Il fantacalcio dei batteristi metal passa per Mike Terrana e Vasco Rossi
Da un po’ di tempo, qualcuno fra voi se ne sarà certamente accorto, Dave Lombardo non è più il batterista dei Testament – Chuck Billy l’estate scorsa stuzzicava la folla a un concerto esclamando “Lombardo chi?” – e nemmeno dei Suicidal Tendencies. Vorrei in tal proposito leggere il suo tariffario.
Sullo stesso sgabello si sono susseguiti Brandon Pertzborn e Greyson Nekrutman, prima che Mike Muir s’accorgesse che a nessuno fregava un cazzo di quei due e li sostituisse con un altro nome di richiamo. È ufficiale, Jay Weinberg (ex Slipknot) è appena entrato nella band originaria di Venice Beach. Che cosa ci incastrino i tecnicismi di Jay Weinberg e i Suicidal Tendencies è una domanda che io non porrò a voi e che voi, con altrettanta correttezza, non porrete a me.
Resta ora da capire chi suonerà negli Slipknot nell’immediato futuro.

Innanzitutto Greyson Nekrutman è entrato nei Sepultura al posto di Eloy Casagrande, dimissionario a sorpresa poche settimane dopo l’annuncio della band carioca di volersi ritirare a compimento dell’ultimo tour. Ha perfettamente senso che Eloy Casagrande lasci i Sepultura “per dedicarsi ad altri progetti”, come da lui dichiarato, all’alba del loro scioglimento. Del resto è un classe 1991 e di vita artistica davanti a sé ne ha tanta, giusto che la anteponga al resto. Ne ha un po’ meno vederlo scappare in fretta e furia e senza nemmeno finirlo, ‘sto tour. A meno che non tiri aria di treno che passa, e che Eloy Casagrande non voglia a nessun costo perderlo.
Il suddetto treno, a detta di molti, sarebbe proprio quello degli Slipknot, che così facendo abbraccerebbero l’energia di uno dei batteristi più ambiti dell’intera scena. Ma attualmente questa cosa ha la medesima attendibilità del Fantacalcio, e noi metallari, nel miasma del Fantacalcio, c’eravamo già cascati neanche un mesetto fa. Ripercorriamo quella oscura faccenda, prima che la nostra memoria di quarantenni la dimentichi del tutto.
Domandare a un metallaro che cosa ne pensa di Vasco Rossi rientra in quel genere di azioni che richiedono tatto e delicatezza. Con buona probabilità non te lo dirà mai. Al contrario conosco soggetti che con una certa leggerezza si spacciano per metallari e che esattamente da lì provengono, tipo il mio vicino di casa che, ripetutamente, mi chiedeva di entrare su Metal Skunk perché così avrebbe goduto di facile accesso all’accredito per il Firenze Rocks e per il G8 a Bruxelles.
Fronte del palco fu uno dei primi regali ricevuti in ambito musicale, l’unico lettore Cd in grado di riprodurlo stava in macchina dei miei e l’unica canzone cui non seppi proprio resistere sin dal primo momento fu C’è chi dice no. Giacché siamo a far confessioni, non ho mai nutrito chissà quali sentimenti nei riguardi dell’artista modenese, ma fino a Gli spari sopra non posso biasimarlo affatto. Dopodiché si è rapidamente trasformato in uno strumento sociale atto a far sentire una massa di quarantenni e cinquantenni più svegli e partecipi a codesto rock di cui è alfiere in terra italica. Va per la maggiore per il pubblico femminile e conosco donne che sono andate a vederselo dieci o quindici volte, in più città nel corso dello stesso tour e via discorrendo. Le stesse non hanno idea di che cosa siano i Van Halen, ma probabilmente conoscono tre o quattro hit di quella pestilenza ambulante che corrisponde al nome di Bruce Springsteen.
Sono fermamente convinto che, a parti invertite, Vasco Rossi nutra una certa simpatia per il contesto dell’heavy metal, un po’ per i turnisti che in certe occasioni ha chiamato, un po’ perché il binomio lo aiuta in prima persona a svecchiarsi, un po’ perché gli anni Ottanta se li è fatti tutti e in quel caso basta fare due più due. Vasco Rossi è da sempre abituato a donare una veste hard rock ai suoi pezzi in sede concertistica, e il discorso cui sto per accennare calzerebbe perfettamente. Se solo corrispondesse alla realtà.
“Mike Terrana è da poco diventato il batterista di Vasco Rossi”, e il popolo metallaro è con ciò comprensibilmente insorto. Il giorno seguente la notizia non è stata confermata, il giorno dopo ancora è stata smentita dallo staff di Vasco Rossi nonché dal frontman stesso. Che qualcuno dovrà pur prendere, perché da poco gli AC/DC gli hanno scippato il capace Matt Laug.

La cosa che non comprendo è come in molti, sul momento, si fossero sorpresi alla lettura dell’involontario pesce d’aprile. Mike Terrana è un turnista da una vita. D’accordo che con i Rage ha suonato per circa un decennio, e d’accordo che quello è stato il periodo nel quale abbiamo imparato ad affezionarci al suo carisma e alla sua appariscente cresta. Ma Mike Terrana quello rimane, uno che fa il turnista da una vita. E Vasco Rossi, che di turnisti ci campa, e che i turnisti sa sceglierli anche in base al loro estro, poteva perfettamente farci l’occhio.
Questo presunto ingresso nella formazione di Vasco Rossi è stato discusso e chiacchierato dopo che, per anni, Mike Terrana ha fatto più o meno l’influencer sulle varie piattaforme video, fra cover dei Dream Theater, lunghi assoli e siparietti travestito da Mozart. Un suo video ha racimolato diciotto milioni di visualizzazioni, un altro sta sulle cinque e mezzo.

Insomma, Mike Terrana è l’emblema del musicista che ha deciso di campare di musica, lo è da una vita. Dove c’è lavoro Mike Terrana trasloca, dove c’è un momento morto Mike Terrana evapora per comparire altrove. I Rage gli hanno insegnato che dalla fama di Unity e Soundchaser a Speak of the Dead devi essere bravo, se intendi campare di musica, a capire quando la marea sta per cominciare a ritrarsi. Altrimenti fai come quel batterista che disse che nell’heavy metal non campi neppure se sei il batterista dei Sodom, e che per quel motivo li lasciò; per molti la scoperta dell’acqua calda, per altri l’appurare un fenomeno di cui si discorre da un quarto di secolo. Mike Terrana è un professionista e, se avesse visto materializzarsi di fronte agli occhi il contratto più ricco della carriera all’età di sessantaquattro anni, una sorta di TFR, di riconoscimento alla carriera, tutta, calandosi in un ruolo per il quale le sue abilità neppure sarebbero richieste, avrebbe fatto bene a mettere nero su bianco.
Contenti voi se ciò non è accaduto. A sessantaquattro anni lo volete ancora un po’ con voi a suscitare la rinascita del power metal europeo, che ne so, rimettendo in carreggiata quegli Edguy che non incidono niente da un decennio? Comunque vada, o non vada, complimenti sinceri per una carriera che, fra Axel Rudi Pell, Tony MacAlpine e chiunque lo abbia ospitato sinora, persino i nostri Vision Divine, posso definire soltanto come fantastica. (Marco Belardi)


Il Vasco fino a “Bollicine” compreso è storia della musica italiana. C’è poco da discutere.
Poi è iniziato un periodo di, pur ottima, maniera che si è concluso con “Gli Spari Sopra”.
Quello che è venuto dopo è indifendibile.
"Mi piace""Mi piace"
Io lo dico chiaro: VR mi fa cagare a spruzzo tipo colera. Lo detesto da sempre… Detto questo i miei batteristi preferiti sono:
Ben Koller, Des Kensel (lutto quando decise di mollare!), Dale Crover, Dave Lombardo, Tomas Haake, Danny Carey, Mitch Harris, Donald Tardy, Nicke Andresson… dei quali forse solo Lombardo può essere definito “turnista” e solo nell’ultimo periodo. Ho detto tutto.
"Mi piace""Mi piace"
ottime scelte, soprattutto sono tutti batteristi riconoscibili tra milioni di altri batteristi, dire che l’odierna generazione di drummer mi ha rotto i coglioni è un eufemismo, veloci come i fulmini ma appiattiti dalla mancanza di personalità e dal suono oramai standardizzato delle produzioni moderne… se mi permetti tra i batteristi da te citati metto anche Denny Herrera dei Napalm Death, mai citato in nessuna classifica, ma secondo me alla pari con i batteristi sopra indicati.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Esattamente, la personalità prima di tutto.
"Mi piace""Mi piace"
Sottoscrivo Koller e Carey, a cui aggiungo Travis Barker, Brann Dailor, Vinnie Paul, Joey Jordison.
"Mi piace""Mi piace"
che poi il problema non è nemmeno Vasco (che, alla fine, merita rispetto), ma i suoi fan, porcamerda. Sono casi sociologici da studiare.
"Mi piace""Mi piace"
E mi hai fatto ridere!
"Mi piace""Mi piace"
Casi sociologi da studiare lo trovo molto offensivo, ovviamente è facile generalizzare. Invece nel 2024 gli Ultras che si accoltellano per 22 miliardari che corrono dietro al pallone come li definiresti? Black Metaller invasati che per atteggiarsi True Evil mischiano simboli Nazional Socialisti e Satanici sfociando nel ridicolo. Hai scritto proprio una stronzata, le passioni si vivono, in ogni settore c’è quasi sempre l’invasato.
"Mi piace""Mi piace"
Sempre preciso il Belardi
"Mi piace""Mi piace"
vuole coraggio a definire Springsteen pestilenza ambulante
"Mi piace""Mi piace"
Mah, io per esempio concordo.
"Mi piace""Mi piace"