Un nuovo pezzo dei Cannibal e subito il mondo ti sorride

Anteprima di quello che sarà un altro disco dell’anno a prescindere, come il nuovo Napalm. E, come i Napalm, pure i Cannibal Corpse non cambiano, non sbagliano e non tradiscono mai. Anzi, più invecchiano e più spaccano il culo. Torture (dopo Kill un altro titolo molto minimal, a questo punto il prossimo album devono chiamarlo Zombie) uscirà il 13 marzo sulla solita Metal Blade, con la solita copertina trucida di Vincent Locke e il solito logo sanguinolento che da oltre vent’anni è garanzia di cruenta, sublime devastazione auricolare. Alla consolle l’ormai collaudato Erik Rutan. Paul Mazurkiewicz ha parlato del ‘disco dei Cannibal Corpse definitivo’, un qualcosa che recupererà la rabbia primordiale dei primi lavori e la rileggerà attraverso il mostruoso bagaglio tecnico accumulato nel frattempo. Niente più death metal scapoccione da ascoltare in macchina mentre si va in spiaggia, come erano stati i platter da The Wretched Spawn in poi? Quien sabe. Tanto sarà bellissimo lo stesso. E poi sono almeno dieci anni che i Cannibal Corpse fanno un disco definitivo dopo l’altro. Alle brutte come cd dell’estate ci terremo l’ultimo dei Deicide.

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