R.I.P. Chris Cornell (1964-2017)

È difficile non scadere nella retorica tentando di commemorare la voce che più ha segnato la mia adolescenza, e con lei quella di tanti altri miei, nostri, vostri coetanei. La morte di Chris Cornell ha colto tutti alla sprovvista, perché era ancora giovane e bello come un eroe omerico che pensi possa rimanere così in eterno. Ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo una sola volta, all’Hellfest 2014, con i Soundgarden. Ero insieme agli amici che anni prima contribuirono a farmi scoprire il sound di Seattle e quel concerto in qualche misura chiuse un cerchio. Cantammo ogni singola canzone a squarciagola, abbracciati l’uno all’altro, come fossimo in curva e davanti a noi stesse giocando la nostra squadra del cuore. E forse, in fin dei conti, era davvero un po’ così. Fu uno show strano, imperfetto, barcollante ma a suo modo epico. Chris cominciò sottotono e prese diverse stecche. Poi però, verso metà set, iniziò a carburare e la qualità dello spettacolo aumentò esponenzialmente. Sul finale osò ben oltre l’osabile, azzardando in sequenza Jesus Christ Pose, Fell on Black Days e una Beyond the Wheel potente e caparbia, fuori tempo massimo ma finalmente perfetta. Ci sciogliemmo all’unisono e di quel concerto, di quell’abbraccio, di quel ruggito orgoglioso sento ancora il calore. Come l’eroe omerico che oggi abbiamo amaramente scoperto non essere, aveva peccato di ὕβϱις e, alla fine, aveva avuto ragione lui. Riposa in pace, Chris. 

11 commenti

  • Era dall’8 dicembre 2004 che non restavo così di merda per la morte di un idolo musicale.
    There must be something else
    There must be something good
    Far away, far away from here.

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  • Pare si sia impiccato, anche se il web ha il terrificante potere di macinare, fagocitare e rivomitare notizie senza darti nemmeno il tempo di soffermarti a riflettere. Presentismo, lo definiscono gli storici bravi, ossia tutto lo scibile è compresso nella simmetria che rende biunivoca la relazione tra spazio e velocità. S = V • T, ma T non è più una variabile, non può più essere il lento scorrere del tempo. Il tempo non c’è più concesso, perchè non c’è più tempo nemmeno per il tempo.
    Eppure…eppure per chi come Cure_Eclipse, per chi ha scritto questo articolo o per me, il tempo sussiste. È lì dentro che si formano gli affetti, è lì che possiamo tornare quando presente e futuro ci confondono o ci appaiono troppo di merda per puntarci anche solo due lire…Il paradigma della depressione è uno sguardo torvo e disilluso su un passato che ci trascende nell’impotenza…
    Impotenza…onnipotenza (togliersi dalla scena del mondo, gettando su chi resta la croce della colpa)…Non mi va nemmeno di scivolare nelle tristissime generalizzazioni dei miei colleghi che vanno in televisione a parlare, a cazzo di cane, di cose che non possono declinare nei vissuti, nella soggettività di persone di cui non sanno un cazzo di niente, se non per sentito dire.
    Resta la profonda tristezza di quel twilight of the gods che talvolta crediamo possa risparmiarci; o almeno esimere quegli idoli di gioventù che vorremmo anche noi sottrarre al tempo. Al tempo della caducità…

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  • Cazzo, Signori! Che Shock! povero Chris, che la terra ti sia lieve: https://www.youtube.com/watch?v=3mbBbFH9fAg

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  • MalaPurpleMoon

    A me i soungarden non m’hanno detto molto .. ma forse era il mio periodo storico .. o forse proprio non m’acchiappava .. riproverò …. però i primi due Audioslave erano fichi …
    quando si sono separati per riprendere le “identità” originali .. mi sono sentito preso per il culo … ma ora .. glielo perdono … come gli perdono anche quella cagata per 007 …
    Cantante spaziale…
    RIP

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  • Gruppo e genere mai sopportati, ma la sua importanza nel rock è chiarissima. Un abbraccio ai fratelli che lo piangono, e condoglianze.

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  • Pingback: Sleep tight for me, I’m gone | Metal Skunk

  • Ora rimane solo il silenzio e il dolore per la perdita di una voce che ha fatto sognare.
    Riposa In Pace Chris Cornell, che i dolori terreni ora siano solo un brutto ricordo per te.

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