Avere vent’anni: NIGHTWISH – Once

Madonna santissima, Once.

A suo modo è un disco importante. O meglio, è uno dei dischi più importanti di un periodo in cui nel metal, o quantomeno nei sottogeneri tradizionali del medesimo, non stava succedendo quasi un cazzo (non tiratemi fuori per l’ennesima vola i Mastodon o i Dragonforce che vi picchio, abbiate pazienza), la mediocrità imperversava sovrana e quindi persino i Nightwish della fase di mezzo, col piede sempre più schiacciato sull’acceleratore di pomposità, tanto da far sembrare Angel Fall First e Oceanborn dei dischi punk da cantina di paese, ci sembravano degli eroi omerici.

Perché è importante Once? Perché è l’ultimo dei Nightwish con la reginella di Finlandia Tarja “una mascella per domarli tutti” Turunen al microfono, e quindi anche l’ultimo dei Nightwish ad avere un senso (il resto del loro operato l’ho ascoltato distrattamente ma mi è parso spremitura del brand e nient’altro, roba buona al massimo per il Sanremetal).

Gli altri motivi per cui ritengo Once un disco importante sono solo ed esclusivamente legati alla mia esperienza personale. Once è un po’ come Iron degli Ensiferum, o Valdr Galga dei Thyrfing: mi ricorda i miei 14 anni. Cioè, un momento, non vale nemmeno la metà dei due dischi che gli ho appena accostato, almeno musicalmente parlando, ma va a incastonarsi nello stesso immaginario, oltre che nello stesso periodo storico.

Per un piccolo metallaro nerd studente di liceo classico giocatore di GDR dal vivo i cui unici obiettivi nella vita erano prendere meno insufficienze possibili, non farmi sgamare le sigarette da mia madre e, non lo so, scegliere se mi stavano più simpatici i nani o gli elfi, con le sue tre-quattro (non di più… NON-DI-PIÙ) canzoni orecchiabili, che ascoltavo a ripetizione, Once era l’ennesimo trip mentale dal sapore vagamente fantasy da cui non riprendersi più (galeotto fu l’ascolto di Land of Immortals, circa un anno e mezzo prima).

Entrando un po’ più nel merito, l’opera è poca roba. Spero concorderete tutti con me che sia Oceanborn che Wishmaster je cacano in testa, come dicono a Parigi centro, che è pieno di riempitivi e che Nemo è un singoletto insipido e insapore, come un’insalatina verde scondita della tavola calda Da Peppe er Pipparolo.

Ma, nonostante tutte queste verità fattuali, ancora oggi non riesco ad ascoltare il riffone d’apertura di Dark Chest of Wonders senza muovere freneticamente il piedino, immaginandomi di sfrecciare sulla mia biciclettina verso il lungomare. Non riesco ad ascoltare il ritornello di Ghost Love Score senza vedermi comparire davanti tante anime di bambine morte naufraghe che cantano in coro mentre si alzano verso il cielo tenendosi per mano (sì, giravano parecchie canne a scuola). Non riesco ad ascoltare Creek Mary’s Blood senza lasciarmi trasportare, volando come in un sogno, verso le terre lontane dei nativi americani, ad abbracciare guerrieri sorridenti e squaw vestite a festa. Non riesco ad ascoltare le chitarre di Planet Hell senza pensare ai loro cuginetti bulli di Espoo, i Children of Bodom (altro gruppo da ginnasio definitivo). Non riesco ad ascoltare I Wish I Had an Angel… non riesco ad ascoltare I Wish I Had an Angel perché è una merda. Vi giuro, penso sia uno dei brani più brutti della storia, sul podio assieme a I Was Made for Loving You e We are the champions.

E con questa provocazioncina finale, appuntamento al prossimo viaggio nei ricordi. (Gabriele Traversa)

7 commenti

  • Figa già ventanni, non è possibile.
    Tanti troppi ricordi, io stavo già all’università che avrei abbandonato da lì a poco, per il resto mi trovo con te sul disco e su molto della descrizione del momento di vita vissuta che ci stava intorno, coordinate fantasy incluse.
    In quei mesi fui abbastanza fortunato da vederli due volte con questa formazione, in autunno/inverno al palasharp prima (spostati dal Transilvania live per capienza oltremodo sottostimata) con i sonata arctica di supporto e al mai troppo compianto primo Evolution Fest l’estate seguente, troppi aneddoti, troppe lacrimucce, signora mia si stava meglio quando si stava sui forum e si scar-prestavano i cd.
    Tarja chiudi la busta.

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    • Le stesse due volte in cui li ho visti io… con la mia fresca ragazza poi diventata moglie e madre dei miei figli… sono molto legato a questo disco per il periodo, ma concordo che è il peggiore dei primi e tre o quattro canzoni fanno proprio cagare

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      • Allora ricorderai sicuramente il monumentale coro “ci avete rotto il cazzo” diretto ai nostri beniamini che ci hanno messo un’eternità a fare il soundcheck. Nel caldone dello stadio di toscolano

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  • Per la serie il “viale dei ricordi”: il biglietto per il concerto dei Nightwish in stato di grazia all’epoca veniva 18 euro + 2,70 di prevendita

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  • Dura accettare che abbia vent’anni perché ero già parecchio in avanti con gli anni quando è uscito. È pomposo, ridondante, ma ha un qualcosa che te lo fa rimettere nel lettore ogni tanto. Poi il capo fece fuori Tarja che stava alzando troppo la cresta e arrivò Annette. Il Blaze dei Nighwish. Ma a me Dark Passion Play non dispiace .

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  • Io avevo proprio la maglia dei Nightwish in quel festival ai bordi del lago di Garda. Tarja era bellissima quel giorno e non immaginavo che quel gruppo stava per finire di lì a poco. Contenta di esserci stata.

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  • Scoperti che avevo più di vent’anni, quindi forse non hanno avuto l’impatto dirompente su di me che avrebbero potuto avere se fossi stato un quattordicenne o quindicenne.
    Però avevano un grande pregio: ti permettevano di intavolare un mezzo discorso con le ragazze. Perché purtroppo il mondo è difficile e a quanto pare se metti su un gruppo black metal stupramadonne o i Cannibal Corpse coi loro titoli raffinati le disiate fanciulle non sono invogliate ad approfondire la tua conoscenza. Stranamente le ragazze andavano fuori di testa per loro e gli Epica (altro gruppo che non ho mai capito, sono sincero), soprattutto le aspiranti cantanti liriche ammiravano Tarja con un trasporto che secondo me mascherava parecchia bisessualità repressa..
    Quindi grazie Nightwish. Non scopavo lo stesso ma almeno me la facevano annusare

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