NECRONOMICON – Constant to Death

Il recente parlare di musica ispirata a Lovecraft mi ha fatto tornare in mente questo gruppo, nato nel 1984 nel Baden-Württemberg. Di gruppi che si chiamano Necronomicon ce ne sono almeno una decina, ma questi tedeschi sono i più longevi e i più noti. Si contendono il titolo con un altro gruppo, che a dire il vero si scrive NecronomicoN, con la N finale maiuscola, canadese che suona death. Dedicherò uno speciale a tutti i gruppi che si chiamano o che si sono chiamati Necronomicon, lo prometto. Ne parlerò, ovviamente, anche nella debita rubrica lovecraftiana, già dalla prossima puntata. I Necronomicon teutonici erano in origine un power-trio con le cartucciere alla cintura, poi aggiunsero una chitarra e rimasero con la formazione più o meno stabile fino al 1994, dopodiché cessarono la loro attività. Dal 2004 il leader Volker Friedrich rimase l’unico membro originario e portò avanti il progetto con altri musicisti e con suoni aggiornati. I Necronomicon, che nella prima parte della loro carriera rientravano pienamente nel movimento del thrash tedesco e nelle influenze della cosiddetta prima ondata del black metal, non riuscirono mai a produrre musica dello stesso livello di loro connazionali quali Kreator, Sodom e Destruction. Pur avendo delle buone idee di base, spesso veniva mancare la scrittura successiva. Come già detto da due esimi colleghi per uscite passate (qui e qui), negli ultimi anni stanno percorrendo una strada modernista, in particolare nell’estetica del suono: compressori, batteria triggherata, samples, effetti vocali, che tolgono forza al risultato finale.

necronomicon_constanttodeath

Il loro nuovo album Constant to Death mantiene pregi e difetti dei Necronomicon: dopo averlo ascoltato per qualche giorno, viene anche da riascoltarlo, per cui lo ritengo già superiore al loro ultimo lavoro, The Final Chapter. È un disco che in qualche modo si fa voler bene e presenta alcuni momenti genuinamente interessanti, per esempio They Lie è un bel brano a velocità sostenuta con doppia cassa continua: se fosse stato meno effettato, sarebbe stato molto più efficace e ammazzacristiani. In The Guilty Shepherd e Bloodrush mostrano una buona maestria nel riffing e nell’atmosfera, ma poi si perdono con passaggi riempitivi, gettando alle ortiche un’occasione per scrivere qualcosa di più memorabile. Constant to Death e The Blood Runs Red sono altre due discrete canzoni. Abbiamo poi un caso come A Voice for the Voceless, ibrido fra thrash, power e con un ritornello quasi pop. È difficile giudicare un materiale del genere, ma a me personalmente ha strappato qualche sorriso. Constant to Death tutto sommato sarà piacevole per chi apprezza il genere, ha la dote dell’ascoltabilità e presenta alcuni punti di forza, per cui lo possiamo considerare un passo in avanti rispetto alle ultime uscite. Rimangono le incertezze e le follie tipiche dei Necronomicon, che sono da considerare parte integrante del loro stile e che, se da un lato influiscono negativamente sulla qualità generale dell’album, dall’altra gli conferiscono almeno una certa personalità. (Stefano Mazza)

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