E se dopo tutte le chiacchiere su Friedman JEFF LOOMIS entrasse nei Megadeth?

Non sono un amante del concetto di tormentone, eppure su Metal Skunk è stato inevitabile che ricorressero con una certa frequenza, e dedizione, articoli su determinate band e personaggi. Non mi era ancora capitato però di scrivere per due volte del medesimo musicista nel corso della stessa settimana. L’idea me l’hanno data i commenti dei lettori, spesso un termometro del gradimento dei metallari nei confronti di ciò che si sta verificando nel panorama che ci circonda.

L’oggetto è Jeff Loomis e stavolta non accennerò minimamente agli Arch Enemy, dai quali è appena uscito. Che succede adesso? Qualcuno ironizzava che con quei riccioli d’oro sarebbe stato pronto per le Crypta o un altro gruppo del genere, sempre a proposito di tormentoni.

L’idea sollevata da alcuni è che Jeff Loomis possa formare una band che tenti d’avvicinarsi il più possibile ai Nevermore, magari con membri originari del gruppo di Dead Heart in a Dead World. Non propendo per questa ipotesi, ma la ritengo per un settanta percento fantasiosa e, per il restante trenta, percorribile e realistica. 

L’idea che stuzzica la fantasia d’alcuni ci porta dalle parti dei Megadeth. Kiko Loureiro è stato nei Megadeth per svariati anni e con il gruppo di Dave Mustaine ha inciso ben due album. Di per sé è quasi un record, e solo Marty Friedman e Chris Broderick hanno resistito per un tempo maggiore al fianco del rosso ex chitarrista dei Metallica. A colpirmi in particolar modo è stata la qualità media delle uscite dei Megadeth con Kiko Loureiro alla chitarra: sono fra i pochi che hanno preferito – e non di poco – Dystopia all’ultimo The Sick, The Dying… And The Dead!, che, per carità, è stato a tutti gli effetti un bel disco. Broderick aveva azzeccato soltanto Endgame. Friedman suona come un capitolo a sé, scappato in piena parabola discendente e in qualche modo firmatario, con la testa già altrove, delle chitarre di Risk. Il punto è: prescindendo dal fatto che Kiko Loureiro fosse o meno il chitarrista ideale per i Megadeth, di sicuro si completava con Mustaine in una maniera alla lontana paragonabile al genere di simbiosi mantenuta per anni con Friedman.

Kiko Loureiro

Ora che Kiko Loureiro non c’è più, essendo stato sostituito dal chitarrista dei Wintersun, Teemu Mantysaari, è ben comprensibile che i fan dei Megadeth provino un certo sconforto iniziale, il quale potrebbe nel tempo anche essere smentito dalle prestazioni in studio e sul palco da parte di quest’ultimo. Oppure potrebbe essere una figurina di passaggio, fra le tante, al pari di Glen Drover o Jeff Young. La cosa certa è che chi ha comprato un biglietto per i Megadeth, in concerto a Milano il prossimo giugno, non spera di vedersi Teemu Mantysaari. Al contrario spera che il chitarrista cambi un’altra volta, siamo realistici.

Sono però accadute diverse cose, nel frattempo, e potrebbero aiutare coloro che nel portafogli custodiscono gelosamente quel biglietto. Per prima cosa occorre non dimenticare quella comparsa di Marty Friedman sul palco con i Megadeth. La cosa caricò noi tutti di speranza come quando John Garcia suonò alcuni classici dei Kyuss sul palco con i Queens of the Stone Age, ma dopo tornarono a odiarsi come di consueto. Che la comparsata di Marty Friedman con i Megadeth abbia l’odore della rimpatriata o della prova generale, lo sanno soltanto loro. Il fatto è che Kiko Loureiro, alcune settimane dopo la sua uscita dai Megadeth, ha rilasciato interviste in cui rivelava d’aver fatto pressioni sul management della band e sullo stesso Dave Mustaine – in chissà quali condizioni psicofisiche, il che è determinante data la lunaticità del soggetto in questione – affinché l’idea di riassumere Marty Friedman riprendesse seriamente corpo. Dire a Dave Mustaine di fare qualcosa, qualsiasi cosa, potrebbe spingerlo a fare l’esatto contrario di quel qualcosa, e non mi meraviglierei se si recasse in Giappone a sparargli in faccia a distanza ravvicinata, come un Mark David Chapman qualunque.

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Teemu Mantysaari (Wintersun, Megadeth)

E se nei Megadeth ci entrasse proprio Jeff Loomis? Non è perfetto per quelle ritmiche serrate? Non è un’ottima alternativa a Chris Broderick, con altrettanta tecnica e rapidità esecutiva, ma più anima e fantasia e capacità di adattarsi a una vasta tipologia di stili? Il modo in cui Jeff Loomis ha adattato il proprio modo di suonare in virtù dell’evoluzione del suono dei Nevermore fra metà anni Novanta e l’inizio del decennio seguente è indicativo in tal senso, e l’aziendalismo con cui in nove anni di panchina negli Arch Enemy non l’abbiamo mai sentito lamentarsi lascia intravedere spiragli per una possibile coesistenza con Dave Mustaine, un ingestibile che già Kiko Loureiro era parso saper gestire. Jeff Loomis, fra le altre cose, ha sempre ammesso di aver già preso parte a un’audizione con i Megadeth quando era appena un adolescente.

Insomma, al momento questo è fantacalcio o poco più, ma un pensierino su questa ultimissima opzione io lo farei. La cosa certa è che se Jeff Loomis è uscito di lì, che esistesse o non esistesse un contratto da turnista in scadenza, una mezza idea deve già avercela e non passerà troppo tempo prima che la nostra curiosità venga saziata. (Marco Belardi)

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