sei itinerari per l’estate sotto il sole del metal estremo

Con l’approssimarsi dell’estate, del bisogno di vacanze e di svago tipici di questo periodo, abbiamo pensato di proporvi sei diversi itinerari per le vostre ferie, con la speranza di soddisfare anche la vostra sete di metal estremo.

I mari e i monti: DIOCLETIAN – Inexorable Nexus

Inauguriamo questa rassegna di inizio estate con i DIOCLETIAN, uno dei gruppi favoriti di tutta la scena estrema: da quando il war metal è diventato sexy e à la page fra tutti i metallari, questi neozelandesi sono diventati un mito già incrollabile e ogni uscita fa trepidare le masse di ascoltatori. Anche noi, intendiamoci. Il motivo è che, spiritosaggini a parte, i Diocletian sono ancora una certezza. Il loro nuovo lavoro è Inexorable Nexus ed è una gragnuola di death grind doom thrash primordiale, folle, ma con un groove pazzesco, pieno di ritmo e anche di riff travolgenti. Sorprendentemente, il secondo brano Heathen Siege Part I-III è una suite di dieci minuti con cambi di tempo, melodie e trovate inedite per i Diocletian, ma nonostante questo rimane perfettamente in linea con il loro stile brutale. Abbiamo comunque i consueti brani violentissimi e virati verso un black-grindcore come Barbaric Hunt, Subjugation Before Annihilation e Nexian March. Si è osservato che il loro suono è cambiato nel tempo e, rispetto agli esordi, gli strumenti si distinguono meglio, le voci sono quasi intelligibili, il minutaggio medio dei brani è aumentato, Inexorable Nexus si trova in streaming Hi-Res su piattaforme da audiofili come Qobutz o Tidal, insomma anche loro si sono attualizzati, ma del resto, il war metal è una delle musiche più attuali e adeguate per descrivere il nostro tempo. Guardate anche il video ufficiale:

La città d’arte: ESTINZIONE – st

Dalla dotta Bologna arriva il vieppiù dotto gruppo degli ESTINZIONE. Si sono formati l’anno scorso e fanno un grindcore interessante, articolato e chiaramente ispirato ai classici della scena, per esempio Discharge, Doom, Cripple Bastards, Agathocles, Nerorgasmo, fra i primi che mi sovvengono. Suonano veloci, raramente velocissimi, ma la potenza è sempre molto alta e i loro brani hanno il pregio di essere sempre piuttosto intelligibili. Sono, anzi, frequenti degli inserti quasi doom, ovvero cadenzati e trascinanti, in cui si possono maggiormente apprezzare dei bei riff. Da segnalare anche la voce ben usata su vari registri, sempre nell’ambito del genere, quindi scream, growl e recitativo. I testi delle canzoni variano dal sociale alla psicologia personale e sono improntati a un inesorabile nichilismo, del resto annunciato dal nome stesso del gruppo. La scena grind emiliana ultimamente si conferma piuttosto vivace e, all’interno di questa, gli Estinzione sono una gran bella scoperta: questo album di esordio è già molto significativo, per cui speriamo di risentirli molto presto.

Il nuovo mondo: TZOMPANTLI – Beating the drums of ancestral force

Dopo aver letto e provato a pronunciare il loro nome, magari ridacchiando perché alle nostre orecchie suona come “zompanti”, pensate che in lingua nahuatl TZOMPANTLI significa “muro di teschi”: era una specie di telaio su cui venivano esposti teschi umani, di solito appartenenti alle vittime di sacrifici o ai prigionieri di guerra. Il genere che fanno è un death metal dalle frequenti influenze doom, con la particolarità di essere basato principalmente sul ritmo, su suoni scurissimi e su atmosfere che incutono terrore. Su Beating the Drums of Ancestral Force suonano dieci componenti, alcuni dei quali si dedicano soltanto agli strumenti etnici, che si sentono bene, per quanto non siano mai troppo invasivi e restino molto ben integrati nel tessuto sonoro del disco, cosa che li rende già degni del massimo rispetto. I loro testi parlano prevalentemente di mitologie native americane, di guerra, di sacrifici umani. Se non li conoscete, provate ad ascoltare anche il precedente album Tlazcaltiliztli (questo lo pronunciate voi), ma quest’ultimo appena uscito è molto migliore:

La costa urbana: THE LAST OF LUCY – Godform

Ecco altri americani: i THE LAST OF LUCY fanno un death ipertecnico, matematico e a suo modo anche psichedelico, suonato al limite delle possibilità fisiche degli strumentisti. Per questo a me hanno ricordato subito gli Archspire. È un tipo di musica che rispetto molto, perché di difficilissima esecuzione e che richiede una preparazione tecnica di primo livello, ma sinceramente non riesco ad ascoltarla per troppo tempo di seguito. Aggiungo che la produzione, come capita invariabilmente per questo tipo di gruppi, fa suonare sempre troppo artificiali tutti gli strumenti, che devono essere per forza di cose nitidissimi, quindi la contropartita è che perdono completamente di musicalità: non c’è timbro, non c’è dinamica, personalmente riesco ad apprezzare soltanto la velocità e la tecnica, ma le pur buone trovate compositive che il gruppo propone si perdono nella tempesta di note troppo affilate e rifinite. Questo è il mio gusto, ovviamente, se però vi piace il technical death estremo sono da sentire:

Il museo della scienza: OXYGEN DESTROYER Guardian of the Universe 

A differenza degli altri album incontrati finora, che sono già usciti, Guardian of the Universe degli OXYGEN DESTROYER uscirà il prossimo nove di agosto. Possiamo già ascoltarne un brano, Shadow of Evil, che si mostra in linea con la tradizionale produzione del gruppo. Sono americani anche questi, suonano un death thrash veloce e potente, tramite cui si dimostrano dei grandi fan di classiconi storici tipo Kreator, Vader, Sodom e Nuclear Assault, in più a volte si avverte qualcosa di blackened, ma non sono tanto sicuro che non sia semplicemente l’effetto del vecchio trash teutonico che emerge prepotentemente in ogni brano. Hanno anche la fissa per i supermostri giapponesi, i cosiddetti Kaiju, tipo Godzilla, Gamera, Biollante, Rodan, etc., e hanno trovato un modo per far convivere queste due passioni con gli Oxygen Destroyer. Fanno canzoni carichissime, violente e veloci, ma sono anche ricche di cambi di tempo e sono belle, cazzo. Se vi hanno convinto, mi raccomando ascoltate anche il loro primo album del 2018, Bestial Manifestations of Malevolence and Death. Secondo me meritano almeno una parte del vostro tempo:

Il campeggio sotto le stelle: NYKTOPHOBIA – To the Stars

Chiudiamo con questo sesto gruppo la guida estiva tornando alla nostra vecchia Europa, per la precisione in Germania, dove troviamo i NYKTOPHOBIA, i quali a brevissimo faranno uscire To the Stars, il loro quarto album. Fanno un death metal melodico, che a volte sembra sforare nel sinfonico, ma non troppo, perché altrimenti non ve ne parlerei nemmeno. Si ispirano chiaramente alla scuola scandinava di metà anni Novanta, inoltre prediligono composizioni dense e ricche di note, oltre che le alte velocità. I temi di questo nuovo lavoro sono l’astronomia, i fenomeni cosmici e la fantascienza dark. I due singoli disponibili, Millenium e Voyager I promettono molto bene e hanno il pregio di essere rilassanti e orecchiabili quasi come fossero tormentoni estivi, ma ovviamente sono di una levatura musicale e poetica impareggiabili:

Starlight guides you on your way
Always, when everything else has failed
Friend, is this the end of our race?
Only silence… all voices fade away
Fear is the burden of this age

Cari lettori/ascoltatori, con questo viaggio interstellare vi saluto e, come sempre, let the metal flow. (Stefano Mazza)

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