Perché Timo Tolkki non ha più suonato al Gimme Shelter di Atene?

Il 3 settembre scorso i Timo Tolkki’s Strato avrebbero dovuto esibirsi per la prima volta dal vivo, nello specifico al Gimme Shelter di Atene, un festival con scaletta assai ridotta. Come prevedibile, la band del pingue chitarrista non si è presentata. Abbiamo provato a far luce sulla questione.

L’organizzazione del festival riporta il seguente messaggio, attirando l’attenzione di sordidi cospiratori come il sottoscritto: Ci troviamo nella spiacevole posizione di informare gli amici del Gimme Shelter Open Air Fest che, a causa di un grave problema di salute, i Timo Tolkki’s Strato non hanno potuto recarsi ad Atene.”

Gli fanno eco proprio loro, i Timo Tolkki’s Strato,con un comunicato un po’ meno stringato, sebbene in esso di esaustivo non ci sia proprio niente: “A causa di un problema di salute del tutto improvviso e imprevisto, siamo costretti a cancellare la nostra partecipazione al Gimme Shelter Open Air Fest di Atene, prevista per domenica. Siamo molto dispiaciuti per questo. Non vedevamo l’ora di suonare per voi, ma la salute viene prima di tutto. Non vediamo l’ora che sia pubblicato il nostro nuovo album, Return to Dreamspace, ma anche di poter tornare agli spettacoli dal vivo.

Firmato Timo Tolkki’s Strato. Ed escludo, dato l’elemento che è fulcro del progetto, che si tratti del social media manager. Perché se di professione fai il social media manager e nel tempo libero attendi l’entrata del bonifico di Timo Tolkki, allora auguri, davvero.

Ma noi sappiamo com’è andata. Noi, in cuor nostro, eravamo praticamente lì. E quindi proviamo a descriverlo – proprio come detto da Timone nel comunicato stampa – per voi.

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Le Nervosa, sicure di sé stesse, un attimo prima di entrare nel camerino del Predone di Claudia Pearl

3 settembre 2023, Atene.

È compito dei Lazy Man’s Load aprire le danze nella cornice della Tecnopoli di Atene. Sulla carta un gruppo stoner rock, li definirei un heavy rock anni Novanta fra Clutch e certe cose dei Metallica più odiati. Il pubblico sembra tuttavia attratto da ciò che avviene all’ingresso dei backstage: un continuo viavai di persone, d’addetti ai lavori e in particolar modo della sicurezza, dà a ognuno l’impressione che lo spettacolo, quello vero, sia altrove. Presto le brasiliane Nervosa avrebbero calcato il palco della Tecnopoli e si sarebbe tornati a ragionare di musica, grande musica, ma anche di forme, frangette curate, ombelichi al vento, sopracciglia disegnate e – siccome il mondo è pieno di facinorosi – di tette che dondolano appresso a un basso elettrico la cui marca non sarà notata da nessuno. Ma io non sono come costoro, e ho veleggiato sul Mediterraneo in fretta e in furia per non perdermi il loro thrash metal rapido e muscolare.

Prika Amaral e compagnia bella sembrano più timide del normale, come se qualche cosa, in fin dei conti, le turbasse. Lo show delle Nervosa promuove l’album in uscita, Jailbreak, previsto per il ventinove di settembre. I suoi singoli incendiari sono riproposti in rapida successione, da Seed of Death a Endless Ambition, e lo spiccato tasso tecnico, che per le componenti è oramai virtù, è parzialmente smentito da rare eppur evidenti stecche. La nuova batterista Michaela Naydenova in particolar modo dà l’impressione d’avere la testa altrove. L’ingresso ai backstage continua a rubare la scena alle Nervosa, belle, bellissime, e un po’ meno impeccabili dell’usuale, che portano a termine la scaletta con gli estratti dell’enorme Perpetual Chaos per poi ritirarsi senza salutare il pubblico. Prika Amaral e altre due si dirigono al tour bus senza indugiare, a passo affrettato. Helena Kotina va dritta verso il proprio camerino ma viene afferrata per un braccio da Prika, redarguita e riportata al bus. È come se stia accadendo qualcosa di cui il pubblico è ignaro, preso com’è dai brani in esecuzione, dai token in cambio di birra bionda e dalla bella presenza delle brasiliane di scuderia Napalm.

Atterra un elicottero e scendono alcuni paramedici. Portano con sé un defibrillatore e una barella portatile che rapidamente assemblano. La calca presente alla Tecnopoli grida i cavalli da battaglia degli Stratovarius della prim’ora, tant’è che, ben presto, Antti Ikonen, Tuomo Lassila e un rigenerato Timo Tolkki eseguiranno dal vivo i classici di Dreamspace e chissà, magari anche qualche gradita chicca da Twilight Time. Bentornato Timo Tolkki; bentornato nel metal che conta, come dimostrato dall’aver condiviso il backstage con band di un certo calibro come i Firewind e le già iconiche e imprescindibili Nervosa. Chissà quanti fra i loro musicisti saranno passati a trovarti nel tuo camerino e chissà quali reazioni avranno suscitato in te, Timo, divinità autentica del power metal anni Novanta.

Antti Ikonen e Tuomo Lassila escono piangendo dalla piccola porta d’emergenza, ciascuno accompagnato, se non addirittura marcato a uomo, da un addetto alla sicurezza. Sono diretti verso una berlina dai vetri oscurati con un giornale davanti alle facce, come per mascherare lacrime e sconforto. Partono e l’auto sembra già in quarta, coi giri motore altissimi e un rombo che desta sospetto nei presenti. Fra il pubblico c’è chi giura che sulla faccia di Antti ci fossero impercettibili tracce di sangue. Dal tour bus delle Nervosa provengono come dei lamenti: agenti in divisa bussano e chiedono di poter interrogare una di loro. Ai Firewind viene detto di salire sul palco e attaccare subito, e, se possibile, di tagliare un paio di pezzi in fondo alla scaletta. Il Gimme Shelter Open Air Fest di Atene, il cui cartellone era già striminzito, è ora addirittura amputato.

La faccenda è seria alla Athens Technopolis. I Firewind giocano in casa: greci, venticinque anni di carriera e nove album pubblicati. Ma nemmeno loro, sul momento, sanno a che gioco dovranno giocare. Il bassista Petros Christo fa per rientrare di corsa nei camerini per prendere una manciata di plettri e gli negano l’accesso per motivi di sicurezza. Lì accanto Prika Amaral racconta a un poliziotto che “parlavamo, parlavamo, ma poi Helina, Helena e Michaela mi hanno raggiunta nel camerino di Timo e lo hanno salutato. È successo tutto in un attimo: ha iniziato a fissarle, a borbottare e a sudare e c’è stato uno scoppio, come quello di un tubo. Ma proveniva da Timo. È andato giù come un sacco di patate e abbiamo ragione di credere che a Timo Tolkki sia esploso il cazzo. Abbiamo ragione di credere che sia accaduto un attimo dopo che ci ha viste tutte insieme”. (Marco Belardi)

3 commenti

  • Avatar di nxero

    Probabilmnete è stata quella con la ligua biforcuta ahahah!

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  • Avatar di Valerio

    L’unico aspetto non del tutto credibile di questa ricostruzione è che a Tolkki sia scoppiato prima il cazzo che il fegato.

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  • Avatar di Sam

    Lungi da me volermi mettere di traverso alla ricostruzione del buon Belardi ma mi risulta che il caro T(r)imone sia uomo avvezzo e assuefatto a compagnie latino-americane per le quali – e non per il Social Media Manager – il nostro ha sempre avuto oboli da elargire.
    Verosimilmente, le Nervosa c’entrano con quanto accaduto. Ma per ben altri motivi.
    Vige il detto: perché i figli maschi in Brasile vengono tutti chiamati Lucas o Fernando?
    Perché poi saranno loro a cambiarsi il nome in Kristal, Aica, Sabrina, Prika, ecc…
    Non troppo lontano da me, c’è zona di battuage brasileiro e garantisco che molte lavoratrici hanno una certa avvenenza. Fino a che non tirano fuori birra o whiskey che trangugiano direttamente dalla bottiglia e iniziano a ruttare, scorreggiare e parlare.
    Allora capisci che c’è la sorpresa.
    E, se non va bene nelle Nervosa, puoi sempre fondare le Crypta. Se non va con le Crypta puoi sempre aprire un crowd funding per arredarti casa e, se nemmeno quello rende, c’è sempre il buon lavoro più vecchio del mondo.
    Basta solo inondarsi il birillo e il sedere di crema e mostrarne la sberluccicanza per poter attrarre un certo tot di adoratori della passerina col pisello.
    Quindi, secondo me, le Nervosa erano nel camerino con Timo, il nostro eroe si è denudato pronto a fornire un’esemplare performance prima di quella sul palco con tutte e 4 le tentatrici. Ma quando queste si sono denudate a loro volta si sono rivelati i Lucas e i Fernando in tutto il loro turgido fulgore e per il nostro non c’è stato altro da fare che mostrarsi clinicamente morto sperando nel rispetto dei defunti tipico delle zone latine per poter uscire illeso da quel rendez vous

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