I FROZEN SOUL sono al secondo disco e hanno già rotto le palle
Un filone musicale riproposto negli anni fino allo sfinimento non merita con questo di cessare di esistere. Non merità però neanche di essere banalizzato. Crypt of Ice a prima vista m’era sembrato una grossolana presa per il culo, anche se ebbi il coraggio d’affermare di essermelo goduto a ogni singolo ascolto. Quattro o cinque in tutto e un brevissimo ripasso stamani, sia chiaro; non uno di più. Ad elencarne le caratteristiche, sembra di essere all’estrazione dei gironi di Champions League con elementi metallari dentro le biglie.
1 – Bolt Thrower
2 – Una bassista con lo sguardo più cattivo di Jo Bench
3 – Obituary
4 – Paraculaggine svedese
6 – Titoli alla Immortal
“Ora arrangiatevi, metallari di Fort Worth, Texas, perché con queste cinque parole chiave ci costruirete un disco”, debbono avergli detto in sede alla Century Media, subito dopo la firma del contratto.

Sono trascorsi neanche tre anni da allora, e i Frozen Soul ritornano sul mercato con l’aria d’esser veterani, Matt Heafy dei Trivium produttore, come c’entrasse qualcosa, e un carico di ospiti speciali fra cui l’appena citato chitarrista americano. C’è pure John Gallagher dei Dying Fetus su Morbid Effigy.
Oggi affermerò semplicemente che i Frozen Soul, appena al traguardo del secondo disco, mi hanno già rotto le palle. Sono la banalizzazione estrema del death metal; sono apertamente costruiti a tavolino e, se all’epoca di Crypt of Ice il giochino gli era ampiamente riuscito, seppur senza guizzi, oggi pare di assistere alla lievitazione smisurata d’uno di quei gruppi mainstream mascherati da metal estremo. Volete il nome? Gli Amon Amarth. I Frozen Soul hanno l’atteggiamento degli Amon Amarth in chiave death metal, ce l’hanno in tutto e per tutto e non fanno alcunché per tenersi alla larga dall’orribile misfatto. Perché gli Amon Amarth un gruppo di merda coi controfiocchi come in giro ce ne è pochi.
La cosa più indecorosa fra tutte è il videoclip di Glacial Domination: c’è questo tizio che viaggia nel tempo ma sbaglia e un cavernicolo lo intercetta, lo sbatte a terra e inizia a fracassargli la testa. Il livello di recitazione della scena dell’omicidio, cari lettori, merita ampiamente la visione. Preparatevi psicologicamente perché per questo videoclip si sono procurati una tuta futuristica, le animazioni grafiche del caso e uno scenario innevato, e poi l’hanno combinata grossa con gli unici due personaggi coinvolti. Il brano parte subito dopo la conclusione di Annihilation, non un omaggio a Garland o al culino sodo della Portman ma un minuto di synthwave buttata lì come se all’estrazione della Champions avessero estratto anche quella parola. O come se gli avessero telefonato con insistenza i Blood Incantation, freschi di quella cacata che in tanti hanno pure comprato.

Carucce le prime due, su tutte Arsenal of War, mentre alla titolistica segnalo Best Served Cold e Atomic Winter, segno che la si sta buttando in caciara molto presto. Un album completamente di maniera, che non mi convince non a causa della produzione, troppo ripulita rispetto a quella di Crypt of Ice, e nemmeno per la mancanza di riffoni, sebbene una maggior concessione alla velocità non ha ridotto in Michael Munday la capacità di scriverne. Glacial Domination è proprio fuffa e smaschera questi quattro tizi – più una tizia – che al primo squillo ci avevano fatto davvero pensare che vivessero per tributare il death metal vecchio stampo, con gli inserti alla Celtic Frost e il tono guerresco di album come Realm of Chaos e Warmaster. Ma dovevo leggere meglio fra le righe, Century Media significa Century Media, e non quella dei tempi di Morgoth, Asphyx o Demolition Hammer.
Ora qualcuno dirà che i Frozen Soul non possono essere gli Amon Amarth del death metal perché anche gli Amon Amarth fanno death metal, e allora si potrà tirare giù la serranda alla bottega. Ferie. (Marco Belardi)

Appena letto la recensione,subito acquistato.Grazio per l’ennesimo consiglio agli acquisti.
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Cazzo che video de merda
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