PORTAL – Vexovoid (Profound Lore)
Parlare di una band come i Portal non è cosa facile, per il semplice fatto che non esistono termini di paragone con cui rapportarsi nell’analizzare il combo australiano. Potremmo dire che hanno preso il discorso intrapreso da Incantation e Immolation portandolo agli estremi della cacofonia e dell’oblio messi in musica, e saremmo comunque lontani da qualunque definizione soddisfacente. Vexovoid è il quarto full pubblicato dalla band di Brisbane e finalmente sono riuscito a metterci le mani sopra.
L’album si rivela essere il lavoro più accessibile tra quelli finora pubblicati, e ancora mi trovo in difficoltà nel definire accessibile un lavoro che è comunque lontano dai canoni più o meno tipici del death metal. Considerando che, come già detto, la base dalla quale partono i Portal è senza dubbio di natura death, bisogna aggiungere che i nostri sono riusciti sin dall’esordio Seepia a plasmare in modo squisitamente personale un genere che in molti definiscono ormai alla canna del gas, privo di nuovi stimoli e innovazioni di sorta: atmosfere asfissianti, riff ripetuti in loop che diventano spirali di follia nelle quali i vari strumenti si fondono creando un abisso nero come la pece dove non si riesce a capire dove sta l’inizio e dove sia la fine (semmai ce ne sia una). Il disco è un arazzo contorto di confusione e follia, perfetto per un eventuale adattamento cinematografico di una qualsiasi opera a caso tratta dal repertorio di Lovecraft, contorto eppure magnetico, capace di attirare l’attenzione pur lasciando dentro all’ascoltatore la consapevolezza di non capire un beneamato di cosa sta succedendo. Tempi medi, mai eccessivamente veloci, finalizzati a creare il maggior disagio possibile mantenendo al tempo stesso l’aggressività e la furia primordiale tipica del genere padre. Staccarsi dai confini del death metal per creare qualcosa di autenticamente originale non è mai cosa facile, considerando anche l’astio che molti ascoltatori provano nei confronti di quelle band che tentano di spostare l’asticella un po’ più in là (magari anche riuscendoci), in questo i Portal si sono rivelati vincenti, riuscendo a catalizzare l’attenzione sia dei puristi, che hanno trovato nella band australiana una variante assolutamente interessante degli Immolation, sia quella di chi cerca nel death metal qualcosa di più della furia distruttiva e catartica che è poi la natura stessa del genere. Vexovoid non è assolutamente un ascolto facile, e tuttavia lo consiglio a coloro che vogliano avvicinarsi a questa band, per poi addentrarsi nei precedenti lavori, sicuramente più ostici ma ugualmente affascinanti.
Mi rendo conto solo ora, rileggendo, di aver scritto un mattone serissimo e impostatissimo ma credete a me, ascoltatevi qualche lavoro di ‘sti ragazzi, poi voglio vedere se non finite pure voi nella peggior bettola della vostra città a bere Fernet Branca domandandovi come sia possibile che il mondo campi ancora, quando c’è in giro gente folle come i Portal. (Luca Bonetta)

Io li ho snobbati per anni, puntualmente ascoltavo i loro dischi e non ci capivo mai un cazzo. Questo invece mi è piaciuto di più, secondo me oltre a Immolation & Co. questi sono pure cresciuti a pane e Unsane.
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bravo luca,fai sempre ottime recensioni di gruppi che nella maggior parte non conosco!
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concordo!
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“Grezie, grezie altrettanto”
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meno male che ci sono in giro gente folle come i Portal
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ditemi bastian contrario, ma dopo mezzo minuto di ascolto mi metto a cercare un cd a caso dei bolt thrower, penso sia un riflesso pavloviano…
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Non sono facili da ascoltare su questo non ci piove. Non è nemmeno un gruppo da ascoltare a random, devi essere in uno stato particolare per apprezzarli (leggi: devi stare male a merda). Comunque l’ultimo disco qui è il più easy listening.
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