DIMMU BORGIR @Orion, Ciampino 11.06.2012
Questo è il concerto del se me lo avessero detto.
Se me lo avessero detto, fino a qualche mese fa, che avrei speso 30 euro per vedere i Dimmu Borgir, avrei pensato a un qualche scherzo. Faccio parte di quella categoria di persone (piuttosto ampia, credo) a cui i Dimmu Borgir fanno ribrezzo sin dall’epoca di Spiritual Black Dimensions, e non per pregiudizio: ascolto puntualmente tutti i loro dischi, ma proprio non ce la faccio. L’ultimo ad esempio è veramente inascoltabile, ma anche quelli prima non è che fossero.
Se me lo avessero detto, quando ero ragazzino, che avrei visto i Dimmu Borgir suonare tutto Enthrone Darkness Triumphant a cinque metri da me, mi sarei probabilmente messo a piangere. Sono legatissimo a quel disco, penso sia uno di quelli che più ho ascoltato in vita mia, e non so davvero spiegare le sensazioni che sapeva darmi all’epoca. Ovviamente se un concerto del genere fosse avvenuto nel 1997 io sarei probabilmente morto di crepacuore durante la parte finale di Spellbound; adesso è diverso, ma gli occhi si sono gonfiati comunque.
E fino all’ultimo la paura c’è stata: non è che questi ci attirano con la scusa di Enthrone e poi ci ritroviamo a pagare 30 euro per sentire gli epici e maligni polpettoni di Puritanical Euphoric Misanthropia e compagnia, e senza neanche il gruppo di supporto? Alla fine entriamo nel momento esatto in cui attaccano Mourning Palace. Penso al me stesso quindicenne e sono felice. Sono sempre felice quando faccio una cosa che renderebbe orgoglioso il me stesso quindicenne. Credo che se tutti seguissero questo principio il mondo sarebbe un posto migliore. Mi fiondo direttamente al bar, dove avevo l’appuntamento con l’inclito Arioli e con una chiara media. Neanche a metà del pezzo Arioli mi prende per la spalla e mi dice ma come cazzo è che alla gente normale non piacciono ste cose?
Effettivamente non si capisce il perché, e mi sa che non lo capiremo mai. Quando parte Spellbound (By The Devil) mi salgono i lacrimoni. La parte finale è una di quelle cose che mi vengono sempre in mente quando guardo la luna di notte. In Death’s Embrace è l’apocalisse, e il vostro anziano e azzimato postino ormai ultratrentenne si getta nel pogo in mezzo ai soliti enormi cinghiali sudati che interpretano il pogo come Nigel De Jong interpreta una mischia a centrocampo. Ma a me non frega niente, e urlo il testo a memoria mentre una specie di grizzly sudaticcio mi prende a ginocchiate sui reni.
Che vi devo dire. Relinquishment Of Spirit And Flesh. The Night Masquerade. Tormentor Of Christian Souls. Entrance. Master Of Disharmony. Prudence’s Fall. A Succubus In Rapture. Pure la ghost track. Se non siete venuti spero abbiate avuto una scusa valida, perché lo rimpiangerete a vita. Non ci sono parole adatte per descrivere un evento del genere. Mi ricorda una puntata dei Simpson in cui il nonno stacca la tv a Bart e Lisa prima di un episodio inedito di Grattachecca e Fichetto e quando la riattacca è appena finito e Krusty dice qualcosa tipo ‘Spero che abbiate visto con attenzione perché è l’episodio più bello e noi non lo trasmetteremo mai più, e quelli che se lo sono perso farebbero meglio a spararsi perché NON LO TRASMETTEREMO MAI PIU!’. E niente, ragazzi. Spero che abbiate avuto una scusa valida.
Quando finiscono tutto il disco tornano dietro le quinte e parte un insensato assolo di batteria del tizio che suona la batteria nei Dimmu Borgir; noi prendiamo una birra e andiamo fuori a fumare. Iniziano le epiche e maligne nuove canzoni dei Dimmu Borgir; prendiamo un’altra birra e rimaniamo fuori a fumare. Ci accorgiamo che sti pezzi nuovi fanno proprio schifo; prendiamo un’altra birra e rimaniamo fuori a fumare. Rientriamo per il secondo bis, con due delle poche nuove canzoni che riconosco: The Serpentine Offering e Progenies Of The Great Apocalypse. Quest’ultima non è neanche malaccio, e chiude degnamente il concerto. Non avevo mai visto i Dimmu Borgir prima e non credo li vedrò più, a meno che non decidano di suonare tutto Stormblast o For All Tid; ma la vedo dura. Un pensiero di solidarietà (sul serio) ai fratelli del vero metal che sono andati a vederli a Bologna e Roncade e si sono ritrovati con le scalette monche. A Bologna addirittura di Enthrone hanno suonato solo i primi tre pezzi. Se fosse capitato a me avrei scatenato l’inferno nell’Orion di Ciampino. (barg)
Scaletta:
Mourning Palace
Spellbound (By The Devil)
In Death’s Embrace
Relinquishment Of Spirit And Flesh
The Night Masquerade
Tormentor Of Christian Souls
Entrance
Master Of Disharmony
Prudence’s Fall
A Succubus In Rapture
Raabjørn Speiler Draugheimens Skodde
Vredesbyrd
Kings Of The Carnival Creation
Dimmu Borgir
Ritualist
Gateways
Puritania
The Serpentine Offering
Progenies Of The Great Apocalypse
Ancora ricordo il giorno in cui mi arrivò il pacchetto postale con dentro “Enthrone Darkness…”. Disco meraviglioso, condivido anche i lacrimoni su “Spellbound…” :D
Irripetibile, anche se io li seguo tutt’ora, schifando paurosamente “Abrahadabra”.
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Comunque non era il nonno, era un nerd che staccava la presa della tv per attaccarci quella del modem…molto peggio!
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Ridicoli. a bologna hanno fatto solo 11 canzoni. Solo di batteria “modello scimmietta” compreso.
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Il mio primo disco black metal. E’ vero trasmette emozioni incredibili. Anche oggi a 30 anni!
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Volevo andare a vedermeli al New Age di Roncade, ma la cosa mi era puzzata e non mi sono fidato.
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io pure ho passato la mano, li vidi proprio durante il tour del 97 con i kreator e i krisiun, perchè dovrei rovinare un ottimo ricordo? il confronto sarebbe inevitabile, per un sacco di ottimi motivi che spaziano dall’entropia al fatto che pure io son meno sensibile ai panda rispetto a 14 anni fa. Resta il fatto che EDT è il disco spartiacque del black, il primo dell’orda norvegese a godere di una produzione degna di questo nome, di suoni “metal” a tutto tondo e per questo è stato anche bollato come il disco che ha segnato il declino del genere nella sua truezza… tutte cazzate da cui mi vanto di dissociarmi, per inciso.
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io non lo sapevo…
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Qui mi pare di capire che abbiamo tutti 30 anni. Ergo siamo una cloaca di sognatori danzanti con una raccolta infinita di bootleg black metal che custodiamo gelosamente! I Dimmu li ho sempre snobbati ma Abra non è male. Negli anni novanta hanno sofferto l’ascesa di Dani ma almeno i norvegesi non se ne sono usciti con boiate vampiresche da IV ginnasio…
Grande Sagrath grandi Dimmu.
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“abbiamo tutti 30 anni”. Non tutti, ahimè…
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lo so che mi odierete ma a me a 15 anni mi faceva cagare qualsiasi cosa black…ora però mi sa che lo riesumo questo album….
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voglio vedere un giorno pogare De Jong, e vedi come tutti i cinghialoni sudati spariscono
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lo ammetto: non ho scusanti. li ho persi. vabbe’…secondo me lo risuonano,magari fanno una data vicino a milano,cosi’ mi rifaccio. su for all tid e stormblast sono scettico,anch’io la vedo dura. ma enthrone, secondo me lo riproporrano per intero! spero!
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Tornato qui dalla recensione di Nemesis Divina.
Questo concerto fu magnifico, sono riusciti a rendere belle tutte le canzoni.
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