C’è del marcio in Danimarca: KONKHRA – Sad Plight of Lucifer
Quando sulla lista di dischi in uscita ho visto i Konkhra mi son detto: “Ma tu guarda chi c’è“. Come per ogni altra band danese esistente che ascolto, me ne ero completamente dimenticato. Sarà che la Danimarca è sempre stata la nazione meno rilevante nel panorama scandinavo, pur avendoci regalato band death metal secondo me notevoli come gli Undergang, gli Illdisposed, i Panzerchrist e i più recenti, peraltro ottimi, Baest. Associamo alla Norvegia il black metal, alla Svezia il death melodico, alla Finlandia invece un po’ di tutto perché, essendo la nazione con la più alta densità di band metal del mondo, ci trovate la qualunque, come se fosse il Walmart del genere, con pregi e difetti annessi, ma questo definisce comunque la personalità di quella nazione nelle nostre menti. E poi c’è la piccola, civilissima Danimarca, in cui i Mercyful Fate hanno fatto all-in parecchi anni fa e in una nazione di tali dimensioni probabilmente si sono portati via tutto lo spazio disponibile affinché si creasse una scena estrema degna di nota. Mi domando se non sia per questo che esistano un sacco di buonissimi gruppi ma rimasti tutti un po’ in ombra rispetto ai loro vicini di casa. Se avete letto l’articolo sull’esordio dei Bathory, saprete che inizialmente la scena danese era più avanti di quella svedese grazie a un buon numero di fanzine. 
L’emblema di tutto ciò, secondo me, sono i proprio i Konkhra, arrivati ad un passo dal consolidare il successo internazionale, come potete leggere nell’articolo di Ciccio. Sì, poi lì forse c’era anche un problema di teamwork e team management da parte del leader, come si dice nelle corporation e nelle company. C’entrano forse anche gli asset? Ma come cavolo parlo? Insomma, i Konkhra, dicevamo. Vi stupirà sapere che il loro esordio Sexual Affective Disorder, per me, è un capolavoro del death metal. Mi piace di più anche del suo acclamato successore, Spit or Swallow. E sapete com’è quando si ascolta per la prima volta una band e la stessa ti colpisce così tanto. In seguito si sarà molto più ben disposti all’ascolto dei dischi successivi, i quali partiranno da una posizione privilegiata sulla scala che va dallo schifo assoluto al capolavoro. Per cui, io dei Konkhra mi dimenticherò anche, ma poi mi piace sempre molto ogni loro nuova uscita. Anche il precedente, che a Ciccio era piaciuto sì ma anche no, a me piace un casino.
E quindi anche quest’ultimo Sad Plight of Lucifer mi diverte, mi fa scapocciare e allieta le mie giornate. Vale lo stesso discorso che ho fatto per l’ultimo The Crown qualche settimana fa: sento la traccia di apertura del disco e dopo un secondo ho già il volume al massimo e sono lì che faccio air drumming sotto gli occhi del mio cane che non capisce se sto per dargli del cibo o se sto male e deve correre da mia moglie a chiedere aiuto. W la Danimarca, W i Konkhra. (Luca Venturini)

non dimentichiamoci degli Infernal Torment, con il loro Birthrate Zero!!
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Grandissimo disco!
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Dire che la Svezia (Hail!) è solo la patria del Death melodico però no, dai. Prima vengono Entombed, Dismember, Uleashed, Grave, Carnage, Grotesque e 1000 altri e poi, ma con molto distacco, tutto il resto eh.
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Dai, no zio, eh. In questo articolo non c’è scritto quello che dici tu. Se ti riferisci a: “associamo alla Svezia il death melodico” è ben differente da “la Svezia è solo la patria del death melodico”. Io ho descritto un’associazione mentale, un luogo comune se vuoi, per il quale se pensi alla Svezia pensi al death melodico, al sound di Goteborg prima di tutto ecc. ecc. perché volente o nolente è stata la scena con l’identità più forte. Un po’ come è successo a Tampa. Mica il death americano si riduce a quello, è ovvio. Però se dico death americano, subito viene in mente quella scena. Poi ci ragioni un attimo e allarghi il campo. Insomma, non credo ci fosse bisogno di star lì a fare i filologi parlando di mere associazioni mentali, no?
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Ecco è proprio questo che chi venga dopo abbia un’ identità più forte secondo me non è vero. La scena primorde di death svedese è LA scena svedese, vuoi sul serio paragonare gli In flames con gli Entombed? i Soilwork con i Dismember? secondo me ci si fa male, molto male. Forse sono un sofista ma poi si finisce che i figli fanno da headliner ai padri o aberrazioni simili. La storia è importante e occorre onorare il padri e le madri.
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ogni volta che leggo di Danimarca e Svezia rido pensando a “The Kingdom” di Von Trier: “Grazie, o nere torri svedesi. Col Plutonio abbiamo messo in ginocchio i danesi. Qui la Danimarca, una cacata di gesso nell’acqua. E lì la Svezia, scolpita nel granito. Danesi, maledetti danesi. Canaglie pezzenti!”
Scherzi a parte la Danimarca ci ha dato Saturnus e Of The Wand And The Moon, come si può non voler bene a quel superfluo pezzetto di terra tra Germania e Svezia ?
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Citazione necessaria!!! Grande! Grandi pure i Saturnus, sono molto Rock’n’roll ma io ci metto pure i D-A-D!!!
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