Avere vent’anni: HELLOWEEN – Rabbit don’t Come Easy
Il titolo si spiega da solo, no? Però qualcosa devo scriverlo, quindi ecco a voi quanto segue: gli Helloween del 2003 erano di nuovo in crisi, non nella misura in cui lo erano stati durante il periodo di Pink Bubbles Go Ape e Chameleon ma in ogni caso non se la passavano bene. La “colpa” della situazione era in parte di Michael Weikath e in parte no, nel senso che dopo l’esperimento andato parzialmente a vuoto di The Dark Ride, in cui effettivamente aveva avuto poco da dire su quasi tutti i fronti, comprese quel paio di canzoni scritte da lui che ovviamente suonano del tutto sconnesse dal resto, le tensioni tra lui e Grapow, che si era tirato dietro anche Uli Kusch, esplosero definitivamente con la cacciata dei due dal gruppo a mezzo di una e-mail (decisamente la classe non è acqua). Tanto erano in basso gli Helloween quel periodo che per un po’ i Masterplan, il gruppo fondato proprio da Grapow e Kusch dopo essersi ritrovati per strada dalla sera alla mattina, furono visti un po’ da tutti come gli eredi naturali del gruppo che aveva sfornato quel trittico di lavori splendidi che sono Master of the Rings, The Time of the Oath e Better Than Raw. Che poi non era affatto così e i Masterplan erano fondamentalmente un’altra cosa, ma gli Helloween non dico che non se li filasse più nessuno, però manco andavano forti come prima. Anzi.
Rabbit Don’t Come Easy è figlio di quel periodo, un lavoro più “quadrato” rispetto ai precedenti e sicuramente lontano anni luce da The Dark Ride, figlio della volontà di Weikath (perché è lui che comandava la baracca) di riaffermarsi, di tornare a come erano un album in meno fa. Ovviamente la cosa ha avuto successo solo in parte, perché purtroppo Rabbit Don’t Come Easy è il primo di una serie di lavori che più o meno paiono tutti uguali o comunque qualitativamente assai appiattiti, fatti con lo stampo. Sicuramente non aiuta la produzione da catena di montaggio del mai troppo maledetto Charlie Bauerfeind, che purtroppo ha fatto lo stesso trattamento di bruttezza anche a – tra gli altri – Rage e Blind Guardian, ma in generale uno come Grapow non è che lo rimpiazzi così facilmente, soprattutto con un ragazzo, all’epoca, che per quanto possa starti a sentire o addirittura pendere dalle tue labbra può non avere necessariamente le doti da autore che aveva il tuo vecchio ex sodale. Non che qualche pezzo carino Sasha Gerstner non lo abbia composto, ma Grapow era un’altra cosa, un’altra testa pensante che contribuiva su più livelli a rendere gli Helloween il gruppo che era tornato a riempire gli stadi.
Alla fine quindi Rabbit Don’t Come Easy alterna qualche pezzo riuscito tipo Just a Little Sign, Open your Life, Listen to the Flies e Never be a Star ad altri che andrebbero direttamente nell’indifferenziata, tipo tutto il resto. E questo è l’andazzo che avranno gli Helloween, ma via via sempre peggio, fino al 2015, cioè prima della rimpatriata con Kai Hansen e Michael Kiske, un gruppo ormai bollito proprio perché l’unico che voleva comandare, fino quasi a sfasciare tutto, non ce la faceva più da solo. Quindi no, il coniglio non viene via facile, Weiki. Per nulla. (Cesare Carrozzi)


The Dark Ride è un album fantastico e forse uno dei migliori dell’era Deris, anche considerando i due pezzi di Weikath. Ovviamente rinnegato in toto a partire da questo che, come tutti gli altri che seguiranno, si può ignorare completamente.
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Concordo, The dark ride bellissimo, altro che. Poi il piattume.
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The dark ride a mio avviso fu geniale proprio perché spezzava l’impostazione classica ormai obsoleta!…c’erano molte canzoni valide, fresche e moderne….in altri album recenti invece sono uscite solo alcune valide canzoni!….l’album del grande ritorno invece non è molto digeribile…forse da molti punti di vista troppo esagerato…..io preferisco gli Unisonic!!!!!
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Volete pubblicare la recensione di Enforcer e Devil Driver
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E che copertina di merda. In quel periodo se la giocavano con gli Iron a chi le faceva più brutte
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Lo ripeterò sino alla morte come i Metallica con …and justice, loro con keeper 2 non esistono più. Gli ho tutti lo stesso e ogni tanto ci riprovo. Nulla nulla nulla.
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E poi c’è gente che critica Sabaton, Powerwolf e ultimi Maiden. Ma non stiamo a scherzare sono lontani anni luce e poi un pessimo cantante come Deris e’ dura trovarlo
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Pessimo sto cazzo
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Beh dai non e` certo ‘sto splendore. Una voce da hard rock in un gruppo power, totalmente fuori contesto. Dal vivo e` imbarazzante.
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Esatto, e’ proprio una voce da hard rock di power non ha nulla. Vuoi mettere Kotipelto, Burlow, Kiske, Attilla Dorn, Giacomo Voli etc etc etc? Per cortesia di cosa parliamo? Poi ditemi solo una canzone che si avvicina a Future World o I wamt out o helloween? Comunque gusti son gusti e vanno rispettati ed offendere ed essere maleducati non serve.
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offeso chi? stocazzo è offensivo per chi, per il cazzo?
cmq, hai detto che è un pessimo cantante, non che non ti piace, quindi hai dato un giudizio assoluto e non di gusto personale. fuori contesto? bah, se volete tutti pezzi simili di power sparato forse è vero, per me il disco migliore degli helloween è better than raw, e in contesti più variegati stilisticamente la voce di deris ci sta benissimo. dal vivo lo ho visto e non concordo nemmeno sull’imbarazzante. certo è passato tempo, e di sicuro kiske è tecnicamente migliore (oltre a essersi conservato meglio)
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ho fatto una risposta cumulativa
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Mah direi che siamo proprio fuori fase. Se c’è qualcuno che ha tenuto in piedi la band é proprio Deris. Mai capito invece il ruolo di Sascha Gerstner, da un punto di vista compositivo davvero insignificante.
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Una canzone che si avvicina a Future World, I want out o Helloween? Grazie al cazzo. E’ come chiedere di trovare una canzone del Black album che si avvicini a Master of puppets, Creeping death o Battery. Cazzo, dai, The time of the oath e Better than raw sono due grandissimi album. Paragonare quegli Helloween a Sabaton e Powerwolf è da mettersi le mani nei capelli. Agli ultimi Maiden ancora peggio.
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Amen
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L’uscita/cacciata dal gruppo di Uli Kusch fu almeno altrettanto grave; diversi dei brani più interessanti dell’accoppiata ‘Better than Raw’ + ‘The Dark Ride erano firmati proprio da lui.
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